Il nostro programma prevedeva due giorni interni sull’isola di Skye, la maggiore delle Ebridi e sede di alcuni dei più iconici paesaggi scozzesi.
Skye è gettonatissima e con una ricettività piuttosto bassa, quindi non è il caso di pensare “vado là e cerco da dormire” perché si rischia di passare la notte in strada. Per dire noi abbiamo iniziato a prenotare in febbraio e la disponibilità era già ridottissima.
Cercando un posto che garantisse il senza glutine e volendo restare più o meno al centro dell’isola per essere agevolati nel visitarla, siamo finiti in un albergo molto bello, anche troppo per le nostre esigenze, lo Skeabost House Hotel, nelle immediate vicinanze del centro principale, Portree. Ospitato in uno stabile storico purtroppo senza ascensore, l’hotel sorge in un contesto meraviglioso sulle rive di Loch Snizort.
Ottima la cucina sia per il ristorante, dove abbiamo cenato la prima sera (opzioni gluten free di livello veramente alto, come tutto il servizio del resto), che per la colazione, parte a buffet e parte alla carta: unico neo, la sala colazioni viene aperta solo alle otto, il che vuol dire – per i miei standard – sottrarre tempo prezioso alle escursioni. Skye infatti non è molto grande, ma trabocca di posti da vedere, e due giorni bastano appena per farsene un’idea.
Nelle nostre intenzioni, avremmo voluto dedicare il primo giorno all’esplorazione della zona nord e il secondo al sud. In realtà le previsioni, splendide per il primo giorno e orride per il secondo, ci hanno costretti a cambiare i piani al volo. Così il primo giorno abbiamo saltellato da un capo all’altro dell’isola per vedere i posti che richiedevano escursioni a piedi, mentre nel secondo abbiamo privilegiato le tappe accessibili anche in automobile.
Per cominciare, siamo andati a caccia di fate. Abbiamo iniziato dalla Fairy Glen, la valle delle fate, relativamente vicina all’hotel, poco prima del paesino di Uig. E’ un luogo davvero magico, piccolo ma pieno di poesia.
Si susseguono collinette e declivi interamente ricoperti di verde, un ruscelletto incantato, e quella che sembra una torre diroccata ma è in realtà una formazione completamente naturale.
Troppo bella e perfetta per non crederla davvero creata dalle fate. Fate a cui, evidentemente, non sono la sola a credere, vista la quantità di segni rituali disegnati sull’erba e disseminati di piccoli doni per le minuscole abitanti di questo luogo incantato.
Abbiamo lasciato a malincuore le Fairy Glenn per un altro sito altrettanto magico: le Fairy Pools, insieme di cascatelle e piscine naturali create da un torrente che scorre nell’estremo sud dell’isola. A vederlo da distante, dopo aver sistemato l’auto in modo decisamente avventuroso (c’è un parcheggio ma si riempie in fretta) una delusione totale: come poteva un rivolo d’acqua sperso in un prato immenso creare i meravigliosi scenari ammirati in tante foto? Doveva per forza esserci il trucco!
Invece no, niente trucco e niente inganno: o forse, un’altra magia delle fate.
A distanza ravvicinata, le Pools mantengono infatti tutte le loro promesse, al punto che, a dispetto dei 40 minuti indicati dalla guida per la visita, ci siamo trattenuti sul posto quasi tre ore.
Impossibile non rimanere incantati da queste acque limpide e profonde che gorgogliano in un susseguirsi di polle, cascate e piccole piscine naturali.
In alcuni punti l’acqua era decisamente profonda e incredibilmente – vista la temperatura dell’acqua – popolata di ragazzi che facevano allegramente il bagno. Noi non abbiamo osato immergere nemmeno un alluce!
Terminata l’escursione, ci siamo rimessi in auto per tornare al nord. La meta era la spiaggia corallina di Claigan, un altro piccolo miracolo naturale di questa splendida isola. Lungo la strada ci è venuto un certo languorino, e abbiamo deciso di fermarci a Carbost per mangiare qualcosa. Qui ha sede la prestigiosa distilleria Talisker, visitabile e provvista di shop molto ben fornito (consigliabile la prenotazione, bambini sotto gli 8 anni non ammessi al tour). Ovviamente il marito ci si è fiondato a pesce.
E a proposito di pesce, visto che si era fatto veramente tardi abbiamo optato per la vicina The Oyster Shed, sorta di rosticceria take away con pesce freschissimo. Non mancavano le opzioni senza glutine (abbiamo preso trancio di salmone e scampi cotti al vapore, entrambi ottimi) ma i pochi tavoli erano tutti occupati e così abbiamo preso i nostri cartoccetti e ci siamo regalati un pic nic in riva al lago. Ci siamo quindi rimessi in macchina alla volta della spiaggia ma, ahinoi, abbiamo sbagliato strada. Poco male, perché ci siamo ritrovati all’estrema punta occidentale dell’isola, Nest Point, con panorami mozzafiato e soprattutto il suo celebre faro.
Ormai la giornata era arrivata alla fine. Siamo passati in hotel a darci una rinfrescata, e poi via verso The Sea Breeze, gettonatissimo ristorantino di Portree (impossibile sedersi senza prenotare) celebre per i suoi spettacolari piatti a base di frutti di mare. La cena si è conclusa con un meritato Irish Coffee, e così la nostra prima giornata a Skye.
Skye è uno dei miei posti preferiti della Scozia. Ci sono stata due volte, quando la stagione turistica era già finita e mi sono goduta la pace dell’isola
Fuori stagione dev’essere ancora più bella. Tanto, freddo per freddo…
Non c’è niente da fare per me i prati britannici hanno qualcosa di magico. Foto magnifiche e paesaggi incantevoli.