Inviti a tema, Ricevere, Stile

Inviti a tema. Una premessa

Capita spesso di sentir parlare di inviti, serate, cene e persino matrimoni “a tema”. E’ appunto – e scusate il bisticcio di parole – un tema interessante, che merita di essere trattato con cura, perché può essere sviluppato in molti modi diversi.

Innanzi tutto, dobbiamo decidere cosa intendiamo con “invito a tema”, perché sotto questa definizione possiamo raccogliere situazioni abbastanza diverse tra loro: c’è la volta in cui il tema è limitato al menù, e quella in cui invece coinvolge tutta la serata, diventando quasi – se la si prende col giusto spirito goliardico – una festa di carnevale fuori stagione.

Al primo genere appartengono le cene “tutto funghi” piuttosto che “le rose” o “cucina indiana”; al secondo quelle stile “anni Ottanta” o “cena in bianco”. Va da sé che non c’è un confine netto tra le due sezioni: posso benissimo organizzare una cena a base di cucina indiana e invitare gli amici ad abbigliarsi di conseguenza, e una serata anni Ottanta senza pretendere calzini a rombi o spalle imbottite. Dipende come sempre dal nostro stile e dal tono che vogliamo dare all’occasione, se serio o goliardico. Nel caso, sarà fondamentale relazionarsi in modo chiaro con gli ospiti: “Faccio una cena anni Ottanta, mi raccomando, vi voglio tutti vestiti a tema” è da specificare a chiare lettere, mentre un menù tutto bianco potrà benissimo essere una sorpresa.

Una volta scelto il nostro tema, dobbiamo decidere come svilupparlo. E qui ci vuole un po’ di buon senso: il tema infatti deve dominare ma non ossessionare, altrimenti rischia di diventare fastidioso. Per fare un esempio: se decidiamo per una serata a tema rose, preparando pietanze che le contengano come ingrediente o ne ricordino la forma, benissimo richiamarle anche sulla tavola, ma senza esagerare. Se serviamo cibi a forma di rose su piatti con le rose, con una tovaglia con le rose e un centrotavola tutto di rose, probabilmente alla fine della serata nessuno vorrà più vedere una rosa per settimane. Piuttosto, concentriamoci sulla cucina e richiamiamo le rose solo su parte degli aspetti decorativi, cosa peraltro che accentuerà ancora di più l’aspetto dei piatti, che rischia di andare banalizzato da una cornice eccessivamente ridondante.

Altro errore da evitare, a mio avviso, è lo scadere nel luogo comune. Benissimo la cena coi colori nazionali per festeggiare qualche ricorrenza patriottica, ma non banalizziamola con una tavola piena di bandierine e servendo solo i piatti più conosciuti: per fare un esempio italico, il tricolore potrà benissimo essere suggerito da una tovaglia bianca e piantine di peperoncini rossi da usare come segnaposto, mentre nel menu la classica pasta pomodoro mozzarella e basilico potrà essere sostituita con un meno visto tris di gnocchi di patate neutri, agli spinaci e alla barbabietola.

Insomma, una cena a tema avrà tanto più successo quanto più sarà pensata e fuori dell’ordinario. Ne vedremo prossimamente qualche esempio.

16 pensieri su “Inviti a tema. Una premessa”

  1. Divertente la cena a tema, ma ogni cosa ha il suo momento.
    Anni fa vivevo in una città in cui lavoravo in maniera estenuante, e così i miei amici e colleghi. Una cena con vestito in maschera a tema – e che tema ! (serie televisive anni ’70 !!! ) – un giovedì sera mi mise in gran confusione: non avevo il tempo per prepararmi e cercare l’abito. Sapevo che tutti l’avrebbero presa molto sul serio (andare senza travestimento era semplicemente ESCLUSO), ma davvero fu un rompicapo! Avrei preferito saperlo con più anticipo e poter prepararmi con serenità!
    Secondo me meglio sondare il gradimento e la disponibilità fra gli invitati, e scegliere una compagnia che sia propensa!

    1. Hai perfettamente ragione, lo davo per scontato ma è meglio essere espliciti: se si sceglie la via goliardica, attenzione a coinvolgere persone che apprezzino questo tipo di spirito e ovviamente evitare temi che mettano troppo in difficoltà gli invitati. Il giusto preavviso poi è fondamentale: scegliere il costume deve essere un divertimento, non un incubo!
      Però, Animula, adesso ce lo devi dire: come ti eri vestita?

      1. Dunque, fu una vera faticaccia. La cena ebbe luogo in Francia, dove non furono mai trasmesse “Mork & Mindy; Arnold ( per i puristi: “Harlem contro Manhattan”) e solo più tardi “Happy days”. Così, dopo consultazione con un carissimo amico che mi ha materialmente fornito l’abito ho scartato tutti i personaggi spaziali e galattici (Star treck, star wors, star in the stars etc.) e ho scelto Emma Peel, agente segreto di “Chapeau Mélon et bottes de cuir” (VO:”The avengers”). Fantastico! Stivaloni neri alla coscia, tuta arancione giacca-pantalone con zip, parrucca biondo cenere con ciuffo a onda e accessori da spia (paleo telefonino, penna laser, mini specchietto ustorio) !!!.

          1. Enormemente! Anche perché, considerato il mio stile di partenza, più che travestita ero trasformata. La cena fu divertentissima, e da allora abbiamo avuto insieme molte altre feste in maschera. L’anno scorso, per festeggiare i 50 del padrone di casa siamo stati tutti invitati a una… crociera di tre giorni negli anni ’50 (con casa di campagna trasformata in Paquebot…gli architetti, si sa, riescono in quasi tutto!). Il viaggio Italia-Francia con i pupi e i travestimenti per tutta la famiglia, e poi i tre giorni di festa (ma in maschera solo per una sera!) sono stati una delle occasioni più divertenti della mia vita.

    1. Carissimo Sua Signoria il Visconte St. Austell-in-the-Moor Biggleswade-Brixham, quanto ha ragione, sarebbe proprio uno spasso.
      Però appunto, bisogna avere gli ospiti giusti 😉

  2. Persino matrimoni a tema… e qui si scende a mio avviso in materia da antropologi. Mentre ero in tesi all’università ho lavorato in un negozio di dolci in cui si confezionavano bomboniere. Ho visto ahimè confetti e tulle neri, per un matrimonio dark, e ho ordinato ad una nota ditta di Sulmona dei confetti personalizzati con il simbolo della Lega per un “matrimonio leghista”. Il matrimonio non è di per sé una festa già a tema? Una cosa è trovare un fil rouge, magari nei colori o nello stile delle decorazioni, un’altra è trasformare un evento dal significato così forte in una mascherata…

    1. Oddio, sui confetti leghisti son morta dal ridere 😀 😀 😀
      Comunque sono assolutamente d’accordo, va bene personalizzare la giornata, ma la carnevalata no, dai.
      Se proprio abbiamo voglia di fare follie, possiamo benissimo scegliere altri momenti: un compleanno, la laurea, un anniversario, insomma nella vita le occasioni non mancano di sicuro…

  3. Credo che le serate a tema dalle mie parti risultino meglio se fatte con sole donne…..gli uomini che conosco non sono mai propensi a questo tipo di cose….anni organizzai una cena greca e chiesi agli invitati, per altro parenti,.di cercare di venire vestiti di bianco o blu……mio cognato Bastian Contrario (potrebbe benissimo essere il suo nome) si presento’ con una polo arancione, da notare che eravamo in estate e una semplice T shirt bianca sarebbe bastata…..2anni fa ne feci una per sole donne….dress code bianco….risultato ottimo! L’ultima che ho fatto, cena in rosa, a doppio senso perche’ era anche questa al femminile ma avevo puntato sul colore del menu’, quando sono arrivate le.mie ospiti erano deluse perche’ non avevo detto loro-di proposito-di che colore vestirsi…..ad un uomo non sarebbe mai interessato.

    1. Lo dico? Lo dico! Il problema è che gli uomini (quasi tutti) sono fondamentalmente NOIOSI: guai a proporgli qualcosa che non sia il pallone, le macchinine o la birra!
      Davvero, non si sanno divertire: però scommetto che se proponessi a Mr. Bastian una serata, che so, Ferrari, Milan/Juve/altra squadra a scelta oppure Festa della Birra, e ci intonerebbe anche la biancheria intima!!!

      1. Ahahahah nel suo caso ci vorrebbe la serata a tema caccia/inter e scommetto che il suo intimo e’ piu’ in versione mimetico che nero-blu.

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