Post a richiesta oggi per rispondere a quanti, nel mio gruppo Facebook ma anche altrove, mi chiedono come rimuovere dagli oggetti in transferware più vecchi i segni del tempo. Tipicamente, si tratta di tracce di teina/caffeina o, nei casi più difficili, di accumuli di grasso insinuatisi negli anni sotto l’invetriatura.
Quando le sostanze macchianti sono penetrate sotto l’invetriatura si rende necessario agire con prodotti chimici che possano rimuovere lo sporco senza danneggiare il pezzo. Ci sono diversi modi per procedere in questo senso, ma oggi vi parlerò dell’unico che ho personalmente sperimentato, e con successo, su questo vecchio piatto italiano purtroppo ridotto in condizioni terribili e su due piattini inglesi in condizioni decisamente migliori. Le foto non sono un granché ma le avevo scattate per documentazione personale, non per pubblicarle.
Prima di cominciare, una doverosa avvertenza: questo è un metodo da usare seguendo scrupolosamente tutti i passaggi e comunque a proprio rischio e pericolo. Il rischio di rovinare l’oggetto, purtroppo, c’è sempre: va quindi ben valutato se vale la pena rischiare o meno.
Il metodo, che ho trovato descritto in questo libro, si basa sull’uso di prodotti sbiancanti a base di ossigeno: in ordine di intensità d’azione, troviamo le pastiglie pulenti per le dentiere, i detersivi per bucato tipo Oxy, e infine l’acqua ossigenata (solo acqua ossigenata, senza creme o altro) a 20 volumi. Le prime servono per le macchie più leggere e si utilizzano seguendo le modalità indicate sulle confezioni, facendo solo attenzione a non usare acqua troppo calda. I secondi sono per macchie più impegnative, ma ammetto di non averli mai usati e quindi non ne parlerò. L’acqua ossigenata si usa invece per i casi più difficili. Ecco come procedere.
Bisogna procurarsi un recipiente con coperchio abbastanza capiente da contenere comodamente il pezzo, che andrà lavato con delicatezza e quindi completamente immerso nel perossido. E’ possibile inserire più oggetti nello stesso contenitore, a condizione che ogni loro parte sia a contatto con il liquido: il trucchetto è inserire spiedini in legno tra un pezzo e l’altro.
Una volta chiuso ermeticamente, il contenitore andrà posizionato nei pressi di una fonte di calore (termosifone, stufa) o, nella bella stagione, esposto al sole. Dopo circa una settimana il grasso presente nell’oggetto avrà già iniziato a salire in superficie. Utilizzando dei guanti a protezione delle mani e facendo attenzione a non schizzarsi, si dovrà estrarre delicatamente l’oggetto e porlo ad asciugare nel forno, dapprima freddo e poi portato gradualmente in modalità ventilata alla temperatura di 50° (non di più e non in modo brusco, o rischieremo che il nostro pezzo si rompa!). Attenzione, l’oggetto non deve toccare la placca: anche in questo caso degli spiedini in legno saranno perfetti per creare il giusto isolamento.
Il pezzo andrà lasciato in forno circa un’ora e mezza, fino ad asciugatura completa. A quel punto la superficie sarà ricoperta di bollicine di grasso che, una volta raffreddato completamente il pezzo a temperatura ambiente, si potranno rimuovere delicatamente con acqua tiepida e detersivo per piatti.
Se il trattamento non fosse stato sufficiente per ottenere il livello di pulizia desiderato, è possibile ripetere tutto il ciclo, ancora una volta a nostro rischio e pericolo, utilizzando acqua ossigenata nuova. Per quel che mi riguarda, con il piattino della foto ho eseguito quattro cicli di pulizia, e poi mi sono fermata perché avevo paura di strapazzarlo troppo. Il risultato è stato comunque discreto.
Viceversa, con i piattini a mezzaluna è stata sufficiente un’unica immersione della durata di quattro giorni per avere un risultato quasi perfetto.
EDIT. Mi si chiede, giustamente, se dopo il trattamento i pezzi restano adatti all’uso alimentare. Onestamente non posso rispondere con certezza: il libro da cui ho tratto il libro non lo dice, e in rete non ho trovato risposte esaustive. Per quanto mi riguarda, mi regolo così: nessun problema – ovviamente – per le pulizie fatte con i prodotti per le dentiere e gli apparecchi ortodontici; per quanto attiene invece al perossido, anche se è a bassa concentrazione (poco più dell’acqua ossigenata che si usa per disinfettare), non sono sicura che asciugatura e successivo lavaggio siano sufficienti a rimuoverlo completamente. Per questo motivo preferisco riservare questo metodo agli oggetti puramente decorativi o al limite a pezzi di uso sporadico – come appunto i piattini da insalata – e che abbiano ricevuto un trattamento leggero.
Ciao Bianca mi sono iscritta al tuo gruppo in “incognito” 😄ovvero con il nome del mio maritino 😉. Spero vada bene l’iscrizione, Grazie buona serata, luisa
Ma va benissimo! Benvenuta allora!
Grazieee. 😊Intanto vi leggo e poi spero di trovare qualcosa di interessante anch’io ogni tanto nei mercatini 😉buona serata 😘Luisa
Molto interessante! Spero di non doverlo mai affrontare . . . sono un po’ pasticciona! 🙂
Ciao, Fior
Ti capisco, ho sudato freddo tutte le volte! Adesso ho quattro piattini francesi messi malissimo e vorrei provare a tirarli un po’ fuori ma continuo a rimandare…
Bonne chance! ❤
Ciao, Fior
Scusa se riesumo questo vecchio articolo, ma visto che l’avevi linkato… non c’è nessun problema ad utilizzare i piatti che hai pulito con il perossido, cioè acqua ossigenata. se tu per ipotesi lasciassi aperto il tuo flacone alla fine ti ritroveresti solo acqua o quasi. Il perossido di idrogeno è un prodotto abbastanza instabile e tende a perdere molto presto quell’ossigeno in più. Con la cottura in forno è bel che sparito, evaporato, è come se avessi lavato solo con acqua.
Grazie della preziosa precisazione, in effetti lo immaginavo ma l’odore pungente del prodotto mi lasciava comunque un po’ il dubbio sulla sua effettiva innocuità…
L’acqua ossigenata è un forte ossidante, quindi trasforma tantissimo tutto quello con cui viene in contatto e che è suscettibile di essere ossidato (lo sai che sbianca moltissime cose, la pelle te la brucia, sbiancandola, all’istante, ma ad esempio la plastica non ne viene intaccata). Tu hai fatto questo bagno e hai tirato fuori con esso gli antichi depositi di olio e altre sostanze contenute nel cibo… l’olio l’hai sicuramente ossidato ed irrancidito (dovrebbe avere una puzza inimmaginabile, stiamo parlando di olio che ha passato un secolo) e così altre sostanze che sono penetrate e rimaste nel piatto. Una volta lavate via non c’è pericolo, vai più che tranquilla.