Con piatti e bicchieri, le posate definiscono stile e funzionalità dell’apparecchiatura, e poiché normalmente occupano poco posto, è anche facile averne in abbondanza. Ma fedeli allo spirito ascetico (si fa per dire) che caratterizza questa serie di post, ancora una volta vedremo di individuare una possibile dotazione di base che ci consenta di ricevere con cura senza per questo riempire tutti i cassetti disponibili.
Come per i piatti e i bicchieri, anche qui il numero magico è il tre: un servizio per gli usi di cucina, un secondo per la tavola quotidiana, un terzo per le occasioni. Il primo sarà davvero iperbasic, sia come composizione che per numero di pezzi: direi da quattro, con gli elementi base (forchetta, coltello, cucchiaio e cucchiaino) e basta. Neanche a dirlo, il mio è svedese…
Il secondo servizio sarà invece destinato all’uso quotidiano, ma si potrà tranquillamente utilizzare anche nelle occasioni più informali e per un’eventuale tavola dei ragazzi. Per stile e numero di posti tavola dovrà ovviamente abbinarsi ai piatti da tutti i giorni. Rispetto a quello destinato alla cucina, dovrà però comprendere un maggiore numero di elementi. Facoltativo ma auspicabile prevedere la doppia forchetta, mentre è – a mio parere – irrinunciabile la presenza di cucchiaio da tè e di cucchiaino da moka, e posate da frutta o almeno forchetta da dolce. A questo proposito, molti servizi propongono solo le une o le altre. Potendo scegliere, meglio orientarsi sulle prime: in caso di necessità, la forchettina da frutta potrà infatti sostituire quella da dolce; inoltre le posate da frutta sono della misura ideale per apparecchiare un’eventuale tavola con bambini nella prima età scolare. Come pezzi a servire, direi che possono bastare posate da insalata, due posate da servizio, un mestolo per il brodo e una paletta per il dolce.
Il terzo servizio, come dicevano, sarà invece destinato alle occasioni speciali. Qui, oltre agli elementi già citati per l’uso quotidiano, dovremo senz’altro prevedere la doppia forchetta e la compresenza di posate da frutta e forchettina da dolce. Sarebbe bene avere anche il cucchiaio da dessert, ma se proprio non fosse possibile lo potremo sostituire con quello da tè. Per quanto riguarda i pezzi a servire, direi di aggiungere senz’altro alla dotazione già indicata per il quotidiano un cucchiaio da risotto, forchettone da carne e un paio di piccoli mestoli per sughi e salse.
Restando in tema di servizio “bello”: argento o acciaio? Un tempo il servizio d’argento era considerato irrinunciabile, se si voleva allestire una tavola veramente importante. Oggi credo sinceramente che se ne possa fare a meno senza problemi. Anche il più classico dei servizi d’argento si può egregiamente sostituire con delle belle posate d’acciaio: il moderno design, soprattutto italiano (ricordiamo che la produzione di posate è una delle nostre tante eccellenze), ne ha prodotto di splendide, capaci di dare alla tavola la medesima eleganza delle nobili cugine. Insomma, direi che è principalmente una questione di gusto, disponibilità e – non ultimo – tempo: l’argento è bellissimo, ma necessita di cure e attenzioni che l’acciaio non richiede. E questo, secondo me, non è un aspetto da trascurare.
Per finire, un cenno alle posate da pesce. Nonostante la pesca sia una voce importante dell’economia italiana, il pesce non è purtroppo presente sulle nostre tavole quanto dovrebbe, complici il costo, la veloce deperibilità e una certa complessità nella preparazione. Difficile quindi sostenere che in una casa le posate da pesce siano fondamentali. Però sono utili, eleganti e danno alla tavola quel “quid” in più che, come sempre, fa la differenza. Insomma, se amiamo cucinare e servire il pesce, nel nostro corredo non dovrebbero proprio mancare.
Se dobbiamo allestire una tavola formale (e si spera non si rinunci mai a questa abitudine, quando opportuna) le posate da pesce sono d’obbigo. E’ meglio prevederle per evitare mezze misure (nè carne nè pesce, appunto…).
Certo, potendo è sempre meglio averle. Se però non si ama servire il pesce (e capita di frequente: conosco molte persone che non lo mangiano proprio), è chiaro che sono inutili. Quanto alla tavola formale, certo che non ci si deve rinunciare: mi stupisce però che lo dica tu, che sembri fare dell’informalità una delle caratteristiche del tuo stile. A questo punto mi piacerebbe capire cosa intendi per tavola formale…
Formale o informale (in tutte le sue gradazioni intermedie) pari sono: l’importante è che la scelta sia consona alla situazione.
Seppure possa essere divertente (anche se impegnativo, e comunque da proporre a chi abbia sufficiente sense of humor o cultura), riprendendo una tipica estetica barocca, mescolare consapevolmente i campi, per esempio programmando un rusticissimo menu da servire con tutti i crismi della tavola formale.
Devo ammettere che l’idea di servire polenta e salsicce in un tripudio di lini, cristalli, argenti e porcellane mi intriga 🙂 Però appunto, va fatto con le persone giuste, sennò ti pigliano per matto 😉
Da notare che Blase’ ha scritto “pari sono” quindi la provenienza e’ sicula! ….Blase’ piano piano ti facciamo girare tutta l’Italia! 😉
Mi sa che non lo staneremo mai…
A proposito Donna…solo ora ho visto il link dello Gnocco in cucina…che tristezza! Mi pareva di vedere il ragazzo di mia figlia che poche sere fa ha voluto cucinare per noi i tordi che aveva cacciato….abbiamo cenato con 2 ore di ritardo quasi senza contorno perche’ poco e bruciato e praticamente 2 crostini e uno spiedino…..pero’ lui e’ molto bello….sopratutto agli occhi di mia figlia! 🙂
Già il fatto che ci abbia provato, a cucinare, fa ben sperare per il futuro 😉
Oh ma lui e’ avantaggiato….in estate lavora come aiuto chef! 🙂
Prima parte del mio commento, parto dal fondo, le posate da pesce. Sono bellissime, danno davvero un tocco in piu’, ma a mio avviso appartengono alla lista del superfluo. Ho partecipato tempo fa a un incontro pre natalizio con una nostra comune amica food writer, a una signora che dichiarava di non possedere un servizio da pesce, la nostra col sopracciglio alzato rispondeva che mai allora avrebbe dovuto servire pesce. Posso dire: non diciamo assurdita’ e torniamo coi piedi per terra??? Io le posate da pesce le sto acquistando per il servizio in acciaio, e sono perfettamente cosciente che sono il di piu’ del di piu’. Non mi sogno di aggiungerle al servizio in argento ne’ di essere infastidita se come ospite non vengo servita con le posate da pesce. A dopo, vadoooooo
Noo! Non mi dire…proprio lei? Allora qualche assurdita’ la dicono queste foodwriter! Ma se ne renderanno conto ogni tanto??? 😉
Ihihihihihi lo vedo il sopracciglio alzato, e infatti mi chiedo come sarà il nuovo corso “low cost” 🙂
Poi è ovvio che il pesce si mangia benissimo anche con le posate normali, e ci mancherebbe… come dicevo, dipende da quanto spesso lo si serve : se accade di frequente, può valere la pena avere le posate apposta, altrimenti pazienza!
Comunque anch’io le ho per il servizio in acciaio, cosa che rende anche meno problematico il lavarle ad alta temperatura per togliere l’odore
Adesso aspettiamo la parte due del commento, mi raccomando!
arrivo in ritardo, riguardo le posate in acciaio (magari le avessi in argento)…
io ne ho due servizi, entrambi interamente in acciaio, mi piacciono tanto, ma come evitate quei tremendi aloni che ci si fanno sopra?
qui l’acqua è molto calcarea, e mi escono dalla lavastoviglie a pois 🙂 !!
Temo che l’unica sia armarsi di santa pazienza e asciugarle con lo strofinaccio 😦