Ci siamo, finalmente. Manca appena una settimana al Natale, ed è decisamente il momento di definire gli ultimi dettagli della nostra apparecchiatura, concentrandoci sui dettagli decorativi che – come sempre – possono fare la differenza, dando alla tavola quel tocco in più capace di farla veramente “nostra”.
Prima di cominciare vorrei però sottolineare un principio di base da tenere ben presente, e non solo a Natale: va bene arricchire, va bene stupire, ma attenti a non esagerare! Troppe cose tutte assieme finiscono per confondere l’occhio, che finirà per non notarne veramente nessuna. Più ancora, non dimentichiamo che sulla tavola bisogna innanzi tutto mangiare: occhio quindi che gli accessori decorativi non occupino troppo spazio, diventando un intoppo al momento di servire le pietanze e consumarle.
Tra i tanti dettagli di stile due, secondo me, non possono mancare sulla tavola, a maggior ragione il giorno di Natale: segnaposto e centrotavola.
Il segnaposto (teoricamente consigliato quando i commensali sono più di otto, secondo me utilizzabile dai sei invitati in su) mi piace per ragioni estetiche e pratiche: oltre ad arricchire la tavola in un modo che può essere sempre nuovo, evita infatti il classico imbarazzo del “dove mi siedo?”, domanda che – tra l’altro – spesso arriva proprio quando chi cucina è nel momento di massimo daffare. Piccola nota: quando ci si ritrova con parenti e amici, e l’occasione è quindi all’insegna dell’affetto e dell’informalità, nell’assegnare i posti non ritengo assolutamente indispensabile seguire rigidamente certe regole del galateo. Per capirci, piuttosto che preoccuparmi di sistemare gli ospiti secondo la loro presunta importanza, preferisco semplicemente – per dire – che agli invitati più anziani siano riservati i posti più comodi, o che le mamme e i papà possano tenere d’occhio il tavolo dei bambini senza doversi alzare. Insomma, se non si parla di pranzi a corte o di obblighi verso le manie d’antan di qualche vecchia zia, l’assegnazione dei posti dovrebbe semplicemente aiutare a rendere l’occasione il più confortevole e rilassante possibile.
In tema di segnaposto la scelta è incredibilmente vasta. Dal semplice cartellino all’oggetto prezioso, questi piccoli accessori si possono acquistare ma anche – se abbiamo tempo, pazienza e abilità – creare: forma, dimensioni, gusto e materiali varieranno secondo lo stile della tavola e lo spazio disponibile. Non serve chissà che investimento: può bastare un semplice bigliettino scritto in bella grafia, magari con una stilografica dall’inchiostro seppia o grigio, e decorato da un nastrino o da un minuscolo campanellino; una piccola mela rossa o verde con il nome scritto su un cartoncino sagomato a mò di foglia; una meringa a forma di albero di Natale; un tappo di spumante; una nocciolina travestita da Babbo Natale; un mini abete di carta decorato con colori glitterati. Per queste e altre idee, potete dare un’occhiata qui.
Nella stessa sede ho raccolto anche un po’ di spunti per il centrotavola, vero e proprio re – spazio permettendo – delle decorazioni natalizie del desco. Tolte le poche e note limitazioni (non deve essere troppo alto o ingombrante, né eccessivamente profumato, e deve ovviamente armonizzarsi con la forma del tavolo), anche in questo campo la scelta è vastissima. Si possono scegliere composizioni di fiori, di frutta fresca e secca, di candele o sfere colorate, ma anche pani, focacce e dolci che, a festa finita, si potranno dividere tra gli ospiti come pensiero di saluto e buon augurio.
La stessa attenzione riservata al tavolo dei grandi andrà ovviamente dedicata anche alla tavola dei bambini, se prevista. Ho colpevolmente trascurato, in queste ultime settimane, il tema “Ricevere coi bambini”, e prometto di riprenderlo dopo le feste. In questa sede mi limiterò comunque a raccomandare di adottare anche per i più giovani un’apparecchiatura curata, con tanto di piccolo centrotavola (possibilmente senza candele, se ci sono bambini di età prescolare) e segnaposto. Questi ultimi, in particolare, sono sempre molto apprezzati perché danno alla tavola un tocco giocoso: per chi ancora non sa leggere, si possono utilizzare simboli o figurine tutte diverse, in modo che ciascuno sappia riconoscere il proprio posto. Non è solo questione di stile, è anche un fatto di igiene: avere ben chiaro qual è il proprio posto a tavola ridurrà il rischio di inopportuni scambi di stoviglie che, purtroppo, non sono infrequenti tra i più piccoli. Perché tutto vogliamo, tranne che, con gli auguri e i regali, i nostri piccoli ospiti si scambino anche virus e bacilli!
Grazie per essere venuta a trovarmi sul mio nuovo blog!! Molto bello questo post…io adoro i segnaposto e li preparavo sempre io quando ero a casa con i miei. Quando invitavamo i parenti, ad esempio per il pranzo di Natale, mi divertivo a crearne di personalizzati stampando in ogni cartoncino dietro il nome dell’ospite e davanti l’oggetto, l’animale o l’attività preferita da lui/lei. Praticamente tutti riuscivano a capire quale fosse il loro posto solo guardando l’immagine e dopo scoprivano il nome!! Molto divertente!
Ciao Chiara, e benvenuta! Il tuo blog è tenerissimo…
Anche la mia ragazza (guai a chiamarla bambina: ha ben 12 anni…) si diletta a disegnare segnaposto: e guarda caso, per la sua cena di compleanno con le amichette li ha preparati proprio scegliendo per ciascuna l’animale preferito. Un successone: se lo sono attaccato tutte sul diario!
Anche io, pur avendo superato da un pezzo i dodici anni, mi diverto a disegnare personalmente i segnaposto natalizi. Lo trovo simpatico e originale. Quanto alla tavola per i bimbi, ritengo giusto che anche per loro si utilizzi un centro tavola ad hoc e che ci sia una apparecchiatura curata e adeguata alla loro età. Sia per abituarli alle buone maniere ,che per non farli sentire discriminati rispetto agli adulti.
Avevo giustappunto in programma una serie di post sul ricevere coi bambini, ma mi son persa dietro ad altro e sono rimasta ai neonati. Beh, dopo Natale mi occuperò anche degli altri…
Ma a proposito di bambini: la cicogna arriva prima o dopo Natale?
Lascia stare: da un paio di giorni ho fitte incredibili, ma hanno detto che è normale e devo aspettare le vere contrazioni. Diciamo che mia figlia ultimamente sta seguendo un corso accelerato di zumba….A ‘sto punto mi sa che la espellerò per l’Epifania.Poi, come se non bastasse, l’anestesista mi ha comunicato che ,siccome ho una forma di scoliosi,(il mio fidanzato sostiene che non è scoliosi, ma che ho semplicemente una gamba più corta dell’altra: che tesoro!) potrebbero avere difficoltà a farmi l’epidurale; insomma rischio di avere più buchi io che l’ultima ricostruzione di zio Michele Misseri, oppure di fare il travaglio senza alcun sollievo farmacologico.
Ah, gli ultimi giorni, che poesia… il bello è che prima non vedi l’ora di sfrattarli, poi rimpiangi i tempi in cui se ne stavano là dentro buoni e zitti (garantito, per quanto menino son meglio dentro che fuori). Quanto all’epidurale, ai miei tempi non se ne sentiva nemmeno parlare: non è stato tanto divertente, ma ce l’ho fatta lo stesso, e ammetto di esserne uscita piuttosto compiaciuta 😉
Ciao Elvira, io ho una scoliosi DA PAURA e il giorno del parto mi sono portata dietro una radiografia fatta a 20 anni: è stata utile e l’anestesista con un occhio sulla radiografia e uno sulla mia schiena è riuscito senza troppi problemi. Auguri a tutte ragazze, non scrivo mai ma vi leggo sempre. Un bacio!
Auguri anche a te! E scrivi, che come vedi qui si chiacchiera in libertà: più si è, più è divertente 🙂
Grazie Michela! Spero di recuperare una radiografia recente. In ogni caso ho fatto promettere al mio fidanzato di starmi vicino durante tutto il travaglio e, sapendo quanto io sia rompiscatole in condizioni normali, credo che quel giorno sarà lui a chiedere di essere drogato per bene.
M che bellA l’idea di personalizzare i segnaposto! Li faro’ fare alle mie bimbe e vedremo che succede! 😉
Ti stupiranno 😉
Indubbiamente da segnalare l’opportuna capacità di discernere tra le occasioni famigliari e quelle formali nella disposizione dei posti a tavola. Confondere i piani dimostrerebbe una conoscenza superficiale, non certo saper dominare la materia, che significa, appunto, saper applicare lo spirito delle norme.
Grazie 🙂
Cavolo! Blase’…già che c’eri non potevi mettere anche la traduzione??? 🙂
Scusate ma non ho resistito a ripetere la frase scritta sul blog di Csaba…il fatto è che ogni volta devo rileggere almeno 2 volte ciò che scrive Blasè e puntualmente mi chiedo: ma in che modo scriverei io o un altro comune mortale questo discorso? (invidia del sapere)
Eh, se Blasé scrivesse come i comuni mortali, non sarebbe Blasé…
Però ha ragione Katia: Blasé oltre ad essere una persona istruita ha già dato prova di avere un bagaglio culturale superiore alla media, pertanto dovrebbe tenere presente che se scrive in un blog non tutti possono avere il suo stesso livello di conoscenza, in particolare delle lingue straniere. La traduzione non avrebbe sminuito il valore del commento, ma anzi l’avrebbe reso fruibile a più persone. Perdonami Blasé, sai che io ti lovvo sempre e comunque, ma ritengo che un intellettuale tanto più è grande, quanto più riesce a trasmettere in maniera semplice parte del proprio sapere. Poi ,il fatto che tu sappia scrivere così bene è qualcosa che ti invidiano in molti ,me compresa.
Secondo me scrivere così gli viene proprio naturale; e in fondo, se si sforzasse di essere meno forbito perderebbe gran parte del suo fascino… (scusa Blasé, qui si scherza e si gioca alle pettegole: non te la prendi, vero?)
Comunque mi riferivo al post che ha scritto qui….sono io che alle volte faccio fatica a capire i concetti…. 😥
Eh in effetti la linearità non è il suo forte…
Vi ringrazio per i preziosi suggerimenti, di cui farò sicuramente tesoro, in modo da risultare sempre gradito ospite di questo famigliare e cordiale consesso.
Ecco, questo si che è parlare semplice 😀
Blasé, non temere, sei ospite sempre graditissimo: questo blog non sarebbe lo stesso senza i tuoi commenti…
Concordo!
concordo in tutto quello che hai detto cara donna bianca…io lo scorso anno (il mio primo da padrona di casa) feci come segna posto dei piccoli cartoncini con il nome e a fianco un simbolo che rappresentava la persona ( mattarello per la nonna, libri per la cugina neo laureata in lettere mazza da golf per il mio papà maglietta della juventus per mio marito etc) li ho conservati e li avrei voluti rimettere quest’anno…ma li dovrò rifare per metà perchè i più giovani li presero con sè come ricordo….possibile che siano più nostalgici ed avidi di cimeli i ventenni degli ottantenni?…non avrò una tavola per i bimbi perchè l’unico bimbo presente è nato in settembre….baci baci baci ale ps per elvira io purtroppo non sonon mamma ma sia mia cugina che la mia più cara amica presero accrdi per l’epidurale…ma poi partorirono in meno di mezz’ora e l’annestesista non fece in tempo ad arrivare ti auguro la stessa fortuna baci baci ale
ps ho riletto il commento ..a scanso di equivoci…ti auguro di partorire tanto in fretta da non fare arrivare l’annestesista in tempo….cosi soffri meno….accidenti avercela la padronanza linguistica di blasè….ribaci
😀
Tranquilla:il tuo messaggio è stato chiaro e senza rischio di equivoci…Grazie dell’augurio, io sono qui che aspetto e non so se sono più in ansia per la previsione dei Maya o per il parto naturale.
Mmmh, avendone fatti due, di parti naturali, direi di preoccuparti di più dei Maya 😉