Qualche settimana fa, quando ancora la primavera sembrava nel suo pieno fulgore (poi, come noto, ha deciso di prendersi una vacanza), i figli hanno annunciato di avere ciascuno un impegno per la cena. Casualmente, pochi giorni prima avevo ceduto ad una piccola tentazione, autoregalandomi un micro servizio di una marca australiana che avevo appena scoperto e che mi aveva immediatamente conquistata. Quale occasione migliore per inaugurarlo, in una cena leggerissima per due sul nostro balconcino?
Detto, fatto. La cosa, del resto, era veramente poco impegnativa, dato che i piatti fanno da soli la tavola: la base rossa, il decoro fitto e multiforme, il bordo a contrasto li rendono talmente protagonisti da non richiedere alcuna altra fatica.
Così ho apparecchiato con una semplicissima base bianca e, presa dal romanticismo del momento, ho abbinato (pur rischiando il famoso effetto “troppo che stroppia”) le posate rosse a cuoricini che si stanno veramente rivelando un oggetto per tutte le stagioni. Vista poi la temperatura quasi estiva e il tono giocoso e informale dell’apparecchiatura, nessun bicchiere ma uno di quei barattoli con cannuccia tanto di moda, pronto ad ospitare una freschissima acqua aromatizzata alla menta.
Piccolo segnaposto in tinta, una coppetta con candele galleggianti pronte per dare alla cena quel tocco in più che si stava proprio bene, et voilà, la tavola era pronta.
Stavo andando tutta contenta in cucina per iniziare a preparare quando ho sentito il cellulare fare un “plin-plon” che non prometteva niente di buono. E infatti era il figlio che annunciava l’annullamento del suo impegno e l’imminente ritorno a casa, ovviamente famelico come ogni adolescente che si rispetti.
Inutile dire che la romantica e leggera cena per due è stata rapidamente archiviata: i piatti sono tornati nella credenza e il menù è stato rivisto a misura di lupacchiotto affamato. Sarà per un’altra volta!