
Mi succede, se pur di rado, di riuscire a ritagliarmi qualche momento di assoluta, pura solitudine. E’ davvero un evento eccezionale, considerato il mio stile di vita e gli impegni che affollano la mia giornata. Perciò, quanto capita l’occasione, non me la faccio sfuggire.
Ecco perché sabato, nel bel mezzo di una toccata e fuga in collina per vedere che tutta la pioggia di queste settimane non avesse combinato disastri, ho approfittato di un momento di pigrizia collettiva e me la sono filata nel bosco. Nessun marito con cui chiacchierare, nessun figlio con cui bisticciare, nessun cane da controllare: solo io, e la macchina fotografica.

E’ sorprendente scoprire come immergersi nella natura solitaria rilassi la mente e acuisca i sensi. A me, almeno, succede così. Per cominciare, l’assenza di voci e rumori artificiali risveglia in modo incredibile la capacità di concentrazione. Fateci caso: anche se non vogliamo, quando siamo immersi nei rumori e nelle parole altrui (fossero pure solo quelle dei passanti che ci sfrecciano accanto per la strada) il nostro cervello si sforza comunque di seguirne il filo: ecco perché la confusione riesce ad affaticare così tanto.

Per questo a me non pare vero di liberare completamente la mente da qualsivoglia distrazione, lasciare liberi i pensieri e concentrarmi su quello che davvero mi interessa. Per dire, nei primi quindici minuti di passeggiata nel bosco avevo praticamente definito il bagaglio che dovrò preparare per una vacanza un po’ complicata, e la scaletta quasi completa di “Tea, anyone?”: in un’altra situazione, ci avrei messo come minimo un pomeriggio.

Quanto ai sensi – lo avete mai notato? – dopo un po’ che si cammina in solitudine, poco alla volta si acuiscono. Prendiamo l’udito. Quello che all’inizio era sembrato silenzio si rivela in realtà un insieme di mille voci. Parlano le foglie mosse dal vento, i legnetti che si spezzano sotto i nostri passi, i mille uccellini che gorgheggiano tra i rami: altro che silenzio, nel bosco c’è un baccano d’inferno, se solo ci si ferma ad ascoltarlo!

E che dire degli odori? Siamo un po’ troppo abituati a dividerli, semplicisticamente, in “profumi” e “puzze”: l’olfatto, diciamolo, è un senso piuttosto trascurato. Lasciandolo un po’ libero di risvegliarsi, invece, scopriremo che non c’è una così netta distinzione tra buono e cattivo. Le foglie cadute, il legno asciutto o bagnato, la terra intrisa di pioggia, l’erba che ondeggia al sole, tutto emana aromi dalle mille sfumature.

Anche la vista si aguzza. Improvvisamente, quella che poteva sembrare una massa di verde indistinto si anima e si definisce quale il complicato microcosmo che è.

L’erba, a vederla da vicino, brulica di vita: fiori dalle fogge incredibili e meravigliose svelano tra i petali e sotto le foglie insetti dalle mille forme e colori.


Nemmeno il tatto si sottrae alla gioia di questa esperienza. Costretto com’è nelle retrovie sensoriali dalle norme del vivere civile e dai loro eccessi (“toccare” è uno dei più grandi tabù del nostro tempo), può finalmente riscoprire il piacere di sfiorare il ruvido del legno, il fresco delle foglie, l’appiccicoso dei fiori, il freddo delle pietre.

Non ultimo, il gusto. Non è facile, e bisogna sapere molto bene quello che si fa (guai a improvvisare!), ma quante cose buone si possono trovare durante una passeggiata? Nel mio caso, proprio perché non conosco abbastanza erbe, funghi e altri frutti spontanei, mi limito a quanto di più affidabile: le fragoline di bosco! Per queste non ci sono foto: lo ammetto, sono stata troppo golosa, e le ho mangiate direttamente.
E voi, amate ritagliarvi qualche momento di vera solitudine?
hai ragione Bianca la solitudine ed il silenzio sono un toccasana per la riflessione e i pensieri. Anche io quando cammino in un posto silenzioso mi trovo ad avere idee e soluzioni brillanti. Ho anche notato che all’estero (sono stata in Siberia presto spero di potervi raccontare tutto) c’è maggior silenzio, nelle strade, all’aereoporto di Mosca si sentivano solo tre Italiani tra migliaia di persone, anche i bambini piccoli erano silenziosi, non facevano i capricci e non strillavano, Quando sono atterrata a Malpensa mi sono sentita aggredita dal rumore.
Adoro l’Italia ma siamo rumorosi …
Quanto al tea spero che ci parlerai anche del tea russo. In Siberia ho bevuto un tea buonissimo in albergo, ne ho anche comprato una confezione all’arancio e ogni volta che lo bevo mi ritrovo lì (dove spero di tornare presto). Anche il tea all’aeroporto era di qualità superiore a quello italiano. In Russia bevono il tea a colazione ma anche a fine pasto ed è veramente buono, soprattutto si accompagna bene a cibi salati.
Non vedo l’ora di tornare là (ma non peri tea…) Lo so che sono misteriosa ma spero di potervi dire tutto molto presto….
Hai ragione, noi italiani siamo piuttosto rumorosi 😊
Per il resto mi affascina molto il tuo racconto sulla Russia, paese che non ho mai visitato ma che credo sia bellissimo e allo stesso tempo ancora terribile, almeno in certe zone.
Quanto al tè, temo che al momento mi fermerò alla sua versione british. Un domani però, chissà…
Proprio ieri ho finito a leggere un libro :quattro tazze di tempesta e ho pensato a te, non è che anche tu l’hai letto ultimamente?
Non lo conosco! Lo consigli? Al momento ho più libri sul comodino che tempo di leggerli, ma intanto posso prendere nota. Arriveranno le vacanze, prima o poi …
Anche io non vedo l’ora che arrivino le vacanze per leggere, è un libro ambientato in Provenza che gira intorno alla passione per le miscele del tè e alla vita di quattro donne,non male.
Al prossimo giro in libreria lo guardo. Grazie per la dritta 🙂
Lo scrivo qui perché ho appena finito di leggere i commenti
Hai una ricetta per la cheee cake senza glutine?
E’ proprio indispensabile inondare i biscotti di burro…la prova costume incombe…
Avrai senz’altro una soluzione gluten free e golosissima
grazie
Beh la versione gluten free che l’avrei, ed è pure golosissima, ma ecco, non la vedo tanto utile a superare la prova costume, anzi. Se vuoi nei prossimi giorni la posto lo stesso, ma non dire che non ti avevo avvertito 😉
ps il burro, ahimè, ci vuole, sennò la base non sta assieme. Ci sono ricette che lo sostituiscono con altri ingredienti ma alla fine quello che togli di grassi lo aggiungi di zuccheri, e allora tanto vale…
Carissima, finalmente riesco a scrivere due righe. Ad avercela un po’ di solitudine! La bimba cresce e prima la dovevo solo accudire, ora mi tocca fare anche la compagna di gioco. Avendo una disposizione naturale alla vita associata pari a quella di un cinghiale di montagna, direi che la solitudine è la mia dimensione ideale.Comunque qualche giorno immersa nella natura, fa tornare in pace con la società nevrotica in cui ci tocca vivere.Complimenti per le foto! Se vieni in Sardegna postane anche del mare, per par condicio. Baci.
Ti capisco benissimo, gli anni dell’infanzia sono parecchio impegnativi… ma poi ti girerai un attimo et voilà, quel tenero frugoletto sarà diventato una giovane donna che sarà molto lieta (pure troppo) di incoraggiati a ritagliarti spazi personali (=levarti dai piedi 😜).
Per il mare, niente Sardegna quest’anno. Oseremo vacanze molto alternative rispetto agli ultimi quindici anni: e per quanti la Sardegna già mi manchi, direi che era ora 😊!
No, vabbè! Una volta che scrivo lo pubblico due volte!!Vedi che mi farebbe bene un sano periodo di pace ed isolamento?
Baci.
Puff, sparito! Vedi come sono tecnologica 😉?
Non amo girare in solitudine sono una chiacchierona irrimediabile…per contro amo molto rimanere in casa da sola…luci soffuse divano o vasca da bagno un buon libro…un buon te… cosa chiede di più dalla vita?…Complimenti per le foto che ho visto anche su face book sei bravissima… per quanto rigurada l’acuirsi degli odori-… avete mai notato come quando si va in motagna sia in estate che in inverno la differenza fra quando si è in mezzo ad un prato o ad un pista e quando si sul ciglio di una strada?… e pensare che in città non ci accorgamo di nulla!!!! Baci baci baci ale
Secondo me in città l’olfatto si nasconde per sopravvivere 😉