
In collina c’è una piccola vigna. Una pianta sola, decisamente malconcia, retaggio di qualche tentativo colturale di chissà quante generazioni fa. Il clima non le è particolarmente favorevole, eppure caparbiamente, una stagione dopo l’altra, produce minuscoli grappoli scuri. Non è uva da pasto ma da vino, quindi è immangiabile, eppure veder maturare i suoi stentati grappoletti ha un che di commovente: un bell’esempio della forza della natura, e della sua tenace capacità di sopravvivere anche là dove le condizioni le sono più avverse.
Quest’anno ho avuto un’occasione in più per apprezzarne la presenza. La tavola mensile del solito gruppo Facebook era infatti per il mese di settembre proprio “la tavola della vendemmia”. Dico la verità, sono andata a un passo dal non farla: non che non mi piacesse il tema, anzi, ma non riuscivo assolutamente a farmi venire un’idea che qualche altra componente del gruppo non avesse già realizzato, e anche meglio di come avrei fatto io. Poi ieri siamo andati in collina per un pranzo di famiglia, e mentre pensavo a come apparecchiare mi sono detta: “perché no?”.

L’ispirazione è venuta da un recente colpo di fortuna, l’aver recuperato alcuni piatti di inizio Novecento con un delizioso disegno liberty che mi pareva perfetto per l’occasione: certo, sono fiori e non grappoli d’uva, ma colore e stile me li ricordano così tanto che non avrei potuto avere un punto di partenza migliore.

Ho fotografato una versione “primitiva” della tavola, con soli quattro posti, perché più piatti ci sono più mi è difficile fare inquadrature decenti. E visto che già non sono una gran fotografa, meno mi complico la vita meglio è! Alla fine, comunque, a tavola ci siamo seduti in dieci.

Niente tovaglia, in omaggio allo stile rustico che prediligo in collina: mi sono resa conto di aver dimenticato i tovaglioli dopo aver messo via la macchina fotografica, e il prossimo arrivo degli ospiti non mi ha consentito di scattare ancora. Sappiate che c’erano, di lino bianco.

I veri protagonisti sono stati comunque i piatti con il loro elegante decoro, e soprattutto lei, la vigna e i suoi frutti, declinati in un rigoglioso centrotavola.

Ho intrecciato alcuni tralci, poggiato qui e là alcuni piccoli grappoli (uva da tavola, che infatti alla fine è stata anche mangiata), e punteggiato il tutto con gli ultimi fiori di campo, carotilla bianca e camomilla. Velocissimo e molto semplice da replicare.


Ancora in omaggio alla stagione del raccolto, su un’alzatina dello stesso servizio hanno preso posto gli ultimi fichi, tardivo regalo del vecchio albero che incornicia la vista sulla valle.

E’ una delle tavole meno strutturate che io abbia apparecchiato nell’ultimo periodo e chissà, forse mi è piaciuta tanto anche per quello. Ma non temete. Se preferite apparecchiature più complesse, ottobre sarà il mese che fa per voi. Aspettate e vedrete!
Sicuramente uno stile semplice e raffinato :poesia! Buona settimana. Dani 🍇
Grazie Dani, una splendida settimana ancge a te 😙
Passo di qua e di nuovo trovo le posate infilate sotto i piatti….ma sei proprio sicura che questa sia la posizione migliore per scattare le foto?
Hai ragione, è un vizio che non riesco proprio a togliermi! Mettiamola così: è il tocco di imperfezione che garantisce la qualità artigianale dell’articolo 😉
Cmq io farei un piccolo sforzo in.più per rendere la cosa più armoniosa considerando il fatto che viene pubblicata su una pagina specifica per tavole apparecchiate.
P.s. tornando sulla tua pagina mi si è aperto un pop up che mi dice di esser il milionesimo visitatore e per questo un possibile vincitore di una 500 solo cliccando sull’annuncio…senz’altro una bufala e magari anche pericolosa…ma non clicco, non so se puoi far qualcosa a riguardo o dipende dal sistema.
Farò del mio meglio, senza dimenticare la natura di questo blog: un passatempo, per me e per chi lo legge, fatto con cura ma pur sempre amatoriale. Le tavole che pubblico nel 99% dei casi sono preparate a casa mia per ospiti reali, non sono scenografie create per le foto, e devono essere soprattutto comode per mangiare, anche a costo di sembrare “povere”. Tavole super strutturate e foto professionali, ahimè, vanno cercate altrove…
Per i pop up invece non posso fare nulla, li gestisce la piattaforma che ospita il blog e, per dirla tutta, io nemmeno li riesco a vedere.
Dai DB…non sto parlando di cose eclatanti, solo di posate messe ai lati del piatto invece che sotto. 🙂 mi sembrano più carine da vedere.
..il posto tavola risulta più striminzito…sili per quello.
Beh in questo caso il posto tavola era striminzito per necessità: dopo queste foto ho aggiunto altri sei posti, e dato che ormai anche i ragazzi non sono più di formato tascabile, ci siamo dovuti adattare un po’ tutti.
Cose che capitano, nella vita vera 😉
Ok, l’ultimo commento e poi vado tanto vedo che non riesco a spiegarmi: la tavola è molto carina ma non mi pare striminzita, c’è parecchio spazio tra un placè e l’altro solo che sembra di vedere solo il piatto senza le posate e secobdo il mio parere risulterebbe più armonioso se le posate si allargassero un po’ ai lati, poi giustamente la tavola è la tua e ne fai ciò che vuoi ma mi pare strano vederla cosi dato che è fatta per essere mostrata/apprezzata. Ciao.
Katia ti rispondo qui se no non si capisce più niente. Avevo capito perfettamente, infatti dopo il primo commento ti ho risposto che a volte le metto così vicine al piatto senza renderermene conto e che in futuro ci avrei fatto più attenzione.
Nel caso specifico poi, come ho scritto nel post, le foto sono prese al volo da una tavola che nasceva per dieci e che ho fotografato in corso d’opera perché mi venivano meglio così, ma gli spazi erano già strutturati per accogliere gli altri posti tavola.
Ora che spero sia tutto chiarito, ti auguro una buona giornata 😊
scusate ma davvero bisogna andare a cercare il pelo nell’uovo? una tavola molto spontanea, di campagna, senza tovaglia, per me va bene così, non avevo notato le posate troppo sotto al piatto.
fra l’altro se ho capito bene va anche nel gruppo su FB che ho frequentato per un po’ e dove ci sono orrori tipo piatti di plastica e tovaglie di carta quindi magari si possono anche tollerare le posate troppo vicino al piatto. e io le tollero perché mi sono goduta la foto con la vista sulle meravigliose colline 😀
ps a me non appaiono pop up ma solo un quadrato pubblicitario in fondo al post
È interessante notare come un particolare che uno nemmeno nota sia così rilevante per un altro: c’è poco da fare, siamo tutti diversi ed è quello il bello, no?
Comunque dovresti rientrare nel gruppo, il clima è molto cambiato, piatti di plastica non se ne vedono più ed è comunque davvero interessante vedere in quanti modi diversi venga declinato lo stesso tema. Gusti personali diversissimi ovviamente, ma proprio per quello una vera miniera di idee 😊
Ps WordPress mi avverte che chi segue il blog potrebbe vedere delle pubblicità ma io non vedo nulla né posso intervenire. Portate pazienza…
e anche il centrotavola è bellissimo 😀
Farlo vedere bene è uno dei motivi per cui ho scattato con pochi piatti in tavola, devo dire che faceva davvero festa 😊
MI piace molto questa apparecchiatura, semplice ed elegante allo stesso tempo e in tema con il mese di settembre!
Grazie Giusy 😙
niente pop up neanche per me… centro tavola bellissimo! mi piacerebbe avere una casa in collina….
Il mistero del popup si infittisce… Vai a sapere se e quando ricomparirà: nel caso, evitate di cliccarci sopra e non dovrebbe succedere niente 😊
Ps i fine settimana in collina solo il realizzarsi di un sogno per me, e di un incubo per i miei figli. Ah, le gioie dell’adolescenza 😉😉😉
La tavola è bellissima, di un’eleganza rustica che invita a sedersi, a rilassarsi e godere del buon cibo, della convivialità e del panorama.
Tra l’altro in collina questo inizio di autunno molto mite è davvero uno spettacolo.
L’alzatina con i fichi e le margheritine è deliziosa, e il centrotavola commestibile è un tocco da maestra. Chapeau 🙂
Concludere un convivio mangiando il centrotavola è bizzarro ma molto divertente. Un po’ come quando da bambini, alla fine di una giornata di mare, prima di lasciare la spiaggia ci si divertiva a saltare sul castello di sabbia amorevolmente creato durante il giorno: un piccolo rito selvaggio e liberatorio che valeva tutta la fatica della costruzione 😉