Pensieri, Riflessioni

Riflessioni. Social sì, ma con educazione

Come sapete, non sono una gran teorica del condividere a tutto spiano i dettagli più personali sui social network. Ho Facebook e Instagram, entrambi nati sulla scia del blog, ma li uso con moderazione e cautela, perché per quanto mi riguarda niente è più importante della privacy mia e della mia famiglia. Nonostante questa prudenza, a volte mi capitano cose che mi fanno venire tantissima voglia – socialnetworkamente parlando – di ritirarmi sul Cucuzzolo del Misantropo assieme a Dinamite Bla, pronta ad accogliere a schioppettate saline chiunque osi disturbare la mia pace.

Dinamite Bla
©The Walt Disney Company

Così oggi ho pensato di riflettere su alcuni comportamenti in rete che mi danno parecchio da pensare, e che credo non siano invisi solo alla sottoscritta.

Piccola premessa. Vale la pena innanzi tutto ricordare che ciò che si decide di condividere on line, e come farlo, è frutto di libera scelta. C’è chi pubblica ogni più intimo dettaglio della giornata, e chi si limita a pochi contenuti. C’è chi lascia i propri profili visibili a chiunque, e chi ne limita l’accesso ai soli amici. C’è chi concede l’amicizia a chiunque, e chi seleziona. C’è chi pubblica utilizzando il proprio nome reale, e chi – come me – sceglie di utilizzare uno pseudonimo (il che, chiariamolo bene, è cosa ben diversa da un profilo fake).

Insomma, in rete ognuno si regola come meglio crede, ma sempre mantenendosi all’interno della buona educazione o, per dirlo in termini tecnici, della netiquette. O almeno, così dovrebbe essere, perché invece scortesia e maleducazione in rete sono all’ordine del giorno. E non parlo di comportamenti di rilevanza potenzialmente penale quali insulti, cyberbullismo e simili, ma di atteggiamenti molto poco cortesi. Tra i tanti, ecco i tre che mi colpiscono di più.

Amicizie interessate. Per quanto mi riguarda, non ho problemi a dare l’amicizia su FB, dove respingo solo i profili che mi sembrano palesemente fake. Non sopporto però chi ti chiede l’amicizia e dopo cinque secondi vuole che tu metta like a qualche sua pagina commerciale o cerca direttamente di venderti qualcosa. A nessuno piace essere trattato come un pollo da spennare: se non altro per strategia commerciale, suggerisco vivamente di evitare.

Follow for follow. Cioè, ti seguo ma voglio che anche tu mi segua. Intendiamoci: capita spesso di ricambiare i follow perché di solito chi ci segue ha contenuti simili ai nostri e quindi ci risulta interessante, ma quante richieste arrivano da personaggi che sono palesemente alla ricerca di un modo gratuito per “tirar su” i loro numeri? Peraltro, queste sono persone che dopo due giorni di solito ti mollano perché, appunto, di quello che posti non gliene importa nulla. Anche qui, lasciamo stare. “Meglio pochi ma buoni” è un principio che secondo me va tenuto presente anche in rete.

Gli indiscreti. Sono quelli che cercano in tutti i modi di farsi gli affari altrui soprattutto là dove è evidente che non è il caso. Per esempio chi, di fronte a vere e proprie tragedie (lutti, separazioni etc.) se ne esce con domande indelicatissime e inopportune (“come è morto?”, “ma non avevi capito che ti tradiva?” e cose così). Non sono da meno quelli che cercano di carpirti informazioni che evidentemente non vuoi condividere. A me personalmente è capitato più volte di trovarmi inserita in gruppi chiusi e ricevere poco dopo messaggi in cui mi si chiedevano nome, cognome e una volta persino la fotografia (!) perché “nel mio gruppo non voglio persone che non conosco”. Più che legittimo, ma allora non inserirmi. Oltretutto diciamolo: chi teme che dietro un nome di fantasia si nascondano una spia industriale o un malfattore probabilmente non sa quanto sia facile creare un profilo falso ma al di sopra di ogni sospetto, come fanno i veri malintenzionati. Non ci credete? Guardate qualche puntata della trasmissione televisiva Catfish, in onda su MTV: la troverete molto, molto istruttiva…

14 pensieri su “Riflessioni. Social sì, ma con educazione”

  1. Io per evitare molte situazione simili ho evitato di farmi un profilo facebook e se devo dirti la verità ancora non ho neanche whatsapp sul telefono, molte volte vorrei evitare di scrivere qualcosa di personale sul mio blog, ma è inevitabile, qualcosa tiro fuori sempre, è il mio blog e devo esternare le miei emozioni per sentirlo mio, specialmente se mi capita un giorno dove voglio sfogarmi.

    1. Io ho facebook solo come DB e solo per condividere la mia passione per casa e tavola. Contenuti veramente personali (foto, particolari sul mio lavoro o la mia famiglia o simili) non ne pubblico perché non mi sentirei a mio agio a farlo.
      Invece che ogni tanto si parli dei propri sentimenti ci sta eccome: in fondo il blog è un diario virtuale, no?

      1. Pero da quello che so per aprire un profilo DB hai dovuto prima aprire un tuo profilo personale, per lo meno facebook non mi fa aprire un profilo doveri e piaceri direttamente, tramite il mio nome dopo lo posso fare, ecco perchè non lo faccio.

  2. Anch’io non amo molto i social. Ho creato un account twitter solo per una eventuale necessità nel blog. Facebook lìho creato solo quest’anno, perchè mi rendevo conto di quanto mi servissero alcuni contatti che potevo avere più direttamente e facilmete con quel social. Infatti, mi limito solo allo stretto necessario, senza pubblicare niente di chè. L’unico social che utizzo molto è instagram, solo perchè mi piace molto la fotografia, perciò condivido ciò che rallegra i miei occhi e mi piace vedere il mondo con gli occhi degli altri.
    Per il resto, capisco l’importanza dei social in alcuni casi, ma non concpisco l’uso spropositato. Ma diciamocela tutta, il problema non sono i social, ma il modo in cui viene utilizzato da ogni singola persone che ne è responsabile.

    1. Assolutamente d’accordo, il problema è proprio quello. Bisognerebbe sempre chiedersi, “ma questa cosa, nel mondo reale, la faccio? La farei mai? Mi metterei in mezzo a una piazza a raccontare i fatti miei?”, e questo ogni volta che si sta per fare qualcosa on line. Penso che basterebbe…
      Comunque anche per me il social preferito è Instagram, ma inteso come insieme di attimi colti al volo, più che come ricerca disperata dell’immagine perfetta 🙂

  3. Personalmente non amo mettere in piazza la mia vita privata per cui non ho nessun profilo social legato al mio nome, nemmeno facebook. Tutti i profili che ho sono legati al sito e quindi ad un nome di fantasia. Condivido pienamente quello che hai scritto e come te diciamo che non sopporto molto le tre categorie di persone che hai descritto nel post. Quelle con cui ho più a che fare io sono decisamente i follow for follow.
    Un saluto

    1. Da paladina della privacy, mia e altrui, sono assolutamente favorevole all’uso del nickname, soprattutto quando è evidentemente tale e nessuno può accusarti di usare una falsa identità. Tanto alla fine ciò che fa la differenza sono i contenuti che si postano. Se sono validi, originali e soprattutto esposti in modo cortese e appropriato, cosa importa se chi li condivide si firma Paperino invece che Mario Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare? Ah, che brutta cosa questo guardare sempre all’apparenza invece che alla sostanza…

  4. Ecco un altro post che volevo commentare con calma. Sono in un momento di grossa riflessione sul tema. Sono su FB da fine 2008 – accidenti quasi 10 anni!!!! – all’inizio ero molto molto social, coinvolta, interattiva, ho postato tanto anche di personale, ho discusso, litigato, mi sono confrontata, ho conosciuto un sacco di persone simpatiche, ho incrociato gente assurda e ho vissuto tutte le varie fasi di questo strumento.
    Adesso sono in una fase di riflessione, posto pochissime cose mie personali (anche i gatti sono meno presenti su fb), ho cancellato un po’ di gente, ho messo un po’ di contatti in modalità “siamo amici ma non vedo gli aggiornamenti” e uso FB soprattutto come canale di promozione delle mie attività professionali. E uso messenger perché è facile, comodo e veloce. Riesci a contattare quasi tutti e quasi tutti rispondono. Quasi, poi ci sono i divi e le dive che non si degnano di rispondere. Tu vedi che hanno letto ma non rispondono.
    Ad ogni modo per quanto riguarda l’interazione in genere commento solo post di persone che conosco e cerco di non infilarmi in polemiche sterili.
    Tranne quando vengo presa per i capelli come oggi sulla pagina del mio blog. Si perché in tutto questo alla fine mi ritrovo con un profilo personale, una pagina del blog e una pagina come autore. Forse dovrei togliere quest’ultima… Ci sto pensando.

    1. Guarda io ho appena sospeso l’attività della pagina del blog spostando tutto sul profilo personale perché intanto è molto più pratico e versatile e perché contenuti intimi non ne ho mai postati né intendo postarne. Dopo tanti anni i social hanno mostrato chiaramente il loro lato oscuro e, diciamolo, questo ha fatto calare parecchio gli entusiasmi…

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