Galateo, Ricevere

Strane creature. Il cucchiaio da dessert

Dopo averci ripetuto per mesi che “il tovagliolo va a sinistra” (il che non è nemmeno così vero, come potete leggere qui), gli autori di “Cortesie per gli ospiti” si sono inventati un nuovo tormentone: il cucchiaio da dessert. Peccato che, da quanto leggo in giro, nessuno o quasi sembri conoscere questa fantomatica posata. Ho quindi pensato che fosse divertente presentarvela: Ladies and Gentlemen, ecco a voi il cucchiaio da dessert!

cucchiaio da dessert

Come vedete, ve lo presento in compagnia, anche perché visto da solo la sua peculiarità non sarebbe così evidente. Quindi, nell’ordine, nella foto sopra abbiamo: all’estrema sinistra, il cucchiaino da moka, adatto alle tazzine in cui viene servito l’espresso all’italiana; il cucchiaino da caffè, leggermente più grande, adeguato alla misura delle tazze utilizzate per il caffè in Europa e in Gran Bretagna; il cucchiaio da tè; il cucchiaio da dessert.

Come vedete, quest’ultimo non ha una forma particolare come può essere per il cucchiaio da gelato o da bibita: si distingue solo per le dimensioni, a metà strada tra il cucchiaio da tè e il cucchiaio da tavola. Misura circa 18 centimetri, ed è appunto adatto a consumare dolci morbidi o cremosi come mousse, budino, tiramisù, zuppa inglese etc.

Se nessuno o quasi lo conosce, il motivo è ben spiegabile. I servizi moderni infatti non lo comprendono, così come non comprendono un altro elemento ormai desueto, le posate da frutta: il servizio standard infatti oggi prevede forchetta, coltello, cucchiaio, forchetta da dolce e cucchiaino da tè.

Non basta. Il cucchiaio da dessert non è facile da avere nemmeno ordinandolo a parte, dato che la maggior parte delle manifatture proprio non lo produce più: salvo rivolgersi ad argentieri o manifatture di design, è quasi introvabile.

Insomma, se a “Cortesie per gli ospiti” volevano scatenare il panico, ci sono riusciti benissimo. A questo punto però, dato che in tema di tavola sono rigorosa ma anche molto pratica, mi sento di dire una cosa. Va bene il gioco, va bene il tormentone televisivo, ma… se non avete i cucchiai da dessert e non avete voglia di impazzire per cercarli (nel caso, consiglio vivamente il mercato del vintage, che dà sempre grandi soddisfazioni), state sereni: un dolce ben fatto è ottimo anche se mangiato con un cucchiaio da tè!

 

 

 

11 pensieri su “Strane creature. Il cucchiaio da dessert”

  1. Grazie mille per la delucidazione❣ da una vita servo il dessert con il cucchiaino da tè e nessuno si è mai lamentato 😂😂😂 forse non siamo a la page col Galateo?🤔

  2. Molto interessante, condivido, va benissimo un bel cucchiaio da té, i fanatismi esagerati li lascio alla tv. Buona settimana!

  3. Ottima spiegazione! Per caso sarebbe il cucchiaio da frutta? Ho un servizio di posate inox, tra l’altro simile per forma a quella del cucchiaio della foto, che ha anche le posate da pesce, quelle da frutta (che uso anche per l’antipasto) con i cucchiai, molto usati perché spesso in inverno serviamo la frutta cotta del nostro giardino. I cucchiaini sono da caffè, ma direi caffè transalpino (o da tè?); ho anche dei cucchiaini da moka in argento, regalo di nozze, ma non possiedo quelli da tè, né quelli da gelato. Nonostante ciò, gli ospiti sono sempre sopravvissuti benissimo, e nessuno ha inarcato il sopracciglio “à la Csaba” per la mancanza dello strumento adatto: l’essenziale era poter fare il bis di dolce😉

    1. Per quel che ne so io, il cucchiaio da dessert si usa per qualunque dessert abbia bisogno di un cucchiaio 😉. Poi dipenderà dalla frutta cotta: se parliamo di mela intera al forno, forse vengono più pratici coltello e forchettina; in caso di frutta cotta a pezzi, invece, meglio il cucchiaio.

  4. Per dire…io poco tempo fa ho preparato per dessert un trittico di panne cotte dentro bicchieri mignon, non potevo certo mettere i cucchiai da dessert di cui parli, non ci sarebbero entrati! Piuttosto vorrei ritornare su un tarlo che mi rimane, se a tavola è prevista una pasta asciutta, perché non posso mettere la forchetta a dx, visto che nella classica apparecchiatura le posate sono posizionate in modo da facilitare il corretto uso? Non sarebbe più consono metterne una a dx e una a sx? Almeno in Italia…

    1. In effetti in passato la tavola “all’italiana” (chiamiamola così) prevedeva proprio la forchetta a destra, poi è stata superata dell’apparecchiatura che oggi conosciamo e che nasce in nazioni dove il “primo asciutto” non esiste, al massimo ci sono una zuppa o un’insalata: ed ecco perché la forchetta è finita a sinistra…

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