Sono ecologista da sempre. Piccolissima, supplicavo i miei genitori di iscrivermi al WWF (per la cronaca, non l’hanno mai fatto), divoravo ogni libro parlasse di natura o di animali e sognavo un futuro da veterinaria o da esploratrice. Come spesso accade, non ho fatto né l’una né l’altra cosa, eppure la passione per la natura e la sua tutela non mi hanno mai abbandonata. Ecco perché sono in prima linea (e non da oggi, che va tanto di moda) nella battaglia per un approccio più sostenibile alle risorse. Il tutto, però, senza estremismi, fanatismi e nostalgie ottocentesche. Come? Ve lo racconto.
Non compro da secoli piatti o bicchieri di plastica usa e getta, ho sostituito le cannucce in plastica con quelle in carta, non acquisto acqua in bottiglia e scelgo solo bibite in lattina o vetro. Ho la mia bella borraccia di acciaio inox in auto, una bottiglia di vetro in ufficio, e sto provando ad abbandonare bagnoschiuma e shampoo liquidi a favore di prodotti a saponetta non confezionati nella plastica.
Consumo con moderazione prodotti animali, e in particolare la carne. Acquisto solo frutta e verdura non confezionata e di stagione, preferibilmente di produttori locali o almeno italiani, con un unico peccato: le arance, perché senza il mio bicchiere di spremuta non riesco proprio a iniziare la giornata!
Faccio di tutto per indossare capi in fibre naturali, se non al 100% almeno in percentuale molto alta. Non fumo, e evito il più possibile di usare auto o altri mezzi a motore. Finché è fattibile, mi muovo a piedi; purtroppo non ho la bicicletta: troppo traffico, mi fa sinceramente paura.
Divido con attenzione certosina l’immondizia cercando di riciclare tutto il riciclabile, e uso solo detersivi totalmente biodegradabili. Ho sempre in borsa un paio di sacchetti in stoffa per le piccole spese, e per il giro settimanale al supermercato adopero grandi sporte riutilizzabili e scatoloni di cartone.
Acquisto moltissimo nei mercatini del riuso, e rimetto in circolo tutto quello che non uso più.
Per la “letteratura di consumo”, ovvero quotidiani, romanzi da vacanza e libri non di pregio, scelgo solo la versione elettronica. Non metto in dubbio che sfogliare il giornale facendo colazione (se si ha il tempo di farlo e qualcuno che procura il giornale, ovviamente) sia piacevole e che il libro di carta sia più bello ed elegante dell’e-book, ma risparmiare carta per me ha la priorità.
Ecco, questi sono i miei piccoli gesti quotidiani pro-ambiente. Niente di che, semplici abitudini che cercano di conciliare il progresso tecnologico con un uso rispettoso e responsabile delle risorse naturali. Non sono perfetta, anzi, ma cerco di fare ogni giorno del mio meglio. In fondo, anche il più grande degli oceani è fatto di minuscole gocce d’acqua, no?
Potremmo essere “gemelle divise dalla nascita” se non fosse che tu sei più giovane . . . 😉
Solo il bagnoschiuma e il sapone ci dividono, quelle sostanze che servono per formare le saponette, mi danno allergia e mi rovinano la pelle (almeno così sostenevano anni fa i medici che mi hanno visto) . . . potrei provare, però, questi prodotti nuovi e naturali! 🙂
Un’altra “piccola goccia” senza estremismi e/o missioni di proselitismo . . . che viene, e da anni, spesso presa in giro per queste posizioni eco friendly!
Ciao, Fior
Piccola goccia dopo piccola goccia, facciamo sempre di più di chi non fa nulla…
Vedo che siamo consorelle, pur con qualche differenza: abitando in campagna, a più di un chilometro dalla fermata del bus, sono costretta da età e acciacchi ad usare l’auto per andare in città (però il coniuge mi ha promesso che, non appena scenderanno i prezzi degli accumulatori domestici, potremo cambiare le auto con quelle elettriche, da rifornire al nostro nuovo impianto fotovoltaico 😃); per fragilità della pelle devo acquistare detergenti in farmacia; e sono molto schizzinosa, non indosserei mai un capo di seconda mano, neanche firmato, anche se dono quelli usati. Insomma, anch’io porto la mia gocciolina al mare…
Stamani cortei di giovani ecologisti ovunque; Greta può piacere o no, ma ha il merito di aver svegliato un’intera generazione: era ora, ero stufa di vedere, dagli anni ’80 in poi, torme di adolescenti appollaiati sui motorini davanti ai bar a parlare di nulla… e il tempo stringe, preghiamo solo che tutti i responsabili politici lascino da parte le considerazioni economiche, siamo già in ritardo sulla tabella di marcia!
Quanto danno fastidio, questi ragazzi pensanti, vero?