Finalmente venerdì, Ricordi, Viaggiare

Finalmente venerdì! Una storia irlandese

Domani, 17 marzo, si festeggia san Patrizio patrono d’Irlanda. E’ grande festa non solo nell’isola di smeraldo ma un po’ ovunque nel mondo, dato che gli Irlandesi – come del resto gli Italiani – hanno al loro attivo una importante storia di emigrazione. Non so se ve l’ho mai detto, ma ho da sempre un amore sfrenato per l’Irlanda, il suo popolo, le sue tradizioni.

Ho iniziato a interessarmi di storia irlandese da bambina. Però non la storia dei libri di scuola, essenzialmente incentrata sulle vicende politiche e sui “grandi uomini”, che mi annoiavo a morte. No, la mia passione erano fiabe e leggende, che raccontavano l’anima di questo paese più dei resoconti di tante noiose battaglie. Ho iniziato da William Butler Yeats e dai suoi scritti, le Fiabe Irlandesi prima di tutto e poi Il crepuscolo celtico. E poi Lady Augusta Gregory e il suo Dei e Guerrieri d’Irlanda, e da lì sempre più indietro fino alle antiche saghe celtiche.

Insomma una passione che non poteva non diventare un viaggio, il primo tutto mio, che per la prima volta sceglievo l’itinerario e guidavo la compagnia: nel caso di specie, il mio santo papà, che – amante delle pittura rinascimentale, del caldo clima mediterraneo e delle maestose architetture dei grandi maestri italiani – si è sobbarcato un’intera settimana di pellegrinaggio tra cimiteri e abbazie diroccate sotto una sottile, perfida e incessante pioggerellina.

Ho adorato ogni minuto di quel viaggio. Mi sono incantata a guardare il cielo cupo che faceva brillare fiori rigogliosi, le acque dei torrenti rosse di torba, i pascoli sterminati, la brughiera tappezzata d’erica, le siepi cariche di more che accompagnavo a perdita d’occhio tortuose stradine di campagna. Ho riso davanti a mucche che percorrevano placidamente l’autostrada (ero giovane e senza patente: mio padre non ha riso per niente!), guardato con sconcerto piccoli paesi immersi in una povertà per noi inimmaginabile. Ho trattenuto il fiato davanti alla magnificenza delle Cliffs of Moher, sognato sulle rovine della rocca di Cashel, sorriso a bambini dai capelli rossi che cantavano con voci di cristallo.

Credo sia stato allora che ho veramente capito cosa volesse dire viaggiare. E per questo Irlanda, mio primo amore, te ne sarò eternamente grata. Buona festa, paese dei folletti dispettosi.

6 pensieri su “Finalmente venerdì! Una storia irlandese”

  1. Mi sono immersa nel tuo racconto… Lo aggiungo alla wish travel! Magari domani porto un po d Irlanda in casa mia festeggiando per la prima volta san patrizio, c’è sempre una buona occasione per preparare una torta e brindare🍀🍻🍰enjoy😋

  2. Anch’io ricordo con piacere il mio viaggio in Irlanda; come te sono rimasta incantata davanti alle Cliff of Moher, inebriata dal verde dei prati (un incantevole smeraldo dai riflessi azzurrini, ben diverso dai nostri prati estivi, verdi-giallini) e da fanatica di giardinaggio mi sono beata degli splendidi parchi e del roseto di St. Anne a Dublino…

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