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Arte della tavola. Una sfida in grigio e rosa

©acasadibianca
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Uno dei motivi per cui, fino a pochi anni fa, non potevo vedere l’English Transferware era perché – lo sapete – mi faceva terribilmente vecchia signora. E questo nonostante non conoscessi nessuno (e dico nessuno, né in famiglia né tra gli amici) che lo avesse in casa. Eppure, per chissà quale strano pregiudizio, lo associavo a nonne con la cuffietta, vetrinette piene di “buone cose di pessimo gusto”,  brodo di pollo e case buie e polverose.

Come sono cambiate le cose, lo sapete bene. Eppure mi rendo conto che quella mia sensazione è ancora condivisa da molti, e che l’immagine di articolo demodé penalizza molto questo genere decorativo, a mio modesto avviso del tutto immeritatamente. Ecco perché, dopo la tavola bianca e blu di Ferragosto che avete visto qui, oggi vi propongo un mini set che dimostra come sia semplice  (e anche poco impegnativo) rendere questo genere di piatti fresco e attuale.

©acasadibianca
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Ho scelto come base un colore per me un po’ insolito, il rosa: non un rosa qualunque, ma il rosa quarzo, più caldo e ricercato del tradizionale rosa confetto, e non a caso scelto dalla Pantone come “Colore dell’anno” per il 2016. Per evitare l’effetto bomboniera e modernizzarlo un po’, l’ho abbinato ad un tono molto bello e attuale: il grigio perla. Non so a  voi, ma a me piace molto rischiarare il grigio con un tocco di colore pastello: lo faccio nell’abbigliamento, e mi è venuto naturale replicarlo anche sulla tavola.

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Una tavola fresca e non impegnativa, a cominciare dalla base: una tovaglia di cotone presa in un grande magazzino, che mi è piaciuta molto sia per il punto di colore che per la fantasia, un quadretto sottile con bordo a piccoli pois, che diventa protagonista nei tovaglioli abbinati. Niente sottopiatti, come preferisco su una tavola molto informale. Quanto ai piatti, ho abbinato due diversi servizi, acquistati dalle mie manifatture del cuore: il Delamere Rural di Spode, appunto in grigio chiaro, e l’Asiatic Pheasant di Burleigh, nella sua versione in rosa.

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Il bordo grigio del Delamere contrasta in modo perfetto con la tovaglia, mentre il rosa dell’Asiatic ne riprende il colore. Per accentuare ancora di più l’informalità della tavola, ho scelto posate con manico in plastica a righe panna e grigio, fresche e divertenti. Grigio anche per il bicchiere dell’acqua, un semplicissimo tumbler in vetro, mentre il calice da vino è ovviamente trasparente.

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A metà strada tra l’utile e il dilettevole i piattini da dolce, qui utilizzati per il pane: sono ancora del servizio Spode, ma contrariamente agli altri pezzi, che hanno solo il bordo decorato, hanno un magnifico disegno centrale.

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Ultimo ma non meno importante, il centrotavola. La tavola è stretta e non consente gradi decorazioni, ma un mini vasetto in vetro opalino grigio e tre rose colte sul balcone sono più che sufficienti per dare un piccolo tocco floreale che ingentilisca il tutto.

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Che dite, l’English Transferware vi sembra ancora un genere da vecchia signora con la cuffietta?

7 pensieri su “Arte della tavola. Una sfida in grigio e rosa”

  1. io sono abbastanza convinta che la bellezza sta negli occhi di chi guarda, perciò come si suol dire “de gustibus”, ma nel tuo caso gli abbinamenti creano una perfetta armonia ricercata ed elegante.
    Abbinare colori “insoliti” può essere una sfida, che direi hai superato a pieni voti!

  2. Il rosa e il grigio mi piacciono sempre molto, abbinati, anche negli abiti (io uso poco il rosa ma a mia figlia lo metto e spesso proprio con qualcosa di grigio. Non avrei mai detto che righe, pois e quadretti insieme potessero andare d’accordo, e la tua penultima foto è stata una sorpresa in questo senso. Le posate con il manico rigato sono adorabili, e i piatti… wow! 🙂

    1. Con il rosa ho sempre avuto un rapporto ambivalente: mi piace, ma me lo vedo poco, e infatti non lo uso quasi mai. In questo senso, i piatti Asiatic rosa sono stati un vero azzardo!
      L’abbinamento ad altro colore, poi, è quasi obbligato: non credo riuscirei a sedermi a una tavola tutta rosa…
      Sull’abbinamento di righe, pois e quadretti ti do ragione: era un rischio, e invece è andata bene. Mai dire no, senza prima avere provato 😉

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