Atmosfere, Ricordi, Stile

La fine dell’estate: di uva, ingorghi stradali & malinconie

Da bambina detestavo cordialmente l’uva. Non tanto per il gusto asprigno della sua buccia, né per la presenza dei vinaccioli, che pure mi costringevano ad un certosino lavoro di estrazione prima di avvicinare alla bocca il più piccolo degli acini. Piuttosto, perché la sua comparsa in tavola significava inequivocabilmente la fine dell’estate: già le giornate avevano iniziato ad accorciarsi e l’aria si era fatta più fresca, ma l’arrivo dell’uva mi dava davvero il colpo di grazia. C’era poco da fare, la festa era finita, ancora pochi giorni e sarebbe ricominciata la scuola: addio maniche corte, tuffi e corse in sotto il sole; ciao vacanze, ci vediamo l’anno prossimo.

Anche una volta cresciuta l’uva ha continuato a farmi lo stesso effetto, motivo per cui l’ho sempre acquistata poco e servita malvolentieri. Mi ci sono riconciliata solo pochi anni fa, grazie – incredibile ma vero – ad un ingorgo autostradale. Era l’inizio di settembre, e stavamo tornando dalla montagna. Non ricordo bene perché, ma sia sull’autostrada che sulla Statale del Brennero si era creata una fila interminabile di auto: ore e ore di coda assicurate, che con una bambina piccola rappresentavano una prospettiva allucinante. A quel punto, un po’ per caso e un po’ per disperazione, ci siamo buttati su un percorso alternativo che non avevamo mai sperimentato: la Strada Provinciale 90, nota anche come “Destra Adige”.

Bene, è stata una rivelazione: non solo per la strada, che scorre piacevolissima e pressoché priva di auto (persino quel giorno) tra frutteti, vigne e piccoli paesi, ma anche e soprattutto perché era il tempo della vendemmia. Praticamente da ogni vigneto uscivano trattori carichi di cassette ricolme di grappoli rossi e dorati, e nell’aria si spandeva un profumo dolcissimo. I frutteti, in compenso, erano ancora stracarichi di mele: una vera meraviglia per gli occhi. Sarà che la giornata era bellissima, limpida e soleggiata e allo stesso tempo fresca, sarà che la prospettiva di ore di code era miracolosamente sfumata, ma mi sembrò tutto talmente incantevole che la mia antipatia per l’uva si dissolse in un lampo.

Intendiamoci, i sui grappoli mi ricordano sempre, implacabilmente, la fine dell’estate: ma non è più un sentimento così negativo, è piuttosto un senso di malinconia che però non mi dispiace. E’ vero, è finito il tempo di corse, maniche corte e tuffi, ma è comunque tempo di casa, di maglie calde e avvolgenti, di passeggiate nell’aria frizzante.

Ogni stagione ha il suo fascino, se solo si impara a coglierne l’essenza. Per farlo però bisogna potersi prendere il tempo, ogni tanto, di fermarsi per guardare, ascoltare, annusare. Solo allora potremo capire quanto sia vero che ogni fine è un nuovo inizio.

5 pensieri su “La fine dell’estate: di uva, ingorghi stradali & malinconie”

  1. Mai come in questo momento la fine di qualcosa coincide con l’inizio di un altra…almeno nella mia famiglia…ma questa e’ una cosa a se…l’uva invece per me ha sempre rappresentato la vendemmia di fine estate…perlomeno.fino a pochi anni fa…
    Avevamo una piccola vigna dietro casa nonostante siamo vicini al mare a da quando sono nata a settembre abbiamo.sempre vendemmiato assieme ai miei nonni, zii, cugine e amici. …La cosa brutta era trovare api cavallette o falene tra i grappoli d’uva ma il.bello.era la fine della vendemmia quando.tutti insieme ci sedevamo a tavola per mangiare cio’ che le mamme/nonne/zie avevano preparato. Adesso la vigna e’ stata smantellata perche’ nessuno poteva piu’ occuparsene ma rimane un bel ricordo, anche nostalgico….sopratutto per mio padre che avrebbe voluto continuare a coltivarla ma che non ha piu’ la forza per farlo.

    1. Intanto spero che il cambiamento a cui accenni possa portare cose buone.
      Poi mi spiace molto che abbiate dovuto smantellare la vigna. Così come l’ulivo, è così profondamente radicata (in tutti i sensi) nella nostra cultura da essere ben più di una pianta: è un simbolo, un ponte che ci lega ad un passato che va ben oltre la nostra storia personale. Sei stata fortunata ad averla 🙂

      1. Pensa che da piccola quando entravo tra i filari della vigna mi pareva un luogo grandissimo in cui potevo perdermi….crescendo e riflettendoci mi son meravigliata di quel pensiero…in realta’ non era cosi’grande come mi sembrava. 🙂

        1. Come cambiano le cose, eh? A me succedeva col campo di granoturco che c’era vicino casa di certi prozii: a noi bambini sembrava una vera jungla, dove ambientavamo certe avventure salgariane da non dire… bei ricordi, davvero 🙂

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