Ricevere, Stile

Tempi che cambiano. Dalla “doggy bag” alla “scatola del gusto”, o la rivincita degli avanzi

©acasadibianca
©acasadibianca

Un tempo era vista come una stravaganza tutta americana, imbarazzante e innominabile per l’Italia finalmente baciata dal benessere: un’usanza francamente civilissima, all’insegna del rifiuto dello spreco, ma vissuta nel nostro paese con il terrore di essere additati come dei poveracci o, peggio, dei terribili taccagni. Parliamo della “doggy bag” o scatola degli avanzi, usanza appunto tipicamente made in USA che consiste nel farsi impacchettare e portare a casa (in teoria per il cane) gli avanzi del cibo non consumato al ristorante.

Ora finalmente questo tabù sembra caduto, e chiedere la “doggy bag” non solo non è più un’onta, ma anzi viene considerato responsabile, ecosostenibile e persino chic, tanto che per rifarle la reputazione c’è chi propone di attribuirle nomi altisonanti, dal “sacchetto dei sapori” alla “scatola del gusto”. Che dire, per me resta la “doggy bag”: lo trovo più simpatico…

Il tema mi porta ad affrontare un altro argomento considerato abbastanza tabù, cioè la gestione degli avanzi dei grandi pranzi domestici, di famiglia o con gli amici che siano.

Capita spesso, soprattutto nelle grandi occasioni, di ritrovarsi con una quantità di cibo non consumato superiore alle forze della famiglia più buongustaia. Escludendo di poter andare avanti settimane ad avanzi, per quanto riciclati in modo creativo, non restano che due strade: buttare o redistribuire. Dico subito che sono assolutamente contraria al buttare, perché trovo da sempre che lo spreco sia un delitto, e tanto più quando si tratta di cibo.

Resta dunque la seconda opzione, cioè redistribuire. Ma si può fare sempre? Beh, quasi, almeno secondo me. Vanno ovviamente escluse le situazioni più formali e quelle che vedono la presenza di amici o parenti poco inclini a questo genere di cose, ma per il resto si può fare eccome, anzi, spesso diventa un modo molto divertente di congedare gli ospiti. Unica piccola nota di bon ton, se si può parlare di bon ton degli avanzi: fornire cibo in perfette condizioni di conservazione e di ottimo aspetto, confezionato in modo pratico e assolutamente a prova di pericolose fuoriuscite.

Come farlo? Non è difficile, basta sapersi un minimo organizzare. Per cominciare, avere sempre in casa: contenitori usa e getta in alluminio per le pietanze “forti”; sacchetti frigo di varie dimensioni per pane o verdura cruda non condita; barattoli di vetro di diverse misure per creme, sughi e salse; borsine di plastica o carta per consegnare il “bottino”. Il tutto, com’è ovvio, rigorosamente nuovo o perfettamente pulito. Le porzioni andranno poi distribuite secondo disponibilità e gusti, evitando soprattutto di proporre pietanze che palesemente l’ospite non aveva particolarmente gradito.

In linea generale, quando capita a me faccio così: sistemo in bella vista sul tavolo di cucina le pietanze di cui resta abbondanza e invito a scegliere quello che si gradisce portare a casa. Inutile dire che i parenti più stretti non si fanno pregare e saccheggiano con gioia e libertà, così come gli amici veramente intimi. Gli amici meno assidui spesso fanno un po’ più di fatica ma, se approcciati in modo sereno e simpatico, rapidamente si sciolgono e vanno via tutti contenti con il loro cartoccino. Ovviamente, se il rifiuto persiste o l’ospite appare anche solo vagamente in imbarazzo, è categoricamente vietato insistere!

Nota ancora più dolente è data dal suddividere gli avanzi delle cene condivise. Spesso viene infatti istintivo rendere all’ospite buona parte di ciò che resta del piatto che lui stesso ha portato: considerando che normalmente si porta ciò che piace e riesce bene, si pensa di fare una gentilezza. Può invece capitare se questo urti la sensibilità dell’invitato: specie se non è tra gli amici più intimi, potrebbe pensare che non abbiamo gradito il suo contributo e che non vediamo l’ora di liberarcene. Per sgombrare il campo da ogni equivoco, chiediamo sempre di trattenere una piccola porzione per noi: l’ospite avrà così la certezza che il suo piatto è stato apprezzato, e tornerà a casa felice e soddisfatto.

19 pensieri su “Tempi che cambiano. Dalla “doggy bag” alla “scatola del gusto”, o la rivincita degli avanzi”

  1. Bell’argomento! Mi e’ capitato proprio di recente durante un viaggio che avendo ordinato un menu’ a prezzo fisso che con sorpresa era pure buono ed abbondante oltre che chiccoso, arrivati al dolce eravamo gia’ sazi, cosi’ la cameriera ci ha offerto di portarcelo via impacchettandocelo carinamente e ha fatto molto piacere alla mia golosita’ ma devo dire che non eravamo in Italia, qui non mi e’ ancora capitato…
    Quanto agli avanzi domestici ci sono molte varianti, mia cognata ad esempio, tendendo sempre ad esagerare con le porzioni ti da indietro cose che secondo me potrebbe anche ricongelare ed usare per se stessa,io lo farei, almeno avrei gia’ pranzi o cene pronti per l’occasione! Ad essere sincera io gli avanzi, quando ci sono li sfrutto molto senza ridistribuirli, lo faccio solo con i dolci quando ce ne e’ piu’ di uno, oppure nelle occasioni senza “regia” delle cene tra amiche….comunque credo che sia piu’ un problema “de noialtri” quello di abbondare con le quantita’….le Donne Letizia credo siano piu’ parsimoniose e misurate e raramente riciclano gli avanzi… 🙂

    1. Beh ma è ovvio che le Donne Letizia non abbiano il problema degli avanzi: li donano magnanimamente alla servitù 😉
      Battute a parte. Col tempo ho placato le mie ansie da “non ce n’è abbastanza” e infatti i grandi quantitativi di avanzi mi restano solo nelle grandi occasioni. Però proprio in quelle preparo in anticipo e congelo tutto quello che posso, quindi ciò che avanza va per forza consumato…
      A quel punto preferisco distribuire in giro che non rischiare di finire a buttar via.

      1. Io invece con la congelazione in anticipo non sono molto pratica e son piuttosto disorganizzata…ho sempre paura che la pietanza ne perda nel risultato…ecco potresti farne un altro post con quello che riesce bene.e.non nella congelazione!

  2. Argomento interessante! Sono d’accordo su tutta la linea. Si alla doggy bag, si alla divisione degli avanzi alle cene, no a rimandare indietro le pietanze preparate dallo stesso ospite. Io e i miei amici usiamo, talvolta, portare gli avanzi direttamente a persone bisognose, magari ai semafori o vicino alla stazione.
    Buona settimana!

    1. Bellissimo modo di condividere 🙂
      Da me purtroppo non si può fare perché nemmeno le associazioni possono più distribuire cibo ai senzatetto se non in precisi punti della città, pena multe salatissime; mense etc. invece non possono accettare nulla che venga da privati per ragioni sanitarie.
      Insomma, non c’è proprio modo 😦

    1. In teoria dovrebbe essere il cameriere che te lo offre se vede che hai avanzato tanto.perse nin altro per capire se non hai mangiato perché era troppo o perché era cattivo 😉

  3. Sono d’accordo con te e, in linea generale, faccio come te. Al ristorante (dove del resto andiamo raramente) è difficile che lasciamo qualcosa, anche perchè cerchiamo di non ordinare più di quanto possiamo mangiare (in tanti ristoranti ti danno la possibilità di ordinare all’inizio l’antipasto e il primo e di aggiungere eventualmente dopo il secondo). Invece ci capita quasi sempre in pizzeria e in questo caso quello che avanza lo portiamo tranquillamente a casa!

    1. Anche per noi è difficile, le rare volte che andiamo al ristorante, che avanzi qualcosa, e ultimamente anche in pizzeria: quando i bambini erano piccoli e lasciavano giù metà pizza però erano gli stessi camerieri a offrirci di impacchettarla, e allora… perché no?

      1. a me la pizza piace così tanto che non la lascio mai, ma davvero mai anche se non è proprio eccezionale, nel caso gradirei moltissimo mi fosse offerta la possibilità di portarla a casa. comunque se c’è una cosa che odio sono quelli che mangiano metà pizza e poi la lasciano lì magari buttandoci sopra altra roba o ci giocano rendendola quindi immangiabile. forse voi non ve lo ricordate più ma quando ancora si fumava nei locali pubblici c’erano persino quelli che ci spegnevano sopra le sigarette. orrore. perché sprecare il cibo dovrebbe proprio essere punito per legge.
        noi a dire il vero andiamo spesso al ristorante ma quasi sempre si tratta di locali di amici perché anche mio marito è nel settore, quindi la doggy bag è proprio un’abitudine consolidata. 😀

        1. A me danno ancora più fastidio quelli che ai buffet si stra riempiono il piatto e poi lasciano lì quasi tutto, all’insegna del “tanto è gratis”. Pagassero a consumo, sarebbero lì che prendono due cose e poi leccano il piatto, altro che buttare 😉

  4. a New York tanti anni fa mi è stata offerta una doggy bag e fino ad allora ne avevo solo sentito parlare. qua direi che ormai è di uso comune e i camerieri lo chiedono senza problemi se fa piacere portare via il che mi sembra cosa buona e giusta. la divisione degli avanzi alle cene per me è fondamentale perché come dice mio marito io in genere cucino per tutta la via anche se siamo un otto. in particolare una mia cara amica accetta con gioia perché odia cucinare e le risolvo un paio di cene. però quando sono io ospite devo dire che si mi rompe abbastanza veder tornare indietro la pietanza o il dolce che ho portato io.

    1. Infatti l’ideale sarebbe “incrociare” gli avanzi in modo che ciascuno si porti via le cose degli altri. Poi bisogna dire che molti rendono le cose a chi le ha portate per un discorso di comodità, perché così si ripigliano anche la teglia o il piatto senza bisogno di lavarglieli, il che secondo me è ancora più spiacevole. Diciamo che di solito le uniche contente di riprendersi le proprie cose sono le mamme che hanno portato cose sicuramente gradite ai loro pargoli, e che riportandole a casa si risparmiano di rifarle 😉

      1. infatti all’ultima cena di gruppo il quintale di hummus me lo sono riportata a casa ben volentieri. mentre la scorsa estate dopo la cena di inaugurazione terrazzo per la quale avevo un po’ preso le misure larghe per i salatini di pastasfoglia la mia vicina è stata super felice di avere gli puntini per il mare per i suoi bambini.

  5. ok…la mia mole lo rivela placidamente… a casa mia e quando esco a pranzo o a cena a me non avanza mai nulla…la “doggy bag” è un’usanza sacrosanta quando vado a mangiare da mia mamma o da mia suocera e mi risolve molte sere del lunedi:-)… quando poi riuscirò a mettere gli smile anche quando scrivo dal computer ve lo farò sapere!!!! baci baci baci

    1. Anche noi raramente avanziamo: del resto, le porzioni dei ristoranti italici non sono esattamente sovrabbondanti, anzi, qualche volta il rischio è di uscire con ancora un certo languorino 😉

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