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Volersi bene. Tisana, anyone?

©acasadibianca

Neve, dalle vostre parti? Qui, purtroppo o per fortuna, zero, giusto una spruzzata in alta collina: in compenso, tanta acqua e tantissimo vento, ruvido e freddo.

Ho sempre amato il vento, fin da bambina, e anche oggi sono felice quando soffia così forte: pulisce l’aria, scuote dal torpore, e porta con sé un canto che sa di libertà. Ciò non toglie che, tornando finalmente a casa dopo aver camminato con l’aria gelida addosso, bere qualcosa di caldo sia, più che un desiderio, un’esigenza.

Il mio sconfinato amore per il tè, purtroppo, ultimamente è poco ricambiato: sarà l’età che avanza (sigh), la tensione accumulata nell’ultimo periodo per vari problemi familiari o un certo effetto accumulo, ma devo decisamente evitare di abusarne. Per fortuna l’alternativa c’è, e sono le tisane: infusi di erbe e/o frutta disponibili in una quantità di combinazioni adatte davvero a tutti i gusti, e a tutte le esigenze.

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Al pari del tè, anche la tisana, per essere preparata al meglio, ama l’acqua appena alle soglie della bollitura, e preferisce essere messa in infusione in un contenitore già caldo. I tempi di infusione invece sono leggermente più brevi: 3-4 minuti di solito sono più che sufficienti. A questo proposito, una piccola avvertenza: seguiamo sempre scrupolosamente i tempi di infusione indicati, o rischieremo di combinare qualche pasticcio. Un esempio? La camomilla, che se lasciata in infusione troppo a lungo anziché rilassante diventa eccitante!

La tisana, tipicamente, si prepara direttamente in tazza perché il più delle volte è una coccola tutta personale. Per evitare che si raffreddi troppo in fretta, è buona norma utilizzare tazze alte e strette, le cosiddette mug, se possibile del modello pensato appositamente per le tisane e provvisto di filtro in ceramica; questo tipo di tazze è particolarmente adatto alle infusioni di frutta perché i pezzi che compongono la miscela, a contatto con l’acqua bollente, si gonfiano parecchio e faticano a rendere bene nei classici “ovetti” in alluminio, più appropriati per le tisane di erbe.

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Normalmente le tazze da tisana hanno anche un coperchio, per far sì che l’acqua non si raffreddi troppo in fretta compromettendo la buona riuscita dell’infusione, e anche per consentire un consumo della bevanda calmo e rilassato, senza timore di trovarsi a bere una brodaglia tiepida. In alternativa a questa soluzione, segnalo che al solito paradiso svedese si possono trovare dei magnifici “tapponi” in sughero perfetti lo stesso utilizzo.

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Come si diceva, ci sono infinite qualità di tisane, da bere per puro piacere o per beneficiare delle proprietà medicamentose degli ingredienti che le compongono. In questo secondo caso mi raccomando, non affidiamoci al caso o al passaparola, ma rivolgiamoci ad un’erboristeria seria che sappia consigliarci in modo professionale: non crediamo che siccome “sono solo erbe” non possano fare danni, perché è vero il contrario, e quindi conviene essere prudenti.

Se invece desideriamo solo una bevanda gradevole, possiamo davvero sbizzarrirci. Nel mio caso, alterno serenamente miscele prese in una nota catena di tè e infusioni, prodotti che trovo in erboristeria e altri che acquisto – perché no? – al supermercato. Qui, in particolare, prendo le tisane in filtro: sono buone, di qualità e comode, perfette per quando ho poco tempo, o poca voglia di complicarmi la vita con foglie, filtri e compagnia.

 

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Ultima nota. Si zuccherano, le tisane? Il tema è dibattuto: c’è chi dice che non si dovrebbe assolutamente, chi suggerisce di utilizzare solo zucchero integrale di canna o miele. Anche in questo caso, dipende: se sono tisane medicamentose, non c’è alternativa che seguire i consigli di chi le ha preparate. Negli altri casi, vale il gusto personale: e ognuno sia libero di fare ciò che preferisce.

5 pensieri su “Volersi bene. Tisana, anyone?”

  1. Il momento della tisana è un momento sacro per me e mio marito… ceniamo molto tardi verso le 21,30/22 dopo di che divanone con tisanone con sotto fondo di tv mentre siamo intenti nelle letture…è un momento molto nostro, intimo, che ti allontana dai ritmi frenetici della giornata per prepararti alle coccole ed al sonno…le tazze che utilizziamo non sono di grande qualità…ma per noi sono ricordi dei vari viaggi fatti insieme…kitsch da morire,ma nella casa bresciana tutto è permesso…in quella parmigiana belle tazze in fine porcellana rimangono chiuse nei mobili alla sera e vengono utilizzate solo per il te…li nonc’è bisogno di staccare dalla frenesia del lavoro,quindi si utilizzano per puro piacere…baci baci baci ale

    1. Noi ultimamente ceniamo prestissimo, e spesso appena dopo le nove me la filo a letto con tisana, candele e un buon libro lasciando al marito il governo della famiglia. Non è il massimo della socialità, ma ogni tanto ci vuole 🙂

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