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Arte della tavola. Piatti difficili

Girare per mercatini è una passione, trovare pezzi interessanti una gioia, riuscire a usarli, a volte, un problema. Non perché mi faccia riguardo pensando alla vetustà del pezzo (non ho niente di così antico da non poter essere adoperato, se pure con tutte le cautele del caso) ma perché non è sempre facile abbinare in modo appropriato oggetti con colori, stili e misure a volte particolari.

Tavola vintage rose Spode a casa di BiancaE’ il caso di due piatti fondi di produzione britannica (una vera rarità) recuperati alcune settimane fa in uno dei miei soliti mercatini dell’usato. Mi hanno colpita subito, perché nonostante i colori e i decori orientaleggianti si vedeva che non erano né cinesi né giapponesi, e infatti una rapida disamina del marchio ha svelato il mistero: manifattura Copeland Spode, età di produzione fine Otto/inizio Novecento, nessun nome ma un codice per il decoro (2-6197), e per finire una piccola chicca, cioè il marchio del rivenditore, nientemeno che lo storico, raffinatissimo Phillip’s di Londra. Inutile aggiungere che il prezzo era ridicolo: insomma, un piccolo tesoro che non potevo non portarmi a casa!

Piatto Copeland Spode vintage rosa e bluAvevo notato subito che erano piatti insolitamente grandi (il loro diametro è di ben 27 centimetri, quando usualmente una fondina non supera i 23/24), e ho dovuto ben presto rassegnarmi al fatto che tutti i piatti in mio possesso compatibili per età e stile erano troppo piccoli per essere abbinati. Ma siccome non volevo assolutamente lasciarli nella credenza, alla fine ho preferito cedere – anche se solo parzialmente – alle lusinghe della modernità, e questo è il risultato.

Alfresco dining piatti vintage Spode a casa di BiancaHo mantenuto una certa affinità cronologica con la base in lino bianco (sempre l’ex asciugamano della bisnonna) e con le posate, ultima sopravvivenza di un servizio Christofle di fine Otto/inizio Novecento. Per riprendere il blu intenso del bordo ho utilizzato un sottopiatto in tulle rigido nello stesso colore, dall’effetto molto etereo. Piatti contemporanei dalla linea super essenziale in bone china e bicchieri del servizio di nozze hanno completato il posto tavola, arricchito da un piattino per il pane pure contemporaneo e da spalmini “in stile” del noto marchio spagnolo.

Piatto vintage Copeland Spode posate Christofle a casa di Bianca

Per il tovagliolo, non potendo contare su altri pezzi del corredo della bisnonna, ho ripiegato su una fiandra tirolese in lino e pizzo, arricchita da un giro di foglie d’edera e due minuscoli uccellini in cartapesta, con le piume in nuance con il decoro dei piatti.

Segnaposto edera cinciallegra a casa di Bianca

In nuance anche il centrotavola, una piccola composizione floreale di edera, rose bianche, boccioli di fresia gialla e tulipani dello stesso colore delle rose che abbelliscono il piatto.

Centrotavola rose e tulipani a casa di Bianca

L’effetto finale mi è sembrato armonioso e delicato, romantico ma senza esagerare, e quindi molto adatto ad un pranzo all’aperto per due.

Tavola romantica per due piatti vintage Copeland Spode a casa di Bianca

Insomma, i piatti difficili possono capitare, ma alla fine il modo di usarli si trova sempre. Almeno fino alla prossima sfida…

18 pensieri su “Arte della tavola. Piatti difficili”

  1. I piatti sono molto particolari e molto belli. Viste le dimensioni puoi osare e utilizzarli anche come piatti da portata, per due contorni diversi ad esempio.
    La tavola è armonica ed elegante, l’edera e i colori legano l’insieme rendendolo davvero unico. Le tue tavole hanno davvero una marcia in più! 🙂

  2. Ma esiste qualcosa, che so, una specie di listino da qualche parte, per non rimanere “fregati” con i prezzi nei mercatini?? Ovviamente per chi è ancora “principiante”…

    1. no, non credo, però @DonnaBianca nel suo BrocanteFolies ci ha fornito molte dritte per conoscere i vari marchi e le manifatture e per distinguere i materiali. A me la ceramica piace da sempre e conosco sia il materiale che le tecniche e rabbrividisco quando leggo – come di recente sul sito di un nuovo sedicente shop di oggetti vintage – l’ironstone descritto come una “porcellana molto robusta”. ecco in questo caso la chiamerei veramente truffa.

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