
Antefatto. La mia piccola, amata utilitaria accusa ormai i segni del tempo. Così, prima che mi dicano di buttarla direttamente nel cassonetto, sto pensando di sostituirla con una nuova e più moderna vettura.
Nei giri per concessionari alla ricerca di una degna sostituta, sabato scorso abbiamo sconfinato e siamo finiti fuori regione. Trovandoci in zona sconosciuta e avendo al volante il classico uomo che “non deve chiedere mai” (indicazioni stradali), abbiamo iniziato a vagare smarriti tra le nebbie padane. All’improvviso, all’orizzonte si è accesa una luce di speranza. L’insegna del concessionario? No, la vetrina di un mercatino dell’usato: enorme, bellissimo… come non entrare?
Mai intuizione fu più azzeccata: tre tavoli giganteschi pieni di articoli per la tavola, e in mezzo… english potteries a profusione! L’entusiasmo si è rapidamente raffreddato alla vista dei prezzi, veramente esagerati per la situazione: per capirci, quattro piattini da dolce sbeccati costavano 25 euro, una tazza da tè moderna e senza marca (leggi: da supermercato) 15 euro e così via. Ero lì molto indecisa sul da farsi, e con il consorte che batteva ritmicamente il piede sul pavimento perché voleva andare a giocare con le macchinine, quando il mio sguardo è stato catturato da un bagliore bianco e blu.

Ed eccolo lì, il primo acquisto del giorno: un bel barattolo per il tè con coperchio di illustre manifattura (Mason’s), decorato in stile orientale, che è anche il motivo del prezzo basso: l’avevano preso per una cinesata.

Curiosità nella curiosità, è un pezzo realizzato appositamente per una nota casa produttrice di tè. Ha lo smalto abbastanza screpolato ma niente che non sia compatibile con un uso decorativo. Una veloce ricerca su Internet mi ha permesso di confermare la datazione agli anni Sessanta: insomma, io e lui siamo più o meno coetanei, qualche screpolatura possiamo perdonarcela, non credete?

Il vero colpaccio però doveva ancora arrivare. Sotto uno dei tavoli, messo lì come se fosse una robetta qualunque, c’era questo meraviglioso set da toeletta.

Ho riconosciuto immediatamente il pattern e un veloce sguardo alla marca mi ha dato ragione: nientemeno che un Arden della mia amatissima Burleigh!

Il set comprende brocca, catino, un portasapone con coperchio e uno (purtroppo) senza, due ciotoline. Incredibile ma vero, il prezzo era umano e le condizioni dei pezzi ottime, al netto del coperchio mancante. Ho subito cercato notizie in rete perché non ho nessuna esperienza su questo tipo di oggetti, ma non ho trovato nulla che mi aiuti a datarlo. In compenso ho trovato in vendita due set gemelli, solo catino e brocca, a prezzi stratosferici: il che, diciamolo, mi ha dato una certa soddisfazione.
Per inciso, alla fine il concessionario era due traverse più in là ma la macchina, vista dal vivo, non ci ha entusiasmati. La ricerca continua…
Quando si dice il destino! I tuoi acquisti sono come al solito molto affascinanti, e il barattolo per il tè è una vera chicca…
Già, il destino… se non avessimo sbagliato strada saremmo arrivati dall’altra parte e non avremmo mai visto questo posto 😉
che fortuna sfacciata! ad ogni modo prima di raccontare le mie avventure di sabato scorso volevo sapere dove metterai il completo dal bagno? visto che hai le mattonelle verdine mi sa che non è adatto quindi se proprio vuoi posso ospitarlo io per un po’ il set della Burleigh 😀 😀
comunque è ufficiale chi tiene ‘sti mercatini dovrebbe zappare la terra e basta, io sabato ho fatto un giro al mercatino dello pseudo antiquariato di Ancona e una signora che aveva un po’ d cose si è molto stupita che io guardassi con attenzione il retro. mi aveva detto che erano cose inglesi quindi perché guardare il retro? per la marca. “ah. perché c’è una marca? non basta che siano inglesi?”.
Ah beh non mi sorprende, del resto loro valutano non il reale valore delle cose ma la velocità con cui vanno via: comunque finché la gente butta english potteries per riempirsi casa di plastica a triangolini colorati, io ci guadagno solo 😉
Aspetta di vedere la parte due del post, on line oggi pomeriggio, e stupisciti con me
senti ma perché non scrivi all’azienda mandando le foto e chiedendo lumi sull’epoca, sicuramente sono pezzi almeno ante seconda guerra mondiale perché dopo il bagno ormai ce l’hanno tutti o forse perché no potrebbero essere dei set per gli hotel di un certo pregio.
Ci avevo pensato infatti a scrivere direttamente a loro, ma non sono molto convinta che siano pezzi vecchi: se ricordi queste cose erano tornate di gran moda negli anni Ottanta, di pari passo col furoreggiare dello stile Laura Ashley. Potrebbero benissimo essere di quel periodo. Dai dopo cerco una mail e gli scrivo: avessero già aperto ‘sto benedetto collectors club…