Niente foto per questo post, per un motivo molto semplice: ho preferito godermi il momento invece che nascondermi dietro la macchina fotografica o il cellulare. Poco male, direi che l’argomento si può tranquillamente trattare anche “al buio”. A scanso di equivoci, preciso subito che non troverete elencati ristoranti ricercati o posticini esclusivi: qui si parla di una famiglia con bambini che ha concentrato in quattro giorni una serie notevole di cose da fare e posti da vedere, con la necessità di mangiare cose facili e veloci.
Comincerò dicendo che mangiare senza glutine a Londra sarebbe davvero facile. Se non tutti i locali, molti sono perfettamente attrezzati per offrire pietanze gluten free di ogni genere e specie, e chi non lo è non fa alcuna difficoltà a che il cliente celiaco si porti dietro le sue cose: il che, francamente, mi sembra molto civile. Va anche detto che chi offre cibo senza glutine dichiara quasi sempre che non può escludere la presenza di contaminazioni: ciò nonostante la nostra esperienza, per quanto limitata, è stata sempre positiva.
Dicevo “sarebbe” perché molto dipende dal personaggio che deve evitare grano & affini: nessun problema per chi ha una buona curiosità in termini di cibi e sapori; qualche difficoltà in più se, come nel mio caso, si ha a che fare con un bambino in grossa crisi di identità gastronomica. Il nostro infatti ha preso malissimo la diagnosi, e si è arroccato sulla fissazione di pretendere di trovare senza glutine quello che era abituato a mangiare prima.
Questo ci ha fatto escludere a priori cibo etnico e cucina, diciamo così, salutista: peccato, perché avrei volentieri sperimentato le pietanze gluten free offerte da catene come Wagamama e Leon. Abbiamo in compenso cercato (senza successo) di mangiare da Honest Burger, che propone panini gluten free molto gettonati: purtroppo i loro locali erano decisamente fuori mano al momento del bisogno.
Per farla breve, ce la siamo cavata così: per colazione e cena ci siamo appoggiati all’albergo. Abbiamo scelto la catena Premier Inn, che dispone di un comodissimo prontuario (scaricabile anche da Internet) dove identificare con facilità e sicurezza le pietanze gluten free. La qualità del cibo è buona, la scelta discreta, la cortesia e l’attenzione del personale impagabili: insomma, un’esperienza davvero positiva!
Per il pranzo, risolto tre volte su quattro con un pic nic nel parco (ah, quanto avrei voluto veder magicamente comparire il mio famoso cestino…), abbiamo sostanzialmente approfittato dei sandwich senza glutine della catena di supermercati Marks&Spencer: buoni e semplici, disponibili in diversi gusti, erano morbidissimi, gustosi e leggeri; anche loro, promossi!
Solo in due occasioni abbiamo dovuto ricorrere alle scorte d’emergenza portate da casa: al Museo della Scienza e della Tecnica (il ragazzo non aveva trovato di suo gusto la zuppa di verdure) e in aereo, perché purtroppo la compagnia non disponeva di stuzzichini gluten free.
Sempre sul fronte stuzzichini, segnalo la difficoltà di trovarne, sia dolci che salati, in modo facile e veloce: magari cercando meglio si trovano meraviglie, ma se la necessità è fare uno spuntino veloce dove capita, beh, le difficoltà ci sono eccome. Per dire, io e la figlia ci siamo abbuffate concesse un paio di volte le peccaminose delizie di Lola’s Cupcakes: a domanda, hanno risposto che avevano cupcakes “no wheat” ma che questo non garantiva il gluten free. A quel punto, vista la promiscuità dei prodotti sull’espositore e il fatto che il figlio non è per nulla goloso di dolci, ho preferito non rischiare.
Pare in compenso relativamente facile, avendone il tempo, concedersi un Afternoon tea completamente senza glutine: confesso che avevo adocchiato quello, davvero sontuoso, di Fortnum & Mason, ma i parenti si sono ammutinati. Al netto del costo, oggettivamente impegnativo, avrebbe voluto dire dedicarvi almeno mezzo pomeriggio, cosa incompatibile con la nostra tabella di marcia. Pazienza, sarà per la prossima volta…
L’ha ribloggato su Tolleranza zero Food – Celiaci.coope ha commentato:
Così succede a Londra….noi qui in Trentino Alto Adige invece garantiremo “zero” contaminazioni per il semplice fatto che abbiamo intenzione di produrre – solo ed unicamente ;o)- prodotti dedicati alle persone con intolleranze alimentari. A presto