Se dicessi che non mi interessa il pettegolezzo, mentirei, come tutti quelli che lo sostengono. La curiosità per gli affari altrui e il gusto di commentarli salacemente sono profondamente radicati nell’animo umano, e negarlo sarebbe sciocco, oltre che ipocrita.
Esiste però pur sempre un bon ton del pettegolezzo; insomma, ci sono situazioni che il pettegolo educato (un ossimoro? forse, o forse no…) sa sempre evitare, mantenendo così la faccenda sul tono che più le si addice, ovvero lo scherzo e la leggerezza. Vediamo come.
Da evitare, sempre e comunque, è il pettegolezzo maligno: quello, per intenderci, fatto per ferire in modo cattivo o per causare danni davvero dolorosi a chi lo subisce. Faccio un esempio concreto. Ho frequentato per un certo periodo una giovane signora apparentemente simpaticissima, cordiale e generosa, che tuttavia era una professionista del pettegolezzo maligno: solo che aveva un’aria talmente angelica che ci voleva un po’ per rendersene conto. La sua opera più celebre? Raccontare tutta garrula, nel corso di una cena, di aver visto un amico non presente in affettuoso atteggiamento con una signora che non era la moglie. Vero obbiettivo della cattiveria era ovviamente la moglie, colpevole di non riconoscerle un ruolo di leadership all’interno del gruppo: peccato che tra i presenti ci fosse anche la migliore amica della misteriosa signora in questione, che altri non era se non la sorella del presunto fedifrago!
Altra cosa da evitare con cura è il pettegolezzo incauto, cioè quello espresso in un contesto eccessivamente pubblico o di scarsa confidenza con l’interlocutore. La gaffe è in agguato, e il rischio di passare per persone spiacevoli e poco educate molto concreto. Fino a pochi anni fa, la situazione più a rischio per i pettegoli incauti era quella in cui si conoscevano poco gli altri presenti. Ai nostri giorni invece il vero campo minato sono i social network: postare un commento greve pensando di parlare con la nostra migliore amica quando invece ad ascoltarci c’è l’universo mondo può avere conseguenze molto sgradevoli. E’ recentemente rimasta vittima di un incidente in questo senso anche una nota foodwriter, che lanciando sul suo profilo Facebook un commento a dir poco perfido e snob su una vicina di spiaggia si è attirata una lunga serie di strali. Da notare che la stessa battuta, se fatta in confidenza ad un’amica, probabilmente avrebbe strappato solo una risatina: lanciata così incautamente nel web, però, si è rivelata un boomerang, rendendo più che evidente come cautela e buon gusto non siano mai troppi.
Insomma, per farla breve: il pettegolo educato sa essere leggero e divertente, non ferisce i sentimenti altrui e considera sempre con grande attenzione il profilo dei suoi interlocutori. Nei casi dubbi si affida sempre alla cautela, e preferisce rinunciare ad una battuta salace piuttosto che correre il rischio di passare per un insensibile cafone.
concordo pienamente! buona giornata!
Grazie carissima buona giornata anche a te 🙂
condiviso …4 chiacchiere spensierate e pettegole con l’amica piu’ cara davanti ad una tazza bollente a casa di una delle 2…chi non l’ha fatto? e non sono forse i pomeriggi più intimi e rilassati? altrimenti no, meglio il silenzio baci baci baci ale
Eh già, i tè pettegoli con le amiche sono una meraviglia! Un’occasione unica per lasciarsi andare un po’ al piacere della chiacchiera maliziosa 😉
E poi c’e’ un tipo di pettegolezzo ancora piu’ sottile…
In effetti è un’arte molto eclettica 😉