Mi capita sempre più spesso di veder comparire nella bacheca di Facebook o tra i suggerimenti di Instagram post di persone che presentano apparecchiature strabilianti, attività che per inciso mi pare diventata di gran moda, ultimamente. Sorvolando su chi si limita a riproporre (spesso senza nemmeno specificarlo) contenuti saccheggiati qua e là sul web, mi sembra che queste tavole siano pensate per colpire chi guarda, ma che difficilmente potrebbero ospitare un pranzo vero.
Il tema della tavola bella ma impraticabile mi è molto caro, e infatti ne ho già parlato in diverse occasioni. Mi limito a segnalare, tra i tanti, un post generico su come si apparecchia, un secondo dedicato esplicitamente alle cose da evitare e un terzo dove mostravo una tavola bella ma “sbagliata”.
Da quel che vedo, purtroppo, on line siamo in poche a pensare più alla comodità degli ospiti che al nostro personale desiderio di apparire. Se avete presente le proposte per la tavola di Pasqua che giravano sul web, avrete capito cosa intendo: dubito sia gradevole mangiare tra conigli di peluche, pile di libri vecchi, gabbiette, cappelli di paglia, posate infiocchettate, tovaglioli annodati nei modi più complicati e altre bizzarrie di questo genere! Queste cose vanno benissimo nella vetrina di un negozio che vende oggettistica o sulle pagine di una rivista d’arredamento, ma non certo su una tavola dove persone reali consumino cibo vero.
Eppure, questa sovrabbondanza di stimoli sta ottenendo di condizionarci pesantemente, ed ecco che le tavole “normali” anche se impeccabili ci sembrano sempre un po’ vuote, tristi, in certi casi addirittura squallide. Beh, ragazzi, non lo sono! Al contrario, sono quello che deve essere una tavola: accogliente, gradevole, confortevole e pronta a vivere del cibo che verrà servito e dell’allegria che nascerà tra i commensali.
Ecco perché, anche se sempre più spesso propongo allestimenti creati appositamente per il blog, il mio impegno resta quello di presentare tavole dove si potrebbe comunque mangiare in pieno relax, piacevoli ma senza l’ingombro di oggetti fuori contesto e magari non esattamente freschi di bucato. E’ una sfida più difficile di quello che sembra, e forse il blog non reggerà la concorrenza, ma questo è il mio modo di vivere la tavola e questo continuerò a condividere: essenza, e non semplice apparenza.
Ciao Bianca, qualche tempo fa mi era venuto l’istinto di commentare su una bellissima tavola: ma dove metterete il cibo? Poi lasciai perdere dandomi della vecchia acidona…. però condivido quello che hai scritto. La tavola deve essere gradevole all’aspetto, curata nel dettaglio ma DEVE assolvere al suo compito: permetterci di mangiare in compagnia di chi amiamo.
Ottimo articolo!
Grazie Gisella sono felice di sapere che condividi! In effetti ho riflettuto parecchio sull’opportunità di scrivere questo post proprio per non passare per acidona ma visto che la moda imperante è proprio quella delle tavole sovrastrutturate ho pensato che una riflessione sul tema fosse il caso di proporla.
Ecco….io la figura della (diversamente giovane) acidona l’avrei fatta senz’altro…. è per questo che sto cercando di commentare di meno 😋 ma mi accorgo anche che abituati a vedere di tutto e di più quando una tavola diventa normale sembra davvero manchi qualcosa, nonostante tutto anche sulla mia tavola di Pasqua pur avendo creato un piccolo centrotavola campestre con coniglio e uova son stata costretta a toglierlo al momento di portare in tavola le pietanze perché occupava posto prezioso. 😞
Ecco, hai detto bene: “posto prezioso” sottratto alle pietanze! Poi è vero che molti risolvono servendo già impiattato, ma a me non piace, è così poco conviviale🙁
Concordo con te! Guardando alcune tavole così “lussureggianti” m’è venuto da chiedermi se le persone che le hanno composte si sono fatte prestare il necessario da un qualche negozio, solo per il tempo delle foto! Non possono essere tavole di uso normale! 🙂
Le tavole in questione sono come certe foto di ricette “impiattate” in modo coreografico, ma che poi sono di difficile (se non difficilissima) realizzazione a casa! 🙂
Ciao, Fior
Infatti. Ma per me il problema non è solo la difficoltà di replicare (le tavole da rivista, per dire, sono fatte per offrire mille spunti in una sola foto) ma proprio far passare l’idea che una tavola debba contenere tutto tranne che il cibo!
Donna, so pretty and I love the transfer ware!
Thank you Pam!
Anche io vedo su riviste e su pinterest case da sogno ,ma noto anche la praticità.
Mi limito come ho scritto su un vecchio post a trarre solo spunti e idee fattibili, apparecchiamento di tavole incluse.
Lo scopo dovrebbe essere quello, far scegliere tra diverse ispirazioni, ma a quanto pare troppa gente cade nell’equivoco e prende il “pacchetto completo”: infatti davanti a tavole non stracolme i commenti “è vuota, manca qualcosa, fa tristezza…” sono sempre più frequenti
Less is more…sempre e in tutto. Puntare di più su pulizia, stiratura di tovaglia e tovaglioli ad esempio e il resto può rimanere curato e semplice. Magari Natale e Pasqua possono essere un poco più “cariche” ma sempre cercando di non ostacolare la praticità, considerando soprattutto la grandezza del tavolo, il numero delle persone, il tipo di piatti da portata che si dovranno mettere ecc ecc..
A mio avviso non è neppure necessario avere duemila servizi di piatti e bicchieri, se si cambiano alcuni elementi e la tovaglia, ad esempio, ogni volta il tutto si rinnova.
Assolutamente! Poi ecco, sul fatto che non servano mille servizi sono la prima che predica bene ma razzola malissimo: sono praticamente la Imelda Marcos delle stoviglie, e me lo dico da sola!!!
Naturalmente anche io vorrei avere tanti, tanti servizi di piatti 😅… per fortuna lo spazio in casa non me lo permette!
Donna Bianca, con me sfondi una porta aperta, forse lo hai già capito dai commenti postati in altre sedi. Sovraccaricare le tavole di oggetti, oltre a essere poco funzionale, rischia di far passare quasi inosservati piatti davvero belli, bicchieri particolari o belle tovaglie. Tra l’altro sembra una gara al chi più ne ha più ne metta, più che la realizzazione del desiderio di allietare gli ospiti e contribuire a creare una bella atmosfera conviviale. Less is more. O meglio, more anche un po’ sì, ma con giudizio. 😊
“More sì, ma con giudizio” mi sembra un consiglio perfetto!