Le prossime festività si avvicinano a grandi passi, le occasioni d’invito si moltiplicano e per molti questo significa ansia crescente. Diciamolo, per quanto si ami ricevere e si sia abituati a farlo, un certa tensione c’è sempre, e a piccole dosi fa bene, perché stimola a tenere alta la guardia e a dare il meglio. Troppa invece fa malissimo: toglie lucidità, manda in confusione, rende più difficile e faticoso decidere, organizzare, fare. E’ quindi con l’intento di aiutare a controllarla che vi propongo questo piccolo elenco di consigli semiseri. Per la mia esperienza, funzionano.
- Avere fiducia in se stessi. Sappiamo cucinare, ci piace ricevere, perché le cose dovrebbero andare male? Invece di temere i nostri difetti, concentriamoci sui nostri pregi: sarà tutto più facile.
- Non strafare. Soprattutto se non abbiamo molta esperienza, restiamo ben ancorati alle nostre sicurezze. Ricordiamo che un menu semplice ma ben fatto non ha mai scontentato nessuno.
- Dare alle cose il giusto peso. Stiamo organizzando un invito, non decidendo le sorti dell’umanità. Anche se non tutto dovesse essere perfetto, non accadrà nessuna catastrofe.
- Prenderla con filosofia. Un po’ di sano fatalismo è comunque indispensabile perché un imprevisto, purtroppo, è sempre possibile. In quel caso, niente panico, e vedi al punto 5.
- Sdrammatizzare. Anche di fronte al più clamoroso fiasco, impariamo a buttarla sul ridere. Gli ospiti ricorderanno con più piacere una padrona di casa che racconta ridendo di aver bruciato la torta e porta in tavola un cesto di mele che non l’imbarazzo che accompagna delle scuse troppo accorate.
- Andare oltre. Non permettiamo che un inconveniente comprometta il resto dell’occasione: continuiamo serenamente per la nostra strada, e l’imprevisto sarà presto dimenticato.
- Non farsi angustiare dal timore del giudizio altrui. Non sentiamoci sotto esame: non lo siamo, stiamo solo dando una cena. Anche se abbiamo a tavola la suocera…
- Valorizzare la propria unicità. Anche se abbiamo un modello a cui ispirarci, ricordiamoci che siamo uniche e inimitabili, e come tali dobbiamo sentirci e proporci.
- Non anticipare. Meno racconteremo ai nostri ospiti più facilmente potremo camuffare eventuali imprevisti. Un esempio banale: se nessuno sa che volevamo servire le patate al forno, non si accorgerà che non ci sono perché sono finite carbonizzate o (come è capitato a me) ci siamo dimenticati di portarle in tavola.
- Farsi aiutare, senza stressare. Coinvolgiamo i membri della famiglia, ma senza angosciarli. Se potranno vivere con serenità i preparativi saranno ben lieti di aiutarci, e soprattutto impareranno a condividere la nostra passione per il ricevere anziché – ahinoi – finire per detestarla.
Avete altri consigli anti stress, e volete condividerli? A meno di un mese dal giorno di Natale, ogni idea è la benvenuta!
Dunque , io ho capito che se passo tutta la giornata a cucinare mi rirovo la sera isterica , per cui nel tempo mi sono circondata di ottimi fornitori . Cerco sempre di partire da ottimi prodotti di stagione e cucino alcune cose ( semplici ) , mentre ne acquisto altre . La sera mi dedico ai miei ospiti che devo dire apprezzano sempre e al momento dei saluti mi dicono : ” A quando la prossima cena ?”….
P.S. Grazie Donna e grazie Blasè per i consigli : la cena con crespella (che non avevo cucinato io !!!) è stata un successo .
Dovere (e piacere) mio, cara Barbara. Trovo che il tuo stile di ricevere sia apprezzabilissimo, e la felicità dei tuoi amici lo dimostra pienamente.
Mi sembra una gestione molto saggia 😉
Accidenti! Io sto cercando di bilanciare la voglia di fare e sperimentare con una gestione più semplice e rilassata nella preparazione di un pranzo ma proprio ieri parlando con un’amica ho saputo che lei le sue cene con amici le fa a base di pizze surgelate che però poi (dice lei) farcisce in modo lodevole 😦 possibile che anche questo significhi saper ricevere? Chiedo consiglio a chi è più all’altezza di me!
Katia, la tua amica è fantastica 😀 : sarei davvero curiosa di sapere cosa intende per farcitura “lodevole” della pizza surgelata…
Ma parlandone seriamente: la serata pizza secondo me ci può stare eccome (ecco, surgelata magari no…), e può essere piacevolissima, se presa per quello che è, cioè un’occasione per stare insieme in completa informalità dove la tavola non la fa esattamente da padrona. Ci sono persone che non vanno oltre? Vero, e d’altronde ognuno ha i suoi talenti. Diciamo che molto dipende dallo spirito con cui si fanno le cose. Insomma, se una persona accompagna alla pizza surgelata modi accoglienti e simpatici (e magari un dolce spettacolare), perché no? Se invece lo fa con lo spirito del “ecco, t’ho invitato perché proprio mi toccava e ho cercato il modo per scocciarmi il meno possibile”, allora non ci siamo: a quel punto, molto meglio lasciar perdere…
Elogio dell’unicità, ovvero di evitare di inseguire quel che non siamo. Mi pare il miglior consiglio di Donna Bianca: ispirarsi ma non cadere nell’imitazione. Creare un proprio stile, insomma, e non adeguarsi supinamente a una moda.
Grazie Blasé, i tuoi apprezzamenti sono sempre graditissimi, anche perché arrivano da qualcuno che – ne sono convinta – sa veramente cosa vuol dire ricevere
primo consiglio ( che dovrei seguire anch’io) è ricordarci che ricevere è un piacere e non un dovere ( anche in teoria con la già menzionata suocera) e quindi di riuscire a trovare una mezz’ora prima dell’arrivo dei nostri ospiti per rilassarsi…. ho letto su un altro blog ” dedicate le ultime ore a voi stesse: fate una bella doccia, vestitevi con cura e truccatevi avere un bell’aspetto è segno di rispetto per voi stesse e per vostri ospiti”…io ci ho provato…NON FATELO almeno nell’ultima mezz’ora ( a meno che non abbiate una casa con 25 bagni!!!)…o vi ritroverete a ri-pulire il bagno mentre nel forno si bruciano gli antipasti o a cercare disperatamente uno struccante per la matita data mal destramente quando vostra suocera vi citofona che è arrivata (ovviamente con mezz’ora di anticipo)… il mio secondo consiglio è darsi un’ora di vantaggio sugli ospiti meglio oziare davanti alla TV che rischiare di arrivare non preparate : P.S . il vizio di arrivare in anticipo è di tutte le socere o solo della mia? terzo consiglio per arrivare rilassate al pranzo di natale ( quello che più ci mette a dura prova anche perchè in tutti noi coesiste sempre la sana infantile voglia di godersi il natale punto e basta e allo stesso tempo che tutto sia perfetto…io ammetto che mia arrabbio sempre quando il 25 dicembre mi alzo e non c’è la neve la mia ” corda pazza” mi fa parlare con le nuvole e dire potevate collaborare un pò….) è isciriversi a un corso di meditazione orientale che inzi a gennaio ….baci baci baci ale
Credo che la suocera anticipataria, di solito “per dare una mano”, sia una calamità molto diffusa 😀 . Se può aiutarti a sperare, sappi che la mia dopo un po’ si è rassegnata al fatto che me la sapevo cavare anche da sola e ha cominciato ad arrivare puntuale 😉
Sul fronte consigli, il primo è meravigliosamente saggio: “piacere, non dovere” dovrebbe essere il motto di tutti. D’accordissimo anche sul fatto di aver pronto tutto il possibile un’ora prima, in modo da potersi ritagliare il tempo sia per doccia e trucco che per un momento di relax. Quanto ai buoni propositi post natalizi: magari! Qui nemmeno il tempo per un cinema si riesce a trovare 😦
Diversi anni fa ho fatto rimanere male mia suocera durante una festività perchè appena arrivata andò a scuriosare nel mio frigo per vedere cosa avevo preparato….SACRILEGIO!!! proprio a me che amo fare le sorprese culinarie!…ho dovuto chiederle scusa per averla ripresa su quel gesto, da allora cerco di evitare quel tipo di sorpresa…quanto al consiglio di Alessiam sul piacere e non dovere si può applicare anche per l’invito? Cioè, se non ho piacere di passare il Natale invitata a casa di qualche parente, devo farlo lo stesso per dovere? 😉
a casa mia quella che arriva sempre in anticipo è mia mamma…e se la “riprendo” se la prende pure!!! credo sia perchè lei non ha mai amato cucinare e ricevere (perlomeno a cena), con gli amici preferisce organizzare grigliate in giardino nella stagione estiva oppure quando la stagione non lo consente ripiega su serate davanti al camino con irish coffee o cocktail vari, caldarroste e porto, croccante di mandorle (queste cose almeno fatte in casa espresse!!!), quindi non sa quanto possa essere d’impiccio un ospite che arriva in anticipo (anche se è una persona con cui hai confidenza) quando stai per dare gli ultimi ritocchi a cibo e ambientazione!!!
Katia, a volte è inevitabile fare buon viso a cattivo gioco, però secondo me se appena è possibile l’invito non gradito si declina, soprattutto in certe occasioni: Natale viene una sola volta l’anno, mica ce lo vorremo rovinare per colpa dei parenti antipatici 😉 !
Dinah, mia mamma è anche peggio di mia suocera, ma almeno con lei posso permettermi di essere più diretta. Quello che proprio non riesco a impedire, a nessuna delle due, è di “aiutare” a sparecchiare, cosa che odio profondamente, perché il risultato sono montagne di roba sporca messe a casaccio per la cucina. Altro che aiuto: così a riordinare ci metto il doppio 😦