
Sto cercando una nuova credenza per la sala. Qualcosa di decisamente piccolo, perché per un mobile grande lo spazio proprio non c’è: diciamo poco più di uno sparecchiatavolo, necessario per dare asilo alla quantità ormai esplosiva di casalinghi di cui mi sono circondata.
Il problema è che cerco un pezzo liberty, se pur di gusto semplice, e non ho nessuna intenzione di spendere una follia. Escludendo quindi gli antiquari, che oltretutto il liberty lo considerano ancora pochino, mi restano solo i mercatini dell’usato – reali e virtuali – e, più brutalmente, i robivecchi.
Sono parecchie settimane che batto più o meno sistematicamente tutti quelli del circondario, e devo dire che è un’esperienza. Si passa da situazioni dove si vede una certa volontà di selezionare pezzi decenti e presentarli in modo invitante ad altre che rasentano il tragico, fatte di ammassamenti a dir poco deprimenti. Armandosi di molta fantasia e ancora più pazienza si riesce tuttavia a intravvedere, tra il ciarpame, qualcosa che abbia delle potenzialità, anche se magari non ha nulla a che vedere con quello che stiamo cercando.
E’ stato proprio quello che mi è successo domenica, durante l’ennesimo di questi blitz. Totalmente infruttuoso sul fronte credenza, si è rivelato decisamente interessante su quello di ciò che la credenza dovrebbe aiutarmi a contenere.
Dovete sapere che, ai tempi della lista nozze, non ho voluto includere la zuppiera in nessuno dei servizi scelti. Inutile e ingombrante, ho pensato, incurante delle insistenze di mamma e suocera. Ebbene, me ne sono alquanto pentita. E’ vero, occupa un sacco di spazio ed è di uso assolutamente saltuario, ma in tavola fa una figura che non ha eguali. Natale dopo Natale, con il pranzo di famiglia rigorosamente aperto dai tortellini in brodo, ne ho proprio sentito la mancanza.
Per farla breve, domenica lei era lì, in bella mostra su un improbabile tavolo in formica: imperfetta come tutte le cose che hanno una storia, abbastanza semplice da essere abbinabile a quasi tutti i miei servizi e allo stesso tempo di un’eleganza senza tempo. Di storica manifattura italiana, probabilmente degli anni Cinquanta/Sessanta del Novecento, sembrava proprio che mi stesse aspettando. Il prezzo era assolutamente ridicolo, e così dopo un brevissimo tentennamento – complice anche quel sant’uomo del marito – l’ho presa e me la solo portata a casa.

Al momento staziona al centro del tavolo di sala, per il semplice motivo che non so davvero dove metterla, e per fortuna non ci sta poi così male. La ricerca della credenza, invece, continua…
Ciao DB ti capisco x la zuppiera, ho sempre snobbato queste cose che consideravo “vecchie, adesdo sti rivalutando anche i centrini…che avevo imboscato in fondo ai cassetti :)! La zuppiera con i cappelletti ha il suo perche’ in tavola, hai proprio ragione…a Pasqua dell’anno scorso finalmente ha fatto il suo “lavoro” (se dai una sbirciatina nel mio blog la vedi ;)!!! Per la credenza, prova magari domenica al mercatino sui Navigli (mah sempre che ci sia ancora una volta al mese)!!! Ciao ciao luisa
Eh si, sono proprio corsi e ricorsi storici! Anch’io ho iniziato a ripescare i centrini, e i miei perfidi figli dicono che mi sta venendo la “nonnite”; probabilmente hanno ragione 😉
Sul fronte Navigli, me ne parlano bene in tanti ma è davvero troppo lontano: il marito è caro e paziente, ma non esageriamo…
Pensavo fossimo “piu” vicine di casa…bhe anche se sono in citta’ i Navigli non sono proprio a due passi ;)! Ciao luisa
🙂
Quando durante le feste tiro fuori la mia zuppiera, a casa mi prendono tutti un pò in giro…e iniziano con lel frasi del tipo: ma daaaaiiii non la sporcare, non la stare a prendere…mettiamo direttamente dalla pentola…. e affini. Ma io la adoro! e adoro andare per mercatini o rigattieri che siano, da dove torno sempre a mani (troppo) piene. Devo dire mio malgrado che qui a L’Aquila adesso davvero si fanno affari d’oro, per via degli infiniti traslochi, dismissioni di case, abbattimenti e sbattimenti vari, che fanno si che a volte i proprietari decidano di svendere in maniera massiva tutto o quasi il contenuto di case vecchie o meno. Mi capita spesso di incontrare noti antiquari e restauratoti, all’interno del mercatino dell’usato (quello in franchising), che compran a due lire pezzi malridotti ma che loro riconoscono come di gran valore. Se decidi di farti un giro ti ospito 😉
Non indurmi in tentazione, potrei capitare davvero 😉
beh dai un soggiorno in montagna merita no?
È una montagna un po’ lontanuccia purtroppo 😦
Ma anche qui, mai dire mai…
per noi l’aquila milano era routine…si faceva 4 5 volte l’anno! ora sembra lontano anche solo
pensarci …ma oare stiano oer inaugurare un volo diretto!
Ahimè, solo ad arrivare a Milano ci metto due ore…
Nel caso mi venisse in mente cotanta follia sicuramente farei prima in treno 🙂
Il problema zuppiera mi si ripropone ogni Santo Natale…. e ad ogni festività in genere …da brava parmigiana non posso che dire: ” no cappelletti (anche detti anolini) no party”….in realtà a mettermi nei guai fu la negoziante della lista nozze che mi disse essere un pezzo desueto che non acquistava più nessuno… cosi ad ogni pranzo di famiglia vado al piano di sopra dalla mia mamma che ogni volta non le sembra vero di poter dire” Te l’avevo detto!!!” e la mia pronta risposta ” me ne puoi sempre regalare una… magari una di quelle della nonna!” Ad oggi non è arrivato nulla…ma io, fiduciosa, aspetto! baci baci baci Ale
Anch’io ero stata dissuasa dalla negoziante, che in compenso aveva cercato di rifilarmi in tutti i modi degli orripilanti sottopiatti: chissà, forse doveva smaltire delle rimanenze 😉
In compenso mia mamma ha cercato più volte di regalarmi una zuppiera della bisnonna, un vero cimelio di famiglia se non altro per età: il classico oggetto che uno non userebbe mai per il terrore di romperlo. Insomma, del tutto inutile 😦
Io la mia “zuppiera” l ‘ho recuperata tempo fa a casa di mia nonna….la voglia mi era presa a causa della food writer cosi’ sono andata da lei e ne ho trovato una tutta bianca dalla forma uguale alle tipiche zuppierine da soupe a l’oignon…quelle con le teste di leone ai lati per intenderci. Adesso e’ li in bella vista nella vetrina lunga del mobile moderno di sala assieme a tutti gli altri pezzi bianchi che la riempiono, io pero’ non la uso per i tortellini ma ci ho servito diverse zuppe di verdure e la “nostra” ribollita.
Ah, le zuppierine con le teste di leone, quanto mi piacciono… anche quelle però non saprei proprio dove metterle. Decisamente, mi serve una credenza 🙂