Albero di Natale, Natale, Ricevere, Riflessioni

Riflessioni. Il Natale prêt-à-porter, e un appuntamento

Nel mio libro sul Natale c’è una frase, nel capitolo dedicato ai preparativi per la casa, che dice più o meno così: “Sarebbe facile cavarsela dando indicazioni secche e precise: si deve fare quello, si deve usare questo, bisogna evitare quest’altro. Ma così facendo, avremmo davvero il “nostro” Natale? No. Sarebbe il Natale della stylist di turno, della rivista alla moda, dell’influencer di successo del momento. Non è questa la filosofia che sta alla base di questo libro. Per me è fondamentale che ciascuno di noi scelga – se pure ispirandosi a chi gli piace, ovviamente – la sua strada. Il risultato deve essere qualcosa che parli a noi e di noi, e ci faccia dire: ecco, questo è il mio Natale!

Candela d'avvento
©acasadibianca

Questo per me vuol dire preparare la casa al Natale: costruire passo dopo passo qualcosa che sappia parlare di noi, della nostra famiglia e dei nostri affetti più cari.

Per questo guardo con perplessità e – lo dico chiaramente – un filo di tristezza alla moda imperante sui social di quello che mi viene da chiamare il “Natale prêt-à-porter”. Si tratta, in sostanza, di affidare ad una agenzia specializzata tutte le attività di decorazione della propria casa, con materiale rigorosamente preso a noleggio e che ovviamente corrisponde all’ultimo trend del momento.

Intendiamoci, ben venga in questo periodo così difficile ogni iniziativa che possa creare lavoro: ma insomma, un conto è farsi noleggiare un albero perché non sapremmo dove tenerlo da gennaio a novembre, un altro scegliere su catalogo un Natale praticamente usa e getta.

Sono all’antica, lo so (del resto, ormai ho una certa età!) ma per me non esiste Natale che non sia tradizione, memoria, piccole e grandi cose che anno dopo anno ci accompagnano e, riprese e ricordate, ci scaldano il cuore. A casa mia, per dire, sull’albero trovano posto souvenir appositamente acquistati in ogni viaggio, non importa se bizzarri o decisamente kitsch: li prendiamo ovunque e in qualunque stagione proprio perché sappiamo che finiranno là, a ricordarci che lo spirito del Natale, e con lui la nostra idea di famiglia, sono sempre con noi, non importa quanto lontani possiamo andare.

Abbiamo anche tradizioni molto meno poetiche, intendiamoci: per esempio, è un classico che io e il marito bisticciamo come cane e gatto al momento di aprire l’albero (per noi, rigorosamente sintetico), sistemargli i rami e mettere le luci. Non chiedetemi perché, non lo sappiamo neanche noi: però capita regolarmente, tanto che quando arriva il momento i figli oscillano tra il sedersi sul divano a godersi lo spettacolo oppure uscire dicendo “torniamo tra un’ora, che dovreste aver finito”. Ormai lo sappiamo e ci viene anche un po’ da ridere, però credetemi, finisce sempre che bisticciamo lo stesso, e quando è passata ci lasciamo sgridare o prendere in giro dai ragazzi, secondo l’umore della giornata.

Insomma, tutto questo per dire che il Natale non è solo un’occasione per abbellire al volo la casa secondo la moda del momento: è un periodo dell’anno da vivere passo dopo passo, con esperienze grandi e piccole tutte da ricordare. Anche in questo risiede la sua magia.

[Comunicazione di servizio: mercoledì 25 novembre alle 15 sarò in diretta sulla pagina FB di Chiara Simonini / Enjoycoffeeandmore per parlare di “Arriva il Natale” e, più in generale, di come dare bellezza a questo Avvento così poco ordinario. Vi aspetto!]

10 pensieri su “Riflessioni. Il Natale prêt-à-porter, e un appuntamento”

  1. Concordo cara Bianca che il natale è tradizione,memorie e famiglia….l idea si noleggiare tutto non mi piace. .
    Sarà un natale diverso magari lontano da tutti i ns parenti..ma speriamo la magia e quel clima d amore e di coccole non manchi.
    Sara il primo natale del mio bimbo Filiberto e spero sia indimenticabile..
    Complimenti per il blog..
    Daniela

  2. Il Natale per me è soprattutto famiglia. L’albero è una tradizione abbastanza recente per me; i miei ricordi del Natale di quando ero bambina sono legati alla cucina e al tradizionale cenone delle 12 “vranne” (pietanze) da servire la Vigilia. Lo preparavano la nonna e la mamma ed io ho ancora nelle narici quei profumi e quegli odori. Spero che sia un Buon Natale, quest’anno mi accontento solo di essere in salute ed l’augurio che faccio a te DB: tanta salute!

    1. Credo che essere in salute sia oggi il più grande dei privilegi. Per il resto, per me il profumo dei Natali d’infanzia è quello delle arance messe a seccare, e della cioccolata calda dopo la Messa di mezzanotte. Grazie di avermeli fatti ricordare…

  3. Proprio ieri, FigliaGrande ha aperto “gli scatoloni di Natale”, pieni di polvere della cantina, ha fatto alcune foto tra cui una a tre angioletti spelacchiati, l’ha mandata ai fratelli. Ognuno degli angioletti, che avranno 30 anni, è di uno di loro!
    Ciao, Fior

    1. Che bello, Fior! Anch’io spero che tra qualche anno i miei figli guardino con nostalgia ai loro segnaposto natalizi di bambini: il tempo corre veloce, credo non manchi più molto, ormai

  4. Il Natale prêt-à-porter (questa non la sapevo! 🤦🏼‍♀️) fa il paio con certi programmi TV americani, in cui gli acquirenti di una casa se la fanno arredare completamente, fino all’ultimo spillo, dal designer di turno: elegante, ma vivace come un obitorio, priva com’è del carattere e della storia dei proprietari…
    Anche da noi Natale = tradizione e memoria, dagli addobbi ai pranzi; le eventuali novità sono inserite gradualmente, senza intaccare nella sostanza ciò che è già ben radicato nella nostra famiglia e nei nostri ricordi: la veterana pecorella a tre zampe si appoggerà a una roccia del presepe di mio padre, la pallina semicentenaria e un po’ rovinata troverà il suo rametto, come le sue nuovissime colleghe scintillanti, i nuovi piatti hanno dovuto passare l’esame di tutta la tribù prima di essere ammessi nel Gotha delle ricette natalizie…
    Mi ha consolato sapere che non siamo gli unici a discutere per l’albero 😂: noi lo facciamo anche per le luci sul terrazzo, in perenne conflitto tra il mio senso estetico ed il pragmatismo di mio marito…
    Quest’anno le festività sono un’incognita, ma ci attrezzeremo, a costo di pranzare in videochiamata; i piccoli Unni vedranno il presepe e l’albero, e apriranno davanti allo schermo i regali arrivati col corriere; anche se spero che potremo, se non abbracciarci, almeno incontrarci di persona, cosa che auguro a tutti!

    Bene, a mercoledì, 😃 in diretta o in differita: cominciavo a sentire la mancanza dei tuoi interventi video!

    1. Noi bisticciamo per la posizione dei rami 🙂 . Siccome l’albero va appoggiato al muro se no non ci sta (l’abbiamo preso pieni di entusiasmo appena sposati, per una casa praticamente vuota – ora non lo è più, decisamente!
      Ad ogni modo, credo che troveremo tutti un modo saggio per conciliare tutela dei più fragili e voglia di convivialità: e il pranzo in videochiamata, tutto sommato, può essere una buona soluzione! Mi sa che lo faremo anche noi…

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.