
L’avevo scovata sul web un paio d’anni fa, precisamente qui. Come spesso accade, l’avevo infilata nel quaderno delle ricette, alla voce “da provare”, e quindi – ahimè – dimenticata.
L’ho ripescata in uno dei primi giorni di fresco settembrino, quando la voglia di avere la casa che profuma di torta appena sfornata stava superando il livello di guardia.
Visto che era praticamente gluten free di suo, ci ho messo davvero poco a riadattarla alle esigenze di famiglia. Ho solo sostituito la farina 00 con un mix per dolci senza glutine (il peso è rimasto lo stesso, per chi volesse farla “glutinosa”), il bicarbonato d’ammonio con normale lievito per dolci, calato un pochino lo zucchero et voilà… ne è uscito un dolce soffice e delizioso, perfetto per la colazione, per il tè del pomeriggio ma anche – magari accompagnato da una crema inglese – per completare un pranzo o una cena.
Incuriosita dal nome, sono andata a cercarmi la sua storia. Ho scoperto così che questa torta nasce nella zona del lago di Como nel primissimo Novecento, probabilmente in omaggio alla nascita di Iolanda di Savoia, primogenita del re d’Italia Vittorio Emanuele III e della regina Elena del Montenegro, venuta alla luce il 1 giugno 1901. Non sarebbe un caso strano: era consuetudine del tempo creare nuovi dolci e dedicarli a regine e principesse, e la prima figlia del nuovo re meritava sicuramente questa delicatezza.
Secondo altre fonti, però, la torta sarebbe nata per celebrare l’omonimo, magnifico transatlantico che prese il nome dalla principessina: avrebbe dovuto essere un monumento alla tecnica e alla modernità, ma si rivelò un fallimento clamoroso, naufragando al momento stesso del varo, il 22 settembre 1907.
Devo dire che tra le due ipotesi propendo francamente per la prima: non so davvero quale pasticcere avrebbe continuato a proporre un dolce che richiamava una simile figuraccia!
Comunque siano andate le cose, la Principessa Iolanda è una torta davvero principesca, sia per la forma a corona – va infatti cotta rigorosamente in uno stampo da brioche – sia per la sua delicatezza ed eleganza. Provatela, non ve ne pentirete: l’ho già fatta due volte, ed è sempre sparita in un lampo.
Ingredienti: 130 g di burro ammorbidito più poco per ungere lo stampo, 70 gr di zucchero a velo*, 40 gr di zucchero semolato, 1 pizzico di sale, estratto di vaniglia*, un limone non trattato, 3 uova (due separate e uno intero), 100 gr di amido di mais*, 50 gr di mix per dolci senza glutine (per me, Nutrifree) più poco per infarinare lo stampo*, 3 gr di lievito per dolci*, 2 cucchiai di liquore all’arancia*.
*Attenzione. Questi ingredienti sono a rischio per chi soffre di celiachia. Verificare che riportino sulla confezione il simbolo della spiga barrata, la dicitura “senza glutine” o che siano compresi nel prontuario AIC.
Accendere il forno a 170°C. Montare a neve i due albumi, aggiungendo lo zucchero semolato appena iniziano ad addensare, fino ad ottenere una meringa morbida, e tenerla da parte. Battere il burro con la frusta finché non sarà diventato una crema, aggiungere lo zucchero a velo setacciato, la buccia grattugiata del limone e un cucchiaino di estratto di vaniglia e continuare a lavorarlo finché l’impasto non avrà raggiungo una consistenza spumosa. Unire uno alla volta i due tuorli e l’uovo intero, avendo cura di amalgamarli perfettamente prima di aggiungere il successivo. Aggiungere le farine, il sale e il lievito accuratamente setacciati, mescolando con molta delicatezza dal basso verso l’alto per non smontare il composto. Aggiungere infine la meringa, sempre mescolando con estrema delicatezza.
Imburrare e infarinare uno stampo da brioche da un litro. Comporre delicatamente il composto nello stampo, con l’aiuto di un cucchiaino scavare una piccola buca al centro e versare il liquore all’arancia: fare attenzione che il liquore non scorra verso i bordi o la forma della torta ne sarà compromessa!
Infornare per 40-45 minuti verificando la cottura con il tradizionale sistema dello spiedino immerso al centro. Una volta cotta, lasciare riposare la torta nel suo stampo per qualche minuto, quindi sformarla e farla raffreddare su una gratella senza capovolgerla: la parte più stretta dovrà rimanere in basso, o al posto della tradizionale forma a corona ci ritroveremo un tronco di piramide!
Servire spolverizzata di zucchero a velo.
ma che meraviglia, la condivido subito ovunque visto che è indubbiamente una “ricetta reale”. 😀
Indubbiamente 🙂
Ciao Db avevo visto questa torta su un libro di Montersino e da te scopro comunque informazioni in più sull’origine del nome ;)! Mi piace molto la forma, ho uno stampo da budino mai usato per lo scopo, ma perfetto per questo tipo di preparazione. Mi sembra ideale per la colazione e merenda dei bambini e non solo :)! Buona giornata ciao ciao Luisa
Credo che la versione di Montersino preveda l’olio al posto del burro, o mi sbaglio? Per me però a questo giro resta così: ho tolto il glutine, calato lo zucchero, se rinuncio anche al burro cosa mi resta 😦 ?
Ciao Bianca
Non ho lo stampo da brioche credi che verrebbe bene anche in uno stampo da plum cake sempre da un litro?
Immagino di sì ma non ho mai provato. Magari stai un po’ più attenta rispetto alla cottura.
Certo, ti perdi la forma a corona, ma penso si possa sopravvivere lo stesso 😉