Come da tradizione, l’Epifania si è portata via tutte le feste. L’albero e i suoi decori sono tornati in cantina, così come il piccolo presepe e tutte le luci di cui la casa si era accesa nell’ultimo mese. Passata l’euforia delle festività, è tempo finalmente di vivere l’inverno.Lo approccio piano, con il rispetto e la solennità che merita. Saranno i ricordi di qualche fiaba letta da bambina, ma per me l’inverno è un burbero signore dallo sguardo severo e modi rigorosi e asciutti, ma capace di grandi generosità e meravigliose sorprese: le bacche per nutrire gli uccellini infreddoliti, le gemme che iniziano a ingrossarsi sui rami secchi, i primissimi bulbi che spingono per fare capolino dal terreno gelido e brullo.
Nel suo segno accolgo il freddo che finalmente sembra arrivato, e che ci invita ad avvolgerci in sciarpe ampie e a calare sul capo cappelli morbidi e caldi. Lo so, poi ci si ritrova con dei capelli sono orrendi ma ne vale la pena: lo sapevate che il corpo umano disperde gran parte del calore proprio dalla testa? Per questo tenerla al caldo è un’idea ottima, e anche molto chic, soprattutto se vivete con i copricapo un amore più ricambiato del mio.
Abbasso i toni in casa, che lascia il rosso, il verde e l’oro per vestirsi di colori neutri e tendenzialmente freddi: quest’anno, la mia palette prevede ottanio con un tocco di nero, come spero di mostrarvi presto – se non qui sul blog, almeno su Instagram. Scelgo per gli ambienti profumi meno speziati, mentre per le decorazioni floreali devo solo esercitare la più invernale delle virtù, la pazienza: le orchidee sono infatti tutte un bocciolo, e credo che entro una decina di giorni mi regaleranno i primi fiori.
Anche la tavola cambia: messi a riposo i piatti natalizi, è tempo di tornare al mio amato servizio sui toni del grigio, perfetto per queste giornate un po’ sospese e pensierose. Sto anche meditando di tornare a usare il tovagliolo di stoffa nel quotidiano. L’idea mi intriga da tempo, anche se fa un po’ a pugni con la mia sensibilità in fatto di igiene; forse però è davvero arrivato il momento di fare un tentativo: in fondo, per tornare sui propri passi c’è sempre tempo!
Quanto a me, è tempo di profumi agrumati e freschi, che mi aiutino a dare un po’ di grinta a giornate che vorrei più lente e pigre di quanto la mia vita preveda. Per lo stesso motivo, non viene meno la voglia di colore, legata soprattutto ai cappotti , ma non solo: non ho più da un bel pezzo un guardaroba tutto nero, e ne sono felicissima. Il bene che non fa all’umore un maglione – o anche solo il tocco di foulard – colorato, non ha davvero eguali. Ed è il perfetto antidoto agli aspetti più burberi del signor Inverno.
Presepe e albero da me resisteranno fino a domenica prossima, Battesimo di Gesù e fine del Tempo di Natale… in compenso mi godo un po’ di relax, dato che durante le feste ho sgobbato sodo tra pranzi, cene, tè di Natale, pernottamenti e colazioni di famiglia, parenti e amici assortiti!
Da quando sono in pensione e non ho più gli incubi di fine quadrimestre scolastico, apprezzo di più gennaio: però, data la mia fame di luce, vedo l’inverno come una lenta preparazione alla primavera, ogni giorno un passettino avanti, un minuto di luce in più, l’attesa speranzosa dei primi bulbi… praticamente, una gestazione! 😁
Anche per me gennaio dà sul bianco e grigio; in casa uso un profumatore al pompelmo; e condivido la tua scelta di colori chiari: lasciamo il nero alle adolescenti esistenzialiste, più passano gli anni e più schiarisco il guardaroba…
Con i cappelli con me sfondi una porta aperta, per necessità li porto da novembre a marzo; per fortuna uso i cerchietti, così , tolto il copricapo, sono passabilmente decente…😉
Scusa il ritardo con cui rispondo, mi era sfuggito il commento! Per il resto sì, gennaio è il mese del lento ritorno della luce: un dono dal valore inestimabile, dato che anche per me è il buio, più del freddo, il vero aspetto negativo dell’inverno