C’erano una volta le cene e le feste, con l’immancabile amico o parente che, sul più bello, se ne usciva con la classica frase “Fermi tutti che facciamo una foto”. E allora ecco gli ospiti mettersi in posa, fare un bel sorriso e attendere pazientemente lo scatto, certi che poi l’immagine sarebbe rimasta per mesi nel rullino e quindi, con ogni probabilità, dimenticata.
Oggi tutti (o quasi) possiedono uno smartphone, infernale aggeggio che ipnotizza letteralmente utenti di ogni età, ormai incapaci di vivere in sua assenza. Certo, le persone un minimo beneducate evitano di piazzare l’amato aggeggio sulla tavola mentre si pranza, di rispondere a chiamate e messaggi, o di consultarlo nel bel mezzo di una conversazione: anche senza essere conti e duchi, comprendono perfettamente che si tratta di gesti sgradevoli e sgraditi.
Più difficile invece far capire quanto poco sia apprezzabile utilizzare gli aggeggi medesimi per “condividere” in tempo reale le occasioni d’incontro sui social network. A parte i gastrofanatici incapaci di mangiare anche una semplice mela senza averne postato la foto sui vari Facebook /Instagram e via dicendo, e i festaioli di professione (quelli, per capirci, invitati – magari a pagamento – a cene e eventi proprio perché li pubblicizzino tra i loro followers), le persone normali dovrebbero saper gestire con moderazione e discrezione questo genere di strumenti: avere uno smartphone in tasca non autorizza infatti ad utilizzarlo senza limiti.
In generale, diciamo che le linee di comportamento dovrebbero essere quelle da sempre applicate alla macchina fotografica: non si fotografa o si filma qualcuno senza chiedergli il permesso, non si smette di mangiare per scattare foto né si disturba chi sta mangiando (a maggior ragione se si è a una cena seduti), non si immortala nessuno mentre infila il cibo il bocca, mastica o beve, salvo non gli si voglia fare un dispetto: è infatti assolutamente certo che il poveretto ne uscirà con smorfie orrende. Da evitarsi anche il fotografare le diverse pietanze, atteggiamento che trovo altrettanto fuori luogo al ristorante: mangiare con piacere sarà un apprezzamento più che sufficiente.
Ma siccome con gli smartphone non si parla solo di riprendere, ma anche e soprattutto di condividere su internet – a volte con gli amici, altre con l’universo mondo – dovremo avere qualche accortezza in più. Innanzi tutto, chiedere sempre agli altri ospiti se gradiscono che le loro immagini siano messe on line, e accettare di buon grado eventuali rifiuti; non pubblicare assolutamente foto dei bambini altrui, men che meno con nome e altri elementi che aiutino ad identificarli; evitare di mettere in rete foto dove si vedano dettagli invitanti della casa che ci ospita, e controllare che non sia possibile risalire tramite le coordinate gps a dove è stata scattata la foto, permettendo così di individuare la casa in questione. La prudenza non è mai troppa, e credo che nessuno voglia fare un piacere a qualche topo d’appartamento. Anche se non siamo (e non frequentiamo) personaggi famosi, la storia di The Bling Ring insegna.
E’ proprio il segno dei tempi. Sembra che si partecipi a incontri, gite, vacanze… in funzione della loro rappresentazione, e non per il piacere di vivere questi momenti. Ma così finiscono per perderne l’essenza: la vita scorre intorno e non se ne accorgono, persi come sono dietro uno schermo.
Malinconicamente vero, mio caro. Che poi, a pensarci, altro non è che l’esasperazione di quel fenomeno avviato con l’avvento delle telecamere portatili e delle macchine digitali: hai presente quante persone passavano le vacanze vedendo mari/monti/città d’arte/amici e parenti praticamente solo da dietro l’obiettivo? Ecco, oggi non si accontentano più delle vacanze, ma passano la vita dietro uno smartphone. Sarà più “cool”, ma senza un minimo di equilibrio è ugualmente triste.
Carissima,
arrivo ora a casa dopo un lungo fine settimana in campagna, trascorso festeggiando diversi eventi familiari con pranzi, feste e cene. La stessa atmosfera di sempre, le stesse persone (con pochissime eccezioni) insieme da una vita, la stessa cadenza, TUTTI che a un certo punto dicono: aspettate aspettate! una foto! Nessuno che ha mostrato interesse alcuno per telefonate o altre forme di evasione o di disinteresse nei confronti della compagnia. Una meraviglia assoluta. Se potesse essere più spesso così! (Ah!, dimenticavo: disconnessi per l’intero week-end, in una casa in cui non c’è ricezione telefonica, nè TV, né pensiamo che ce le porteremo – per lo meno a breve! Ora siamo carichi e pronti per una nuova pressatissima settimana!).
Auguro a tutti atmosfere da commedia shakesperiana della sorta a go-go!
Ma infatti: se la compagnia è piacevole, nessuno – salvo forse un adolescente in crisi di astinenza da coetanei – sente il bisogno di appiccicarsi allo smartphone. Quanto alle foto, sono un bellissimo ricordo, l’importante è non scattarne compulsivamente, magari a tradimento!
Comunque anch’io in campagna non ho la televisione (e non intendo portarcela, né ora né mai), ho ceduto al telefono perché non si sa mai, ma per il resto ho fatto in modo di creare un’atmosfera un po’ fuori dal tempo: se così non fosse, del resto, tanto varrebbe restarsene in città 😉
Quant’è vero!!!