
Sono nata e cresciuta in una città con un’importante tradizione musicale, e nella mia famiglia di origine la musica (soprattutto classica) è sempre stata amatissima. E’ quindi con un certo imbarazzo che confesso il mio ruolo di pecora nera: non che la musica non mi piaccia, anzi, ma sono tutto meno che un’esperta.
Ecco perché di mio non avrei mai parlato del ruolo della musica durante i momenti conviviali. Tuttavia, siccome una gentile lettrice mi ha chiesto qualche nota sul tema, mi faccio coraggio e cerco di rispondere meglio che posso.
Innanzi tutto va detto che c’è occasione e occasione, e musica e musica. Un tête a tête si presta molto meglio ad un sottofondo musicale di una cena con molti invitati, così come una musica soft risulta più adatta ad un tè pomeridiano tra signore che non ad un aperitivo a buffet organizzato da una compagnia di prestanti giovanotti.
Nota comune a tutti gli eventi sarà però, come sempre, una buona organizzazione. Per prima cosa, sarà opportuno selezionare in anticipo le musiche e predisporre una playlist che copra tutta la presumibile durata dell’evento: se musica deve essere, che musica sia, senza fastidiose interruzioni che costringano i padroni di casa a lasciare gli ospiti per occuparsi di giradischi & affini.
Vediamo quindi come abbinare al meglio occasione e sottofondo musicale.
Partiamo dalla situazione forse più facile da gestire: l’appuntamento romantico. Una tavola per due apparecchiata con ogni cura, un menù intrigante, la luce soffusa delle candele… quale migliore colonna sonora ad un momento tanto intimo del genere musicale preferito dai due innamorati? Musica e/o canzoni andranno naturalmente scelte tra le più lente e romantiche, selezionando con cura la scaletta e prediligendo canzoni che, per melodia e testi, possano contribuire a creare la giusta atmosfera. Anche il volume dovrà essere bel calibrato, per consentire una piacevole fruizione del sottofondo musicale senza che la conversazione ne sia disturbata.
Il discorso già cambia quando la cena ha più protagonisti. In questo caso, propenderei per una colonna sonora molto diversa, evitando le canzoni. L’istintivo seguire il testo potrebbe infatti facilmente distogliere gli ospiti dalla conversazione: per questo credo sia preferibile prediligere altri generi, quali musica classica, jazz o anche colonne sonore, ovviamente in versione solo strumentale. Il volume andrà tenuto piuttosto basso: la musica creerà solo un gradevole sottofondo, perfetto per rendere gradevole l’atmosfera senza disturbare la conversazione.
Anche un tè pomeridiano può beneficiare di un opportuno sottofondo musicale. Soprattutto se lo dedichiamo alle amiche e abbiamo voglia di giocare alle signore, un sottofondo un po’ retrò sarà perfetto: dai concerti per piano di Chopin all’immortale voce di Maria Callas, passando per jazz, blues e charleston, la scelta è vastissima e per tutti i gusti. L’importante, ancora una volta, è gestire bene il volume: l’obiettivo dev’essere creare un’atmosfera vintage e raffinata, non disturbare le chiacchiere.
Per finire, la situazione più libera e movimentata, anche dal punto di vista musicale: l’aperitivo o la cena a buffet. E’ questo un tipo di appuntamento che si presta meglio di ogni altro ad una colonna sonora più energica e ad un volume più alto. Normalmente la conversazione si svolge a piccoli gruppi che si formano e si sciolgono mille volte nel corso della serata, quindi una musica ben evidente non sarà di disturbo, anzi. Soprattutto se i partecipanti sono ragazzi, l’atmosfera informale e l’animazione della serata sono sicuramente favorite da una musica più ritmata e da un volume che dia più l’idea di una festa che di una cena. I generi musicali potranno essere i più diversi, e se c’è lo spazio, si potrà anche ballare. L’obiettivo sarà una serata che coniughi una compagnia vivace, un buffet ricco e invitante e tanta buona musica: volendo, la situazione perfetta per la nascita di nuovi amori…
Questo è un aspetto che trascuro sempre. Ma al prossimo tè con le amiche inviterò anche la Callas, ci puoi giurare 😉
Eh lo so che fa un pochino terza età, ma sentirla intonare “Casta diva” è sempre un’emozione 😉
ho letto con attenzione e ci ho pensato su un po’ ma benché molto appassionata di lirica e sinfonica faccio fatica a mettere su musica in un contesto conviviale, anche in sottofondo trovi che disturbi. o si ascolta musica o si chiacchiera le due cose faccio fatica. una mia cara amica ha il marito che ha sempre su musica, molto spesso cameristica e devo ammettere che ci sono dei momenti di estrema pesantezza. bo’ de gustibus. per dire io devo lavorare e studiare in silenzio. niente musica niente di niente, mio fratello ha fatto liceo classico e università con radio sempre nelle orecchie. comunque come sempre bella occasione di riflessione 😀
Guarda io vado molto a periodi: ci sono momenti in cui la musica mi dà quasi fastidio e altri in cui la adoro. Diciamo che a tavola valuto la situazione e considero anche gli ospiti, quindi non sempre la metto.
Sullo studio (e sul lavoro) sono pienamente d’accordo con te: silenzio assoluto e guai a chi fiata 😉
Condivido pienamente quanto hai scritto,fra l’altro anch’io sono nata e cresciuta in una città musicale (A Parma trovi Verdi anche nelle tazze da caffè ). Quando ricevo amo mettere a basso volume sul canale di sky jazz…tranne a Natale quando una nutrita schiera di cd natalizi prendono orgogliosamente il sopravvento baci baci baci ale
Eh beh, a Natale per forza 😉