Gennaio è un mese sospeso. Non ha il calore delle feste di dicembre né l’allegria carnevalesca di febbraio, si colloca lì, in un tempo e in uno spazio gelidi e silenti.

Per molti anni, lo ammetto, l’ho proprio detestato. Con il tempo però ho imparato ad apprezzarne la silenziosa eleganza, e ho iniziato ad amarlo per quello che in effetti è: una pagina bianca, tutta da riempire.
Proprio perché apparentemente così vuoto, gennaio è come un cesto che aspetta di essere colmato. Nessuna festa, nessuna celebrazione ci suggeriscono come viverlo: lo possiamo plasmare a nostro perfetto piacimento, riempiendolo poco a poco di esperienze nuove e meravigliose. Godersi il lento scorrere del tempo, abbracciare il pieno dell’inverno: ecco cos’è per me gennaio.
E’ regalarsi spazi di pigrizia e condivisione, mettere al minimo – se serve – persino la cucina, che si accontenta di cibi semplici e caldi, rivolti all’anima prima ancora che al palato. E’ il momento delle ricette di famiglia, quelle che ci riportano alle mani amorevoli di mamme e nonne, e che hanno il magico potere di farci sentire a casa e al sicuro.
Qualcuno li chiama comfort foods, ma per me sono i cibi-coperta, come l’inseparabile compagna di Linus dei Peanuts: familiari, consolatori, capaci di risvegliare nel più profondo il nostro io bambino, e cullarlo con pazienza e dolcezza. Anche questo è uno dei doni dell’inverno.
Fortunatamente la pagina bianca di Gennaio questa settimana è stata dipinta di un bel bianco neve, la neve caduta abbondantemente mi ha messo di buon umore e mi ha fatto dimenticare la tristezza delle feste finite.
Qui neve non pervenuta, solo tanto, tanto freddo. Brrrrrrrr ❄❄❄
Gennaio mi piace…specialmente se come in questo periodo fa si freddo ma con.tanto sole che per me è un toccasana, è quello.che mi.da la.voglia si fare di riiniziare, perché gennaio.per me è giusto una pagina bianca, un nuovo capitolo per poter ripartire sperando di scrivere qualcosa si meglio rispetto al precedente.
È lo stesso anche per me 😊
Gennaio è il mese di mio marito quindi un po’ mi piace, però tutto sto freddo ecco anche no. Quindi direi che nel complesso ne farei a meno. In questi giorni mi copro con maglioni a strati e sopra una orrenda giacca di pile pesante ma necessaria se devo uscire in giardino o scendere da mio padre visto che non avendo scale internet si fa tutto in esterna.
Sempre più spesso penso che io vorrei vivere in un posto dove è sempre settembre, quel bel settembre caldo ma non afoso, ventilato, soleggiato, con giornate belle limpide e sere ancora tiepde. Ecco questo sarebbe il mio ideale di clima. Avete idea se esiste da qualche parte? Qui ormai sono pochi i giorni così però alle volte accade che ci sia la giornata ‘perfetta’. 😎
Eh i 24 gradi tutto l’anno sarebbero anche il mio sogno ma non saprei dove trovarli. Se qualcuno ha idee…
Per il resto che dire, visto che il mese di gennaio c’è e ce lo dobbiamo tenere, tanto vale trovargli qualche qualità 😉
pare che sia la temperatura invernale della California ma fra tutti i posti è quello dove desidero di meno andare, quindi… una volta gli inglesi svernavano fra Liguria e Costa Azzurra magari si potrebbe provare ma credo che anche il Mediterraneo si sia raffreddato.
Ora che mi ci fai pensare negli anni Settanta mia nonna passava la prima quindicina di febbraio ad Alassio. Però non ricordo che partisse col prendisole quindi direi che possiamo escludere la zona 🙁
Come ben sapete sono parmigiana… e con il freddo questo si trasforma in anolini in brodo nelle festività, passatelli e quadrettini fatti in casa nella quotidianità delle fredde sere lavorative… e poi polenta, “ripieno”,arrosti, lessi…bene questi sono i miei piatti copertina della tradizione…poi grazie al bimby, alla sera in casa mia ci sono spesso anche vari tipi di vellutate: ai ceci, ai fagioli, ai piselli, di patate, patate e porri…e poi…ma quanto è bello alla sera mettersi sul divano con il marito vicino con una copertina sulle gambe una tisana di quelle che scaldano il cuore e una giornata da raccontarsi?…anche a casa mia i nonni si trasferivano in liguria per “svernare” i nonna materni a rapallo e quelli paterni a portovenere. In realtà nei miei ricordi non c’era per niente caldo…essendo una ex bimba asmatica fino all’epoca delle elementari spesso andavo con loro…i ricordi sono più che altro indotti dalle foto e in quelle risulto sempre tutta imbaccucata e con l’immancabile focaccia in mano!!! baci baci baci Ale
Ma infatti questa cosa dello svernare in riviera non capisco che senso avesse. Forse respirare il famoso “iodio” senza l’imbarazzo dell’abbigliamento marittimo?