Come ogni anno, anche in questo impensabile 2020 mi prenderò una piccola pausa dai preparativi, da impegnare nella lettura di un brano dedicato al Natale. E’ un mio piccolo rito personale, un modo per ricordare che questo giorno è, soprattutto, un momento di riflessione e rinascita. Dopo tanti anni di altre letture, credo proprio che riprenderò in mano il più classico dei classici, il Canto di Natale di Charles Dickens.
Purtroppo è troppo lungo per riportarlo integralmente qui, così ve ne propongo due piccoli brani, e vi chiedo scusa per lo spoiler: ho scelto infatti la parte finale, con la conversione dell’avido sig. Scrooge e il lieto fine che conclude il racconto. Perché della speranza di un lieto fine, in questo Natale così diverso, abbiamo tutti disperatamente bisogno!
“Spirito! – gridò Scrooge abbracciandosi alla sua veste, – ascoltami! Io non son più lo stesso uomo di prima. Io non sarò l’uomo che sarei stato, se non t’avessi seguito. Perché mostrarmi tutto questo, se per me non c’è più speranza”
Per la prima volta la mano parve agitarsi.
“Buono Spirito, – ei proseguì, sempre prostrato – tu ti commuovi perché sei buono, tu hai pietà di me. Dimmi, assicurami ch’io posso ancora, mutando vita, cangiar queste scene che m’hai mostrate!”
La mano tremò di nuovo in atto di conforto.
“Io onorerò sempre Natale nel cuore, io ne serberò il culto tutto l’anno. Vivrò nel passato, nel presente e nell’avvenire. Mi parleranno dentro tutti e tre gli Spiriti. Non mi scorderò delle loro lezioni. Oh, dimmi, dimmi che mi sarà dato cancellare lo scritto di questa pietra!”
Afferrò, nell’angoscia che lo straziava, la mano dello Spirito. Questi cercò divincolarsi dalla stretta, ma Scrooge pregava e teneva forte. Lo Spirito, più forte di lui, lo respinse.
Alzando le mani in una estrema preghiera di veder mutato il suo fato, ei notò una trasformazione nella veste e nel cappuccio del Fantasma. Lo Spirito si strinse in sé, si rannicchiò, si rassodò, divenne una colonna di letto.
(…)
Scrooge fu anche più largo della sua parola. Fece quanto avea detto, e infinitamente di più; e in quanto a Tiny Tim, che non morì niente affatto, gli fu come un secondo padre. Divenne così buon amico, così buon padrone, così buon uomo, come se ne davano un tempo nella buona vecchia città, o in qualunque altra vecchia città, o paesello, o borgata nel buon mondo di una volta. Risero alcuni di quel mutamento, ma egli li lasciava ridere e non vi badava; perché sapeva bene che molte cose buone, su questo mondo, cominciano sempre col muovere il riso in certa gente. Poiché ciechi aveano da essere, meglio valeva che stringessero gli occhi in una smorfia di ilarità, anzi che essere attaccati da qualche male meno attraente. Anch’egli, in fondo al cuore, rideva: e gli bastava questo, e non chiedeva altro.
Con gli Spiriti non ebbe più da fare; ma se ne rifece con gli uomini. E di lui fu sempre detto che non c’era uomo al mondo che sapesse così bene festeggiare il Natale. Così lo stesso si dica di noi, di tutti noi e di ciascuno! E così, come Tiny Tim diceva: “Dio ci protegga tutti e ci benedica”.
Vi auguro un Natale intimo ma profondo e vero, e vi dò appuntamento al nuovo anno, sperando che sia per noi tutti portatore di rinascita e di ritrovata serenità
Con affetto, la vostra DB
Un Buon Natale a tutti!
Grazie, scusate per il ritardo con cui rispondo ma non avevo visto che c’erano commenti. Sono un disastro, perdonatemi!
È sempre bello rileggere questo racconto: anche per l’uomo più impastoiato nelle sue miserie spirituali c’è sempre la possibilità di una svolta, di un cambiamento radicale; mai perdere la speranza di poter cambiare qualcosa in sé stessi o di uscire da una situazione che sembra disperata, come quella attuale…
In questo Natale così sconcertante, ma forse più sentito che mai, la Luce che viene nel mondo illumini il nostro cammino; ci doni pace, serenità e la fiducia che ritroveremo ed apprezzeremo ancor più le gioie ed i veri valori della vita.
Affettuosi auguri di un buon Natale e di un felice nuovo anno a DB ed a tutti i lettori/lettrici del blog.
Proprio vero, la speranza non viene mai a mancare, la possibilità di redenzione nemmeno. Spero sia stato un Natale tutto sommato sereno, e che il nuovo anno sia più gentile con noi del suo predecessore: ne abbiamo davvero bisogno!
Non so se come me ti sei abbonata a Prime(io solo per un mese) ma c è un film su Dickens, l uomo che inventò il Natale che parla proprio dell’ invenzione di Scrooge.
Grazie, lo cercherò!