Galateo, Ricevere, Stile, Volersi bene

Inviti & gaffes, capitolo 2. Del contare fino a dieci prima di parlare

Banana Peel by RedsterProprio ieri sera mia un’amica mi raccontava che a una cena cui ha partecipato di recente, di fronte ad una tavola preparata con grande cura, uno degli ospiti ha così apostrofato la padrona di casa: “Non c’era bisogno di tutto questo teatro! Potevamo benissimo mangiare nei piatti di carta!”.
La signora, ovviamente, ha abbozzato, sorridendo cortesemente al non troppo educato personaggio. Nel suo intimo però che cosa avrà pensato? Parole poco gentili, probabilmente, e non so sinceramente darle torto: niente irrita di più chi ha progettato una cena con cura e passione che sentir svilire così tutta la sua fatica, anche se il commento incriminato è suggerito dalla sincera preoccupazione di aver causato troppo disturbo ai padroni di casa.
C’è infatti da dire che troppo spesso chi si lascia andare a certe critiche non si rende conto che le sue parole possano ferire quanto e più di altre che, proprio perché universalmente riconosciute come offensive, la gente generalmente si guarda bene dal pronunciare. Nel caso di specie, è evidentissimo a chiunque che sarebbe decisamente scortese invitare una padrona di casa a preparare una tavola più curata, perché quella che ci propone è decisamente al di sotto dei nostri standard. Non è invece percepito come un problema far notare il contrario, per quanto – pensandoci un momento – è assolutamente evidente che sempre di gaffe si tratti: in fondo, stiamo dicendo ad una persona che della cura messa nel riceverci non ci interessa un bel niente.
Un altro caso tipico, sempre restando in tema di convivialità? Tutti si rendono conto che è a dir poco maleducato apostrofare una persona perché mangia con appetito o, peggio, perché ha un fisico rotondetto. All’opposto, spesso e volentieri ci si sente in diritto di criticare chi si limita a piccoli assaggi, e a riempire di commenti sgradevoli e consigli non richiesti chi ha un fisico decisamente magro. In quest’ultimo campo sono un’esperta: ormai non ci faccio più caso, ma sono davvero troppe le persone che – pur conoscendomi appena – si sentono in diritto di fare commenti sulla mia struttura fisica, decidendo che sono una fissata delle diete e che dovrei mangiare di più, opinioni peraltro del tutto campate per aria, visto che non ho mai fatto una dieta in vita mia e che mangio allegramente tutto quello che mi pare.
Il fatto è che davvero la maggioranza delle persone non si rende conto di quanto sia facile, parlando senza troppo pensare, fare gaffes terrificanti: per questo faccio mio, e consiglio vivamente di non dimenticare, quel vecchio adagio della saggezza popolare che suggerisce di contare almeno fino a dieci prima di parlare. Credetemi, è un tempo più che sufficiente per considerare se il nostro commento potrebbe in qualche modo ferire chi abbiamo di fronte, ed eventualmente tenerlo per noi, evitando così spiacevolissime figuracce.

9 pensieri su “Inviti & gaffes, capitolo 2. Del contare fino a dieci prima di parlare”

  1. mi ha colpito il “teatro”, termine che dà proprio la sensazione di artificio.Capita effettivamente molto spesso di sentirsi ripetere, durante feste o cene “mamma mia avrai passato la giornata a cucinare” (che mi verrebbe voglia di rispondere: anche più di una giornata se vuoi saperlo) oppure, addirittura, quasi sempre alle feste del piccolino, dove, in effetti, mi sbizzarrisco: “no, ma tu non sei normale, ma chi te lo fa fare” (non certo tu brutta cafona)
    Di certo non è piacevole e a volte quasi imbarazzante, specialmente quando i commenti sono anche un pó malevoli, fatti magari da chi per carattere è un pó invidioso.
    buona giornata

      1. devo dire che sono diventata cicciona con l’età mentre da piccola ero costantemente sotto peso, ricordo come un incubo orde di nonne e zie che brontolavano per la mia eccessiva magrezza…devo dire che forse per par condicio ora tutto il parentame critica le eccessive rotondità senza farsi troppi problemi…(prorpio l’altro ieri ho spedito fuori dal camerino di prova di un negozio d’abiti mia madre che fra un cambio e l’altro di vestiti mi ha battuto sulla pancia-madre di tutti rotioli- dicendomi:” ma lo sai che il grasso addominale può causare infarti ed ischemie celebrali?”… la mia risposta è stata: ” fuori da qui..”)…Anche nell’impegno profuso nei pranzi preparati per i miei suoceri mi ritrovo in quello che dici..” ma non c’era bisogno.. tu esageri sempre…” ….però poi per contro si sbaffano tutto… a volte penso che mia suocera dica questo tipo di cose per incarnare l’archetipo della suocera rompi….baci baci baci Ale

        1. Vabbè, le mamme sono fuori concorso: sapessi la mia, che cose carine che mi dice anche adesso 😉
          Comunque un conto sono i “non c’era bisogno” affettuosi (ma anche lì: se l’ho fatto, vuol dire che mi faceva piacere, no?), un altro quelli cattivelli: questi, davvero, non li sopporto 😦

  2. A questo post non posso non rispondere!
    Da quando ho deciso di non mangiare più alcuni alimenti (per farla breve: sono vegetariana) i commenti che ho sentito sono stati dei più bizzarri. Il disagio dell’interlocutore è tale da rendere più facile perdonare ogni invadenza, malagrazia, assurdità.
    Allora: il primo Natale da vegetariana, durante il consueto buffet del 25, scelgo solo alcune pietanze e non altre. Mi si propone la carne, rispondo che sono vegetariana: “Ah! mamma mia! Mi dispiace!!!”
    Alle feste dei compagnetti dei miei due bimbi : “Ma perché non prendi niente?” “Grazie, c’è lo strutto, sono vegetariana” “Che esagerazione! Se neanche si vede!”
    In aeroporto, cerco al bar un panino per pranzare. Chiedo: “Mi propone qualcosa senza carne? Sono vegetariana” “ Prenda questo, c’è solo il prosciutto!”.
    A queste perle, aggiungete i vari interrogatori sul tema “ Ma allora non mangi niente! Ma cosa mangi? Ma come fai? Ma non ti senti male? Ma non ti mancano le forze? Ma non ti gira la testa? Ma allora non dovresti fare sport! Ma come, con due bambini?”

    1. cara mia, se ti dicessi che gli stessi commenti li fanno a me quando dico di essere allergica al latte, mi crederesti? addirittura, qualcuno mi dice: ” noooo ma come faaaai? io mi ammazzerei” .
      O quando insistono: “ma dai, che ti farà un bicchiere di latte diluito in una torta?” ( in linea di massima mi manda in ospedale, genio!)
      Come a dire, chi ha più buonsenso lo usi 😉
      buona serata
      Claudia

    2. Animula, quella del prosciutto è fantastica 🙂 ! Comunque ho scoperto che un sacco di gente non considera gli affettati come carne: ma cosa pensano che sia, frutta? Mah 😯

      Claudia, come sai ho parecchi parenti intolleranti ai latticini: bene, sono 15 anni che cerco di far capire a mia suocera che no, non possono proprio mangiare alimenti che li contengono. Niente da fare: la risposta standard (con aria pure un po’ offesa) è sempre la stessa “Ma ne ho messo pochissimo!”. Non c’è proprio speranza: e pensare che ha una laurea in scienze 😦

      1. 😀
        si è vero, sembra si offendano. Oppure quando ti dicono: ma nooooo, non c’è latte!!! solo burro eh!!! 🙂 certe volte io e mio marito ci guardiamo e tratteniamo a stento le risate.

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