Atmosfere, Decorare, Ricevere, Stile, Tavola, Tavole a tema

Arte della tavola. Il dono della luce

Non siamo più abituati al buio. Davvero, si può dire che praticamente non lo conosciamo: l’avvento dell’elettricità ci ha quasi privato della sua presenza, tanto che ci risulta difficile anche solo immaginare come fosse la vita “prima”. Invece c’è stato un tempo, nemmeno troppo lontano, in cui lo scendere della notte faceva cessare ogni attività, e la famiglia si riuniva attorno al desco serale in un’atmosfera raccolta, grata per il dono offerto dalla luce rassicurante delle candele.

©acasadibianca
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E’ quest’idea di intimità e conforto che ho voluto riportare sulla tavola che vi propongo oggi, preparata per l’evento di novembre del solito gruppo Facebook dedicato alle apparecchiature. Il tema era appunto “la tavola delle luci”, e mi è piaciuto subito. Amo le atmosfere soffuse, e l’ho fatto mio senza difficoltà. Incredibilmente, udite udite, per questa tavola non ho usato NESSUN pezzo inglese. Ma proprio niente, eh: è tutto rigorosamente italico, dall’inizio alla fine. Non ve l’aspettavate, vero?

Come fondo, visto che l’idea era giocare coi riflessi, ho scelto una tovaglia bianca in fiandra, tessuto che riluce già di suo. Ho quindi apparecchiato con sottopiatti e piatti in vetro completamente trasparenti, mossi appena da un piccolo decoro sul bordo. Posate d’acciaio di linea moderna e bicchieri in vetro ottico, perfetti per giocare con la luce, hanno completato la tavola.

©acasadibianca
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A questo punto, non restava che illuminarla. Anche se la scelta ha reso decisamente più difficile fare le foto (e, ahimé, si vede), ho voluto usare solo candele, rigorosamente bianche. In particolare, candele galleggianti, perché anche l’acqua contribuisse al gioco di riflessi che volevo ottenere.

©acasadibianca
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Per aumentare l’effetto delle fiammelle, ho usato come base del centrotavola una fila di specchi. Sopra ho posizionato, alternandoli, candelieri alti e bassi, tutti però accesi dalla semplice luce di un lumino.

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Al centro della composizione, un’alzatina di cristallo inciso, deliziosamente illuminata dall’alto e dal basso.

©acasadibianca
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Piccoli vasi di vetro trasparente con la loro candelina galleggiante posti al centro del piatto hanno fatto da segnaposto, illuminando tutto il posto tavola, che era un po’ rilucente già di suo grazie a dei fermatovaglioli punteggiati di cristalli.

©acasadibianca
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Con mio sincero dispiacere, a questa tavola non ha mangiato nessuno: l’ho preparata per gioco e smontata subito dopo le foto. L’effetto finale però mi è piaciuto davvero moltissimo, quindi credo proprio che me la giocherò durante le prossime feste.

©acasadibianca
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Che dite, la vedreste meglio per la Vigilia o per la notte di Capodanno? Attendo suggerimenti…

 

26 pensieri su “Arte della tavola. Il dono della luce”

  1. Non so perché mi ricorda Eyes wide shut…Fidelio….
    Impegnativa ma d’effetto…però non la farei ne per l’una ne per l’altra festa, mi pare troppo scomoda da gestire.

    1. Ehm… non ho visto Eyes wide shut e non so chi sia Fidelio… mi informerò…
      Per il resto hai ragione non è semplice da gestire quindi va comunque pensata per poche persone e soprattutto con un menù adatto alla luce soffusa. Per dire, alla Vigilia eviterei pesce con le lische perché sarei la prima a non vederle 😂

  2. Premetto di non essere una fan del vetro – e infatti nella mia collezione reale non ci sono le varie e numerose memorabilia di vetro stampato molto amate e diffuse in UK – però stamani quando ho aperto il post sono rimasta incantata per l’effetto complessivo fatato e poetico della tua tavola. Le candele, la luce, lo specchio tutto è in perfetto equilibrio, poi se questa sia una tavola da usare non so, di certo non lascia indifferenti.
    Quanto al film di Kubrick – noto soprattutto per il fatto di aver talmente stremato i protagonisti che la Kidman e Cruise si sono lasciati – è vero che è ricco di candele ma non capisco come possa far pensare alla tua tavola. Eyes wide shut è oscuro, maniaco, perverso, pieno di elucubrazioni, sottintesi; il peggior Kubrick a mio avviso. Vabbè ma a me praticamente del famoso regista è piaciuto solo Barry Lindon 😉

    1. Io invece adoro il vetro soprattutto associato alla luce delle candele, mi dà proprio l’idea della dolcezza. Poi come sempre sono gusti…
      Il film come dicevo non l’ho visto, non amo Kubrik, Tom Cruise mi sta antipatico dai tempo di Top Gun e tutto il can can che se n’era fatto all’epoca mi aveva fatto passare del tutto la voglia di andare al cinema. Diciamo che non è il mio genere.

      1. Anche a me Cruise non piace come tipo e anche per la sua adesione alla nota setta. La Kidman mi sta antipatica da quando ha abbandonato a se stessi i figli adottati con Cruise. Ad ogni modo non ti sei persa nulla non andando a vedere il film di cui sopra, invece Barry Lyndon te lo consiglio – avevo lasciato una y in giro 😉 – è famoso per la fotografia ispirata ai grandi ritratti del Settecento inglese, io l’ho trovato affascinante e siccome mio fratello ed io siamo maniaci di storia e film storici, quando siamo andati insieme a Potsdam ci siamo fermati in muta e commossa contemplazione di uno scorcio nel parco verso il Neue Palais che fa da sfondo a una scena chiave del film… ma appunto noi siamo maniaci. 😀

    2. Non c’è bisogno che tu capisca…è stata solo una mia impressione appena ho visto la.foto…un po’ come le macchie astratte nere mostrate dagli psicologi…ognuno le interpreta a suo modo ma solo lo psicologo cerca di capirne il perché.

      1. Ah ok pensavo mi sfuggisse qualche riferimento scenico. In effetti è vero le associazioni che si fanno a volte agli altri sembrano stravaganti ma per noi.. sono chiarissime 😊

  3. Ciao Bianca
    Come sempre bravissima ad interpretare un tema ma a me le foto (a parte la prima) hanno trasmesso un senso di inquietudine, sembrano immagini di una funzione religiosa durante la sacra inquisizione o in una cripta…
    Mi rendo conto di essere in minoranza ma l’effetto è stato questo
    Forse vedere la tavola nella stanza calda e lievemente illuminata e con le pietanze nei piatti da portata la renderebbe meno inquietante ma per una buona forchetta come me il cibo è sempre tranquillizzante
    Comunque complimenti il menù per la vigilia potrebbe essere un risotto con le seppie e i piselli e i filetti di pescatrice con olive e limone, semplice, di pesce, senza lische e valorizzato dalla trasparenza e dalla luce
    Tienici aggiornati

    1. Scusa Sabrina ma l’idea della funzione religiosa nella cripta mi ha fatta morire dal ridere 😂😂😂
      In realtà è vero che dalle foto risulta un’atmosfera molto particolare ma dal vivo ti assicuro che non era così gotica!
      Per il menù ti ringrazio e prendo nota: l’idea mi piace molto ma come dicevo sopra devo prima di tutto capire in quanti saremo. Come al solito mi toccherà decidere all’ultimo momento 😊

  4. Ecco per rimanere in tema favolistico potrebbe essere la tavola della Bella e la Bestia o quella del Fantasma dell’ opera nei sotterranei del teatro. Forse è la tavola di chi guarda ma non vuole essere guardato, un carattere alieno da smanie di protagonismo, una vera signora come te Bianca. Buona giornata

    1. Parlando seriamente. Non ho paura del buio anche se, come credo capiti a tutti, un pochino mi inquieta. Ho imparato ad apprezzarlo da quando ho la casa in collina perché lì, volenti o nolenti, quando il sole tramonta cala un’oscurita che chi vive in città non conosce. All’inizio era fonte di inquietudine molto forte, ma piano piano non solo mi ci sono abituata ma ho imparato a apprezzarla. La luce porta in primo piano la forma, il buio obbliga a confrontarsi con la sostanza. Per questo anche una tavola a lume di candela (e lo ripeto, nella realtà c’era tutt’altro che un’atmosfera gotica) ha un suo perché profondo: abiti, gioielli, trucco non contano più, emerge finalmente l’essenza. E non mi sembra una cosa da poco.

  5. senza ombra di dubbio ti direi vigilia, io ne ho preparata una simile lo scorso anno per S. Stefano ho abbinato boule d’argento al candore della tovaglia e dei piatti, le candele ed i cristalli luccicavano che ra uno splendore…

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