
Io e il sushi ci siamo conosciuti qualche anno fa. Non era ancora scoppiata la gran moda della cucina orientale e, lo ammetto, al primo assaggio sono rimasta piuttosto schifata. Sarà che, da discendente (anche) di pescatori, avevo una notevole diffidenza di fronte al pensiero di mangiare pesce crudo, sarà che tutto ciò che ha consistenza viscida mi piace poco, ma ho deciso che non faceva per me.
Gli ho dato un’altra possibilità di recente, esclusivamente per amore materno: come sa chiunque abbia figli ragazzini, il sushi è quello che per noi adolescenti degli anni Ottanta erano i cheeseburger, cioè il non plus ultra della delizia. Alle vibrate proteste dei mie rampolli (“Come puoi dire che non è buono?!?”) mi è toccato seguire la famiglia a mangiare giapponese, e vacci una volta, vacci due, non dico che ora adoro il sushi ma lo mangio, e anche volentieri.
Per vari motivi, capita a volte che lo prendiamo da asporto. Ora, vi pare che una ceramiche-addicted come la sottoscritta possa perdere l’occasione per aggiornare il proprio corredo domestico? Giammai! Ecco perché, tra gli sfottò generali, ho allestito un mini sushi-set per la tavola familiare. A mia parziale discolpa, posso solo dire di avere speso pochissimo: vale, vero?

Lo stile è stato pesantemente influenzato dai miei allegri figlioli, attualmente in fase minimal così spinta da non concepire l’esistenza di qualunque colore non sia bianco o nero.E’ colpa loro se come base, in sostituzione delle tovagliette in bambù naturale che avevo scelto, mi è toccato ripiegare sul nero, approfittando di un regalo ricevuto anni fa e – per dire quanto ami il nero in tavola – usato finora solo una volta, per questa tavola di Halloween.
Condiviso invece il colore dei piatti, rigorosamente bianchi come i poggiabacchette e i bicchieri, rispettivamente australiani e made in Svezia. Bambù invece per le bacchette, acquistate al noto discount tedesco: conoscendo i miei polli, quelle superchic in ceramica non sarebbero sopravvissute al primo utilizzo…

Unico tocco di colore, peraltro alla fine approvato anche dai due allegroni, le ciotoline per le salse: vengono dalla nota catena spagnola di articoli per casa, e sono decorate con piccole carpe color corallo.
Tavola low cost, dicevo, ma con un guizzo di follia: il centrotavola, piccolo oggetto di design preso quest’estate al MoMa.

E’ rotondo, nato per comporre i fiori in assoluto minimalismo: ho scelto di completarlo con dei crisantemi, simbolo nazionale del Giappone, dove sono considerati il fiore degli Imperatori.

Bianco, nero, un tocco di rosso: direi che il sushi non dovrebbe lamentarsi dell’accoglienza…
Mi piace.
Grazie 😙
Io penso di essere rimasta l’unica persona al mondo a non conoscere ancora il sushi, mai provato!!, non sono per i cibi alternativi, sono molto abitudinaria.
Ps: manca solo una geisha e la tavola è perfetta!!! 🙂
No guarda la geisha c’è, ed è la sottoscritta che va avanti e indietro dalla cucina 😂😂😂
Anzi, ora che ci penso potrebbe essere una splendida scusa per auto-regalarmi un kimono 🎎
🙂
Siamo in due anche io non ho mai assaggiato il sushi ma nel mio caso perché mio marito non apprezza e comunque anche io ho delle riserve per il pesce crudo. Mi attira invece perché è gluten free e data la mia intolleranza è un cibo alternativo, Comunque si sopravvive lo stesso, soprattutto grazie a mia suocera che prepara pane e pasta gluten free fatte in casa.
Bianca è da un po’ che non proponi nuove ricette gluten free hai mai provato a fare le tortillas con la farina di mais bianco?
Il negozio pakistano vicino allo studio della mia collega la vende e sono tentata ma non vorrei cacciarmi in un ginepraio di difficoltà quindi aspetto i tuoi illuminati consigli (oppure la prima volta che ci vado la compro e la provo)
Occhio che il sushi non sempre è gluten free, dove lo prendo io lo garantiscono solo su richiesta e comunque non in tutte le versioni. Chiedere sempre!
Le tortillas di mais bianco le ho fatte più volte utilizzando la polenta bianca precotta (marca Molino di ferro, che è gluten free), non sono difficili ma si fa una bella fatica a tirarle sottili…
Appena riesco ti posto la ricetta 😊
Per ora sono l’unica della famiglia ad apprezzare il sushi, soprattutto perché rientra tra le cene che si possono ricevere a casa, quando le energie sono sotto lo zero e magari manca anche il tempo per la spesa (vedi il venerdì sera quando arrivo finalmente a casa). Aspetterò l’adolescenza di mia figlia, ma temo che gli aspetti negativi di quell’età faranno passare in secondo piano i possibili risvolti positivi della faccenda.
Per la fase minimalista dei figli, non disperare: anch’io ho avuto un periodo rigoroso, solo black &white, solo forme pulite, solo designer nordici, blablabla… e guardami adesso! 😀
Mi piace molto la ciotolina con le carpe, e finalmente vedo qualcun’altro che apprezza i crisantemi anche al di fuori da contesti funerari. Per me sono fiori bellissimi. Una volta alle elementari avrei voluto regalarli alla maestra, la mamma me lo impedì e forse meglio così: non so quanto avrebbe apprezzato la destinataria…
I Crisantemi hanno forme e colori che lasciano a bocca aperta, peccato per l’odore che non è molto gradevole altrimenti surclasserebbero anche rose e peonie.
Sul fronte adolescenza no comment: diciamo che mi ripeto spesso “passerà anche questa” 😉